Il Covid “sfratta” i detenuti, Nardella: “Stop ai ricoveri”

Ci sono voluti anni di pressioni e trattative per realizzarlo: un reparto che, per quanto piccolo, detto appunto “repartino”, doveva essere dedicato esclusivamente al ricovero dei detenuti del carcere di via Lamaccio. E invece quei posti letto non sono stati mai utilizzati, nonostante l’inaugurazione ufficiale e il taglio del nastro. La mancata attivazione del reparto Lungodegenza prima e il Covid poi, che ha “sfrattato” i detenuti per far posto ai pazienti in attesa di tampone, quelli cosiddetti della “zona grigia”.

“La corsia dove risulta ubicato il reparto blindato – denuncia la Uil penitenziari – è stata riservata all’area grigia deputata ad ospitare pazienti in attesa del riscontro dei tamponi ex Covid 19 e quindi con i limiti imposti dalla conseguente ermeticità dell’area stessa. Il mancato utilizzo di un presidio blindato porta ovviamente a diversi inconvenienti che vanno dal disagio provato dagli altri pazienti, attesa la presenza di personale armato, ovvero dei detenuti quando gli stessi vengono allocati direttamente in corsia, al forte stress per il personale derivante proprio dalla mancanza di un area protetta capace di far effettuare il servizio con maggior, seppur relativa, tranquillità”. Così il sindacato di categoria chiede a tutti gli effetti la sospensione di tutti i ricoveri di detenuti provenienti da Sulmona, per dirottarli in ospedali più attrezzati: “Il tutto fino a quando non sarà chiarita la posizione circa l’utilizzo effettivo del repartino penitenziario – conclude Mauro Nardella – e, soprattutto, solo quando la garanzia della sicurezza del luogo ove effettuare il piantonamento sia tale da non ingenerare, come detto prima, stress e disagi”.

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