
Il cantiere si è spinto fin dove ha potuto, che poi c’è la legge della fisica, oltre a quella sulla sicurezza. La nuova scuola di via L’Aquila, dove già sognavano di tornare in classe i bambini della materna Celidonio, si è così dovuta fermare ancora una volta. Niente operai, niente betoniere, niente muri e classi.
Sulla strada dell’infanzia si frappone, ancora, il Centro per l’impiego, il cui prefabbricato, come l’ex scuola gemella, va demolito: la struttura regionale ancora in attesa di trasferirsi, ormai da quasi venti mesi, quando cioè, nel novembre del 2023, vennero affidati i lavori per la demolizione e la ricostruzione del plesso scolastico di via L’Aquila. Un milione e 800mila euro dal Pnrr che devono essere spesi e rendicontati entro la fine dell’anno in corso.

Obiettivo che è sempre più a rischio, dopo l’ennesimo “capriccio” della Regione che, per l’ennesima volta, ha detto no al trasloco nella palazzina verde del Contratto di Quartiere, dove è stata destinata al termine del giro delle sette chiese: l’ex Centro Celestiniano di via Matteotti, i locali dell’Inps e infine la palazzina verde. Dopo aver chiesto la sostituzione dei sanitari, la modifica degli ambienti, dopo aver preteso il cambio di destinazione d’uso, ora, infatti, dalla Regione è stato richiesto il certificato delle caldaie. Altro tempo per quella che sembra un’altra scusa.
Fatto è che i bambini della scuola Celidonio, non solo non torneranno in via L’Aquila, ma l’altro giorno gli è stato detto che dovranno andarsene anche da dove era stati spostati nelle more dei lavori. Via anche dalla palazzina verde, insomma, per andare nell’edificio della scuola Serafini, dove già si trovano altre materne e le primarie della Lola Di Stefano e ovviamente le medie Serafini.
Nel frattempo i lavori dell’attigua ex scuola di via Cornacchiola, destinata ad ospitare in modo definitivo il Centro per l’impiego, non partono. Gli 800mila euro in cassa già erogati dalla Regione al Comune da anni, sono fermi in cassa in attesa della definizione burocratica dell’appalto. Ora è stata fatta la commissione e aperte le buste. I tempi sono un’incognita. Come il ritorno della scuola in via L’Aquila.
Il ponte sullo stretto di Messina
Quella struttura per anni e anni è stata prima sede di un Asilo Nido poi sede del Misconido, servizio per bambini fino ai 36 mesi, trasferito in Viale delle Metamorfosi, nonché del centro ricreativo Creargiocando, servizio socio educativo rivolto ad oltre 50 bambini tra i 4 e i 10 anni mai più riattivato. La scuola dell’infanzia solo negli ultimi con sindaco la Casini è stata ospitata in quello spazio.
A cosa serve il CPI? Basterebbe chiuderlo!
Dal decoro della sistemazione delle scuole si evince il decoro di una Nazione