Il cuore oltre le sbarre

Quando la solidarietà prende il sopravvento, macina chilometri e si avventura verso il fronte. Un viaggio per la speranza riposta nei cuori di ogni cittadino ucraino che aspetta al varco. Lì, a un centimetro dalla frontiera. A un centimetro dall’inferno e dalla fine di tutto ciò che può essere considerato umano.

Antonino Genovese tutte queste speranze le ha caricate sopra al pullmino del suo amico, nonché copilota e proprietario del mezzo, Erminio Di Cioccio, ed è partito alla volta di Radomosko, in Polonia. Nel vano cinque quintali di generi di prima necessità e giocattoli per i più piccoli che attendono nel centro di smistamento della cittadina polacca. Oggetti raccolti grazie al cuore di tutte quelle persone che in meno di 18 ore hanno dato il proprio contributo. “Il viaggio era programmato nel fine settimana – spiega Genovese – ma in poche ore avevamo già tutto pronto e così giovedì siamo partiti”.

Un viaggio organizzato anche grazie alla colletta dei colleghi di Genovese, poliziotto penitenziario, che si sono autotassati per poter permettere la traversata verso oriente. “Da Radomosko non si intravedono le colonne di fumo della guerra – prosegue Genovese – ma il viso e l’espressione dei profughi raccontano quella sofferenza che c’è oltre il confine”.

Nel viaggio di ritorno, insieme ad Antonino ed Erminio, sono tornati anche due nuclei familiari ucraini: tre donne, un bambino e una bambina diretti a Velletri e a Roma da conoscenti che abitano in Italia. “Per portare i profughi da privati che abitano stabilmente in Italia devi registrarti al centro di smistamento polacco – racconta Genovese – mentre chi è diretto nei centri d’accoglienza viene preso in custodia dalla Protezione Civile italiana che si trova lì in Polonia. Abbiamo trasportato 5 persone in Italia. Oggi gli abbiamo offerto la colazione prima di lasciarli ai propri conoscenti alla stazione di Sulmona”.

“Il mio viaggio spero sproni ognuno a fare nel suo piccolo un atto di solidarietà – continua Genovese – Non pubblicizzerò gli altri viaggi che farò, ma vorrei far arrivare il messaggio che lì c’è gente che soffre e che anche il più piccolo contributo può fare la differenza”. Un messaggio che è sicuramente arrivato visto che lo stesso Antonino ci ha girato un virgolettato di un suo amico che ha letto la storia di Genovese e si è reso disponibile per la prossima traversata in nome della solidarietà.

Anche dall’altra parte delle sbarre arrivano gli aiuti per chi soffre: in queste ore i detenuti del carcere di via Lamaccio hanno dato il via alla raccolta fondi il cui ricavato verrà donato all’ambasciata Ucraina.

4 Commenti su "Il cuore oltre le sbarre"

  1. La beneficenza in silenzio | 12 Marzo 2022 at 16:01 | Rispondi

    Guerre di serie A e guerre di serie B.

  2. Con tutto il rispetto per il bel gesto di solidarietà mi chiedo perche’ di fronte al dramma dei Siriani abbandonati e umiliati sempre in Polonia nessuno ha mosso un dito…

  3. Come si divertono certi giornaletti a mostrare le foto della sofferenza…

  4. Per i siriani? Silenzio tombale. No comment

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