Il Gal immobile

E’ stato tra i primi nella provincia dell’Aquila con i suoi 195 punti su 200 con un piano di sviluppo locale che è valso l’inserimento in graduatoria per i fondi Psr 2014-2020, ma da quel maggio 2017, da quando cioè sono stati deliberati  3milioni di euro per dar seguito al nuovo piano di sviluppo, nulla si è più mosso. Il Gal Abruzzo Italico Alto Sangro è così in una situazione di stallo, diversamente da altre realtà abruzzesi, primo fra tutti il Gal Gran Sasso Velino con un bando, per la ricerca di un esperto comunicatore, scaduto solo qualche giorno fa.

A dimostrare l’immobilismo del gruppo di azione locale peligno sangrino è anche il sito internet fermo, ormai, all’estate del 2016 quando vennero pubblicati, nella sezione “bandi e avvisi” le ultime opportunità di lavoro come la figura del direttore, di un animatore, di un responsabile amministrativo. Da lì più nulla.

“E’ tutto fermo- ammette il presidente Enzo Margiotta-. Abbiamo firmato le convenzioni, ma mancano i bandi della Regione per accedere concretamente ai soldi”. Ciò spiega anche il sito in costante “allestimento”; non ci sono, nei fatti, neanche i soldi per pagare le figure professionali che possano aggiornarlo, animarlo, il biglietto da visita sul web dove non risultano nemmeno i progetti ultimati. “Colpa forse anche della nostra gestione- ammette Margiotta che aggiunge-. Mi auguro e spero che sia questione di giorni, anche se me lo stanno dicendo da ottobre”.

Da avviare c’è un piano di sviluppo locale abbastanza complesso frutto dell’ascolto, si puntualizza, di diverse “aggregazioni ed organismi collettivi di interesse diffuso”, nonché di sindaci, amministratori, organizzazioni di categoria varie ed eventuali. Tutti coinvolti, insomma. Ne è emerso che le strade da percorrere sono essenzialmente due: lo sviluppo e innovazione delle filiere e dei sistemi produttivi locali (agroalimentare, zootecnica, forestazione e gestione del bosco, artigianato, servizio alle imprese e al cittadino, servizi ambientali e energia rinnovabile), ma, soprattutto, il turismo sostenibile, “locomotiva trainante”, nell’ambito del quale sviluppare una azione “superiore, organica, coerente e complessa” da veicolare tramite le Dmc. E poi c’è la commercializzazione attraverso certificazioni, packaging, selezione, promozione, vendita, degustazioni, didattica, esperienze da spalmare nei vari settori di interesse: agricoltura e produzioni tipiche, artigianato artistico, legna del bosco-Cippatino ed il turismo con tutti i servizi per visitatori e cittadini con progetti pilota, parchi a tema, attività outdoor con percorsi dedicati.

Tutto bello, tutto fermo, immobile.

Simona Pace

1 Commento su "Il Gal immobile"

  1. Forse quando ci si interessa di occupare caselle piuttosto che aiutare un territorio a crescere risultati diversi da quelli attuali difficilmente arrivano. Però sicuramente non sarà questo il caso, “forse”.

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