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Impossibile trattenere l’emozione per chi quella scuola e quel cortile ha ancora impressi nella mente e nel cuore. Ricordi di un passato all’improvviso tornato presente. Come impossibile è stato nascondere la curiosità per chi, invece, in quelle aule non è mai entrato per aver frequentato un liceo costretto, dal 2009, a trasferirsi altrove.
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Erano in tanti questa mattina in piazza XX Settembre, a Sulmona, per l’inaugurazione della sede storica del liceo classico “Ovidio”, un luogo simbolo di appartenenza per un’intera comunità che in quelle aule ha vissuto gli anni della propria maturità. Fino al 2009, quando il terremoto dell’Aquila chiude le porte della scuola simbolo della città per oltre quindici anni, come hanno ricordato le autorità civili e religiose intervenute alla cerimonia di riapertura.
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Una scuola che dal prossimo 7 gennaio tornerà ad accogliere studenti e studentesse che lo storico liceo hanno visto solo dall’esterno, magari immaginando come sarebbe stato studiare latino e greco nella scuola dei loro genitori. Gli stessi che, ragazzi di un tempo, oggi hanno voluto rivivere l’emozione di varcare la soglia della “loro” scuola per rivedere l’aula del ginnasio e quella del liceo, ambienti oggi trasformati da una ristrutturazione lunga “tre lustri” ,come ha ricordato il sindaco Gianfranco Di Piero, sottolineando però che “la durata non proprio canonica dei lavori non deve offuscare la letizia di questo momento”. Quello della rinascita non solo di una scuola ma di un’intera comunità che in piazza XX Settembre si dava appuntamento perché “a Sulmona questa era la piazza”. Dopo i saluti istituzionali delle autorità politiche e religiose presenti alla cerimonia, dal sindaco di Sulmona Di Piero al presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, dal presidente della Provincia dell’Aquila Angelo Caruso al vescovo di Sulmona – Valva Michele Fusco, il taglio del nastro e la visita dei locali della “nuova” scuola. Colonna musicale dell’evento Imagine di John Lennon intonata nel cortile dagli studenti, vecchi e nuovi, del liceo classico per accompagnare in musica i tanti che non hanno voluto mancare all’appuntamento atteso da tanto, troppo tempo. Quello della riapertura del liceo classico Ovidio, il regalo di Natale più bello per la città di Sulmona.
Sulmona è stupenda …..bisogna solo ritrovare serietà e correttezza nelle istituzioni .
Il sindaco Di Piero avrà anche tanti problemi da risolvere ma è un Gigante rispetto ad una certa opposizione
Che e’ la vera causa che ha tappato le ali a Sulmona !
Da quanto in qua le opposizioni “tappano” le ali alle maggioranze..😂😂
Lassem perd
..Che è meje..
Sono contento per la riapertura del classico ma allo stesso momento incazzato perché oggi il presidente Marsilio era presente mentre ieri in comune mentre si parlava della grave crisi della marelli di Sulmona non era presente.Da operaio probabilmente ho capito che le passerelle sono più importanti dei veri problemi spero che il sindaco e tutta la giunta oggi abbia fatto presente la cosa al presidente di regione
Sulmona 22.12.2024
Per la città è un giorno meraviglioso, speriamo che riaprano presto anche la biblioteca storica aggregata al liceo, ma è altrettanto vero che la Vergogna è enorme per tutto il sistema operativo amministrativo abruzzese per aver impiegato quindici anni quando in cinque anni si sarebbe potuto fare tutto, nel frattempo sono chiuse le scuole dell’Istituto Tecnico Commerciale e Geometri, il Morandi, la Lombardo Radice e le elementari a Porta Napoli. Se facessi l’infermiere come chi dovrebbe e potrebbe far presto e bene ed invece lascia passare il tempo prezioso, mi caccerebbero dall’ospedale di Sulmona dove con Amore, con Fede, con Disciplina ed Onore cerco di dare il meglio di me stesso a chi è malato. Con tutti i fondi europei Pnrr e di Coesione europei le giunte comunali valligiane potrebbero affratellarsi, fare sistema, unire le forze e con cospicui finanziamenti da progetti seri e credibili, investire per mettere in sicurezza le strade, i marciapiedi, le fogne per le acque reflue, i palazzi nobiliari chiusi, a Sulmona palazzo Sanità cade a pezzi, ci sono chiese chiuse che non ho mai visto nonostante lavoro in città dal 2000. Il palazzo Sanità potrebbe essere acquistato, rinnovato e messo come museo. L’ala chiusa di palazzo Mazara, anche quella da restaurare. Le amministrazioni comunali si diano da fare per allertare la Soprintendenza Archeologica, compiere gli scavi in Valle Peligna e circondario, vi è molto da scoprire e raccontare con libri, convegni, scolaresche. In Campo di Rota a Sulmona vi è sotto terra l’abside di una abbazia antichissima, San Rufino, lo si riporti alla luce isolandolo come hanno fatto a Pescara con le due colonne di fronte alla basilica di San Cetteo. A Pescara è nato un gruppo di persone volenterose e competenti che stanno lavorando per riportare alla luce i resti medievali della città adriatica che ha origini antichissime. Speriamo che chi governera’ Sulmona in futuro, dia manforte a tanti giovani preparati che vogliono cambiare e che vengano mandati via chi si oppone al Rinascimento della Valle Peligna e circondario, una zona ricchissima, non c’è solo la proletaria Magneti Marelli ormai al tramonto, ma ci sono settori storici, artisti alti e culturali in grado di generare lavoro e futuro. Il nobile magistrato Giuseppe Capograssi diceva nel suo libro dedicato alla moglie Giulia Ravaglia : ” Amo Sulmona ma i sulmonesi se ne devono andare via”. Questa Valle bellissima se messa in mano ai friulani, veneti, trentini, emiliani, nel giro di cinque anni cambierebbe i suoi connotati. Un giorno di tanti anni fa feci da guida ad un gruppo di turisti del nord est e toscani, quando videro la Cattedrale di San Panfilo e l’Annunziata mi dissero :” Ma vi rendete conto di quello che avete?” Gli risposi: “Ditelo ai sulmonesi, io sono un Infermiere di Bologna ed amo Sulmona e l’Abruzzo”.
distinti saluti
Domenico Silla Infermiere classe 1967.
Sulmona 22.12 2024
Secoli fa un nobile Sacerdote bolognese, mio concittadino, divenne Vescovo della diocesi di Sulmona Valva, Zambeccari, i cui stemmi araldici della sua famiglia sono a Corfinio e si possono vedere nel cuore storico del borgo. Non si capisce il perché la Diocesi di Sulmona Valva non celebra da secoli la Perdonanza valligiana Peligna, donata dal Sommo Pontefice Bonifacio nono con due importanti pergamene perfettamente intatte conservate presso l’Archivio di Stato di Sulmona. L’indulgenza plenaria Pontificia fu donata alla chiesa di Santa Maria in Roncisvalle,restaurata, tenuta chiusa, li anticamente vi era un importante ospedale cittadino. Mentre L’Aquila celebra la Perdonanza su una pergamena totalmente non vera perché il Sommo Pontefice Celestino V, un gigante di Santo, parlò solo oralmente della Perdonanza ma non scrisse nulla né fece scrivere nulla a riguardo, Celestino V ha donato L’indulgenza a diverse chiese abruzzesi ma non ha mai scritto né fatto scrivere un documento volutamente mirato a fondare l’anno santo, lo farà il suo successore Bonifacio VIII nel 1300, ebbene i sulmonesi si dimenticano da secoli di celebrare questo si, la Perdonanza Vera, la cui pergamena anni fa è stata riscoperta dal noto dr Stefano Mari, laureato magistrale in Conservazione dei Beni culturali ed esperto medievalista locale. La città rifiutò il Festival dei due mondi che invece volle Spoleto, qui si fa di tutto per non crescere e non far crescere. Speriamo bene per il futuro sempre se futuro ci sarà per questo territorio. A Teramo vanno avanti spediti i lavori in località Piano d’Accio, hanno trovato una piccola necropoli mentre stanno ampliando la facoltà di veterinaria, a Teramo vanno avanti gli scavi sul terreno dell’anfiteatro romano e non solo quello, a Sulmona i mosaici dietro il liceo classico scoperti anni fa sono stati ricoperti come se nulla fosse successo, bastava isolarli, metterci le luci con i vetri spessi e farli vedere. Speriamo bene per il futuro Peligno.
distinti saluti
Domenico Silla Infermiere
Caro signor silla faccio parte di quella classe povera e proletaria della magneti Marelli quello che ha scritto sulla decadenza artistica di alcuni monumenti di Sulmona la condivido ma le volevo ricordare che purtroppo non si vive di sola cultura.Qui 450 famiglie rischiano di rimanere senza lavoro non voglio fare polemica inutile era solo un appunto tutto qui.ps vorrà dire che da bravi operai e padri di famiglia ci adopereremo non solo a riportare alla luce l antico splendore di queste opere ma faremo da ciceroni per farli vedere ai futuri turisti
Leggendo il Vangelo mi sembra di intuire che nostro Signore, fosse tutt’altro che classista.