Il “lungo week end” dell’isola non più felice. Faccia a faccia con il nuovo dirigente della polizia Bortone

E’ il primo sabato del “lungo week end”, ovvero l’apertura delle feste di Natale che fino al 7 gennaio riempiranno le strade del centro storico. Un periodo lungo e intenso durante il quale la città è chiamata ad uno sforzo di civiltà per scrollarsi di dosso la cappa del degrado.

A tirare la “carretta” dovranno essere tutti: istituzioni e cittadini. Perché, ad esempio, a fine feste si possano ancora contare i sessanta agrifogli tutti interi piazzati lungo corso Ovidio.

Dovranno tirare anche e soprattutto i gestori dei locali notturni, nella difficile mediazione tra divertimento e rispetto del centro, dei suoi residenti, ma anche dei suoi monumenti. Con il Comune che ha già detto che non ci saranno deroghe al piano acustico (abbassare la musica a mezzanotte, spegnerla all’una e mezza).

Dovranno tirare le briglie della legalità, prima di tutto, le forze dell’ordine che, da qualche mese, hanno un nuovo comandante in via Sallustio, ovvero il dirigente della polizia Stefano Bortone, subentrato all’ex Antonio Scialdone. E’ un cambio di guardia importante, perché è anche un cambio di stile rispetto al passato. Lo abbiamo incontrato a circa tre mesi dal suo insediamento e alla vigilia della prova del nove.

Dottor Bortone a che scuola di pensiero appartiene?

Credo che la polizia debba essere in grado di comprendere e prevenire, prima che di reprimere. La presenza sul territorio e i rapporti con cittadini e istituzioni sono molto importanti. A volte è molto più utile comprendere e cercare una strada insieme, piuttosto che agire di forza.

In che modo?

Innanzitutto, essendo presenti. Ad oggi, nonostante i vuoti in organico dovuti ai vari pensionamenti, riusciamo a garantire il servizio di pattugliamento con le volanti 24 ore su 24. E poi noto nei miei uomini tanta voglia di fare e lavorare bene.

La cosiddetta movida è ormai un fenomeno che crea disturbo in tutte le città

Apprezzo molto il motto della polizia “esserci sempre”. Siamo e saremo sul campo, anche durante queste feste, in accordo e collaborazione con le altre forze di polizia: carabinieri, guardia di finanza e anche polizia locale con cui ho instaurato da subito buoni rapporti. C’è poi una richiesta dal questore per garantire l’ausilio del personale del servizio prevenzione crimine di Pescara: eseguiremo controlli non solo sui giovani, ma anche di tipo amministrativo e sulla strada. E’ importante che i cittadini avvertano la nostra presenza e non come una minaccia.

Il fenomeno della droga resta però una priorità

Purtroppo, Sulmona non è un’isola felice come si può pensare. Mi sono reso conto che il fenomeno dello spaccio e dell’uso di stupefacenti è molto attivo in città, anche tra i minori. Non è l’unica: anche ad Osimo, commissariato da dove provengo, abbiamo verificato una diffusione delle droghe anche tra le generazioni più giovani, anche ragazzi di 12-13 anni di età. E’ un fenomeno preoccupante, su cui è importante lavorare su più fronti.

A partire dalle scuole

C’è un protocollo d’intesa con il Miur e altri enti per effettuare controlli regolari tra i banchi, attività che hanno già avviato i colleghi dei carabinieri e della guardia di finanza, e che presto faremo anche noi. Poi c’è la parte della prevenzione, con incontri informativi nelle scuole che sono obbligatori per ogni istituto.

Però non c’è solo la droga

Certo che no, purtroppo. Ci sono attività che hanno bisogno di approfondimenti investigativi su cui lavora la polizia giudiziaria. Come il caso, inquietante, avvenuto qualche giorno fa ai danni dell’auto in dotazione di Onda Tv all’indirizzo della quale sono stati esplosi tre colpi ad aria compressa. Non credo che dietro ci sia la criminalità organizzata, piuttosto il colpo di testa di qualcuno che non ha gradito un articolo. Però è un segnale non bello, perché la libertà di stampa è un diritto dei cittadini e va tutelata.

Non si parla più tanto neanche di usura, che pure era un fenomeno molto diffuso qui

Sì, è vero. E’ un filone sul quale intendo riavviare indagini, perché dietro l’usura e le estorsioni ci sono di solito anche tutta una serie di altri reati.

Anche perché questo è un territorio a rischio

La posizione di Sulmona e più in generale del Centro Abruzzo è delicatissima: è un territorio cerniera e di confine con realtà dove la criminalità organizzata è radicata. E poi c’è il carcere, dove si trovano detenuti di alta sicurezza, con pene lunghe e che spesso trasferiscono intere famiglie qui. Ecco perché la presenza del tribunale è importantissima in questa zona d’Abruzzo.

Che lei conosce bene, d’altronde, essendo di Pescara

Da ragazzo ho frequentato queste zone, Roccaraso in particolare e anche Sulmona che francamente mi ricordavo una città molto più viva. Ho avvertito la presenza di una crisi economica che ha colpito un territorio un tempo sicuramente più florido e commercialmente vivo. Questo ovviamente crea terreno fertile per la criminalità e per questo bisogna vigilare bene, con l’aiuto della popolazione.

I rapporti con le istituzioni sono buoni mi sembra

Partecipo, insieme ai miei colleghi di altri Corpi, volentieri a tutti gli eventi a cui mi invitano. Penso sia importante fidarsi e avere la fiducia, essere parte della comunità, non solo suo controllore. Tutti vogliamo una città più vivibile e sicura e d’altronde io qui mi sono trasferito con la mia famiglia.

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