Dire “Appennino in festa” non è abbastanza perché il festival iniziato ieri in quel di San Valentino in Abruzzo Citeriore è un appuntamento, il sedicesimo quest’anno, dove si incontrano “piccoli fiumi sonori e danzanti” provenienti da diversi luoghi. E’ il Majella Etno Fest.

La manifestazione vedrà nella giornata di oggi l’apice, articolata in momenti diversi per scoprire, imparare, condividere, fare e divenire “cultura locale”. Si parte, come al solito, da un omaggio al Sud, con rappresentanze da Puglia e Calabria, pronte a portare con sé linguaggi amati, in danza e in musica. Un programma che si fa “canovaccio” per la proloco del posto, organizzatrice dell’evento, “sul quale ognuna e ognuno di noi potrà intrecciare esperienze, sguardi, colori sempre nuovi”.
“Come molte altre iniziative simili – spiegano -, tenacemente volute da nuclei di persone appassionate e da piccole comunità delle zone interne di tutto il centro-sud, Majella Etnofestival è un esempio di radicazione nel territorio e resta nel tempo un’iniziativa ‘povera’ di fondi e di ‘media partner’, che deve la sua sopravvivenza ai generosi gruppi di musica popolare coinvolti, ai moltissimi appassionati partecipanti, che ogni anno decidono di dare vita alle due giornate majellane, condividendo affetti, passioni e intenti”.
Al centro di questa edizione anche il gemellaggio con Civitella Alfedena Folk (26/30 agosto 2019) Festival, “patto di amicizia e di collaborazione”: “Le due iniziative, benché caratterizzate da approcci diversi, condividono da sempre la comunanza di intenti, la passione e l’attenzione per la musica e la danza della tradizione popolare italiana ed europea, nelle loro molteplici espressioni, interpretazioni e attualizzazioni”.
Due realtà dell’entroterra, in sintesi, che con tenacia portano avanti contesti importanti, anche per la promozione del territorio, nonostante le difficoltà. “Insieme si può compiere un importante passo verso la creazione ‘dal basso’ di una rete di musica e di cultura popolare regionale, verso un modello reale di collaborazione e autentica condivisione di risorse immateriali e materiali”.
Perché anche questo è far tornare a vivere i piccoli borghi.
Simona Pace
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