
Nonostante le duemilasessantacinque candeline, oggi, Ovidio avrà poco da festeggiare per il suo dies natalis. Neanche una Casa o Museo o Spazio che dir si voglia nel quale accogliere le sue memorie. La storia infinita dell’ex convento di Santa Caterina, che oggi aprirà per la prima volta al pubblico per una visita di cortesia (per poi richiudere in giornata), è coerente con l’ignavia di una città che procede a ritmo di bradipo, sempre in ritardo e in rincorsa, specie quando si tratta del suo più illustre concittadino.

La struttura di via Angeloni, chiusa nel 2005 (leggasi diciassette anni fa), nei fatti non è ancora pronta, nonostante i lavori di ristrutturazione su progetti degli architetti Emilio Cianfaglione, Luciano Del Boccio, Michele Tataseo e del geometra Luigi D’Alessandro, furono formalmente chiusi nel 2017. In quell’anno, ad aprile, davanti al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, l’ex sindaca Casini annunciò che, nonostante il ritardo, la struttura sarebbe stata aperta a settembre dello stesso anno. Mancava, di fatto, l’allestimento degli spazi, per il quale, tra l’altro, venne dato incarico all’architetto Maurizio Paolantonio, con la Camera di Commercio che aveva anche stanziato i soldi. Cinque anni, però, non sono bastati per completare l’allestimento, interessato a settembre scorso da un altro incarico, dato all’architetto Raffaele Giannantonio. Spazio che ad oggi manca ancora di alcune parti, così come mancano alcuni accorgimenti tecnici, come un’altra scala antincendio, che permetta di ospitare più visitatori contemporaneamente. Una volta terminati i lavori, poi, si porrà il problema della gestione dello spazio, motivo per il quale la neo assessora alla Cultura, Emanuela Ceccaroni, ha voluto organizzare oggi con la “visita di cortesia” un brainstorming: alla ricerca di idee e candidati. Gestire un museo dedicato ad Ovidio, d’altronde, non è cosa da principianti, ma richiede grandi competenze e impostazione imprenditoriale se non si vuole ridurre la struttura alla solita “stanzetta club” stile anni Ottanta per adolescenti cresciuti o intellettuali annoiati. Un lavoro, quella della ricerca di un gestore, che sarebbe dovuto iniziare anni fa, tanto più che l’intenzione era quella di inaugurare il Museo nell’anno del Bimillenario della morte del poeta.

Quella del Bimillenario, d’altronde, checché rivendichino gli ex amministratori, è stata la più grande delle occasioni perse dalla città. E a nulla è servita la boutade, anche un po’ comica, di spostare persino di un anno l’anno del decesso. Gli obiettivi centrati sono stati pochi e perlopiù modesti, con centinaia di migliaia di euro distribuiti a mo’ di prebende, alcuni neanche portati a compimento. Su tutte, però, la “barzelletta” della legge parlamentare, partita, in una gara al rialzo tra deputati, da un budget di 5 milioni di euro e finita, dopo cinque anni, con un bottino di appena 350mila euro. Per fare cosa non si è capito neanche troppo bene: il Dpcm firmato a dicembre scorso finanzia cinque progetti: 45mila euro al Centro Studi Ovidiani (probabilmente per una pubblicazione), 20mila euro all’Istituto superiore Ovidio per “Duemila anni con Ovidio nel cuore”, 249mila euro alla Soprintendenza archeologica per “MuseOvidio” (dovrebbe trattarsi della valorizzazione della cosiddetta casa di Ovidio ai piedi del tempio di Ercole Curino), 11mila euro per un murale (all’associazione Amici del Certamen), pochi di più (11,4mila euro) per l’associazione “Web per tutti” e il progetto “Filastrocchi_amo con Ovidio” e quasi 13mila euro alla cooperativa Fantacadabra per “TeatrOvidio 2019”, che come si desume dal titolo è in “leggero” ritardo.
Cosa ne sarà di questi progetti presentati tre anni fa è ancora tutto da vedere e da rendicontare a cadenza semestrale come prevede il Decreto. Qualcosa in più se ne saprà oggi durante il brainstorming, con la speranza che per una volta l’azione sia, se non più veloce, almeno consequenziale al pensiero.
In questa città è sempre tutto complicato.
E meno male che dei 5 milioni previsti ne hanno “ scucito” solo 350.000 euro… forse non tutti i mali vengono per nuocere recita un vecchio adagio, provate a immaginare che epifania di sperpero di denari pubblici con una somma 15 volte superiore a quella concessa…
Povero Ovidio… perseguitato da vivo e da morto.
bene,gli incapaci amministratori del nulla,hanno prodotto solo dei fallimenti,naturalmente i favolosi successi apprezzati soltanto dagli aventi ruolo,parenti e compari di merenda,per tutti gli altri,plebe inclusa, nulla e poi nulla,e basta con gli illusionisti dei progetti inutili , che non generano alcun risultato,basta con le poltrone delle inefficaci,infruttuose “idee improvvise” ma soprattutto con i momenti di confusione ,pazzia (brainstorming),o no?