Il paradosso dell’acqua abruzzese: gestioni idriche senza ingegnere idraulico nelle società

Tra i dipendenti della Saca, la società che gestisce il servizio idrico a Sulmona (e non solo), non figura alcun ingegnere idraulico. Il paradosso è emerso nel corso della seduta della Commissione d’inchiesta sull’emergenza idrica in Abruzzo, durante l’audizione del Presidente dell’Ersi Nunzio Merolli.

La società, con sede nella Valle Peligna, in realtà è in ottima compagnia, visto che anche le cinque sorelle di gestioni presenti sul territorio abruzzese (GSA, ACA, SASI, CAM e RUZZO) risultano sprovviste di tale figura nei rispettivi organici.

“Sembra incredibile – commenta Sara Marcozzi – ma oggi in commissione abbiamo scoperto che nessuna delle sei società di gestione del servizio idrico in Abruzzo ha nel proprio organico un ingegnere idraulico. L’Ersi ne ha uno solo, peraltro, prossimo al pensionamento. È una cosa molto grave. Una carenza inspiegabile se consideriamo il considerevole numero di dipendenti di queste società. L’attuale pianta organica di ognuna delle sei società di gestione è evidentemente una criticità su cui si deve intervenire al più presto”.

Nel corso dell’audizione in Commissione d’Inchiesta sull’emergenza idrica, il Presidente dell’Ersi, lancia un allarme preoccupante. Il CAM, già in amministrazione controllata e su cui grava un impegno di 6 milioni di euro l’anno con cui viene onorato il concordato preventivo, a causa dell’aumento dei costi dell’energia elettrica potrebbe essere sull’orlo del fallimento. Infatti, a fronte di 22 milioni di euro di entrate, sarebbe già stati spesi 16 milioni di euro in bollette elettriche.

“La Regione deve prendere atto delle difficoltà del CAM – prosegue la Marcozzi – e adottare provvedimenti urgenti a sostegno delle spese extra che la società sta sostenendo e nel medio periodo portare le tre società di gestione che operano nell’aquilano alla fusione. Non è più possibile mantenere in essere realtà che, sostanzialmente, fanno la stessa cosa, peraltro in barba alla legge che obbliga ad avere un bacino minimo per il gestore corrispondente al momento al territorio provinciale”.

2 Commenti su "Il paradosso dell’acqua abruzzese: gestioni idriche senza ingegnere idraulico nelle società"

  1. Mi chiamo Antonio | 30 Settembre 2022 at 09:25 | Rispondi

    … è possibile… significa che tra gli amici degli amici non c’è n’è uno con questo profilo… o forse non vogliono tra i piedi uno che ci capisce qualcosa…

  2. Alla fine se vi è in pianta organica un ingegnere vecchio ordinamento abilitato alle 3 sezione A, B, C, legalmente può firmare progetti che vanno dalla centrale nucleare alla scheda elettronica di un pc. Poi è chiaro che se si vuole paragonare a livello di competenze professionali un Ingegnere specializzato (percorso di studi ad hoc) in idraulica da uno che ha fatto elettrotecnica o gestionale il discorso cambia.

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