Il Parco Majella ci riprova, nuova candidatura a Geoparco Unesco

(foto di SiViaggia)

Il Parco Nazionale della Majella ci riprova e ripropone all’Unesco la propria volontà di rientrare nella rete mondiale dei Geoparchi. La seconda nel giro di un anno, in realtà, perchè nel 2017 all’Ente, che pure aveva le carte pronte da inviare alla commissione, era stato chiesto di unirsi nella candidatura al Parco Nazionale del Gran Sasso che, nel frattempo, ne aveva presentata una tutta sua. Una sinergia del tutto naturale per i commissari Unesco per due Parchi che arrivano quasi a toccarsi e che fanno parte della Regione Verde d’Europa. Eppure, in quella occasione, qualcosa non è andato, gli accordi non raggiunti, i tempi tecnici sforati e la candidatura saltata facendo perdere una preziosa opportunità a tutto il territorio, della Majella e del Gran Sasso.

Ma l’Ente non demorde, a maggior ragione perchè l’unico in Abruzzo, e comunque uno dei pochi, ad avere al suo interno una geologa che fa buona parte del lavoro, che in queste terre è cresciuta e che da anni lavora per centrare l’obiettivo. “Stiamo ripresentando la candidatura- spiega Elena Liberatoscioli-, tra ottobre e novembre bisognerà consegnare un nuovo dossier”.

Con i suoi 95 geositi in continuo aggiornamento, le 115 grotte censite (le più significative tra le quali la grotta del Cavallone, la grotta Nera, la grotta Scura) d’altronde il Parco Nazionale della Majella rappresenta, dal punto di vista geologico, il “massiccio più singolare dell’Appennino”, lo si legge sul sito ufficiale che spiega come le nostre montagne siano venute fuori da ere geologiche assai lontane e abbiano vissuto cambiamenti che oggi le rendono un’area di bellezza e valore naturalistico incommensurabile.

Quella del Parco “nostrano” è l’unica candidatura italiana. Ciò, sebbene non fornisca le sperate sicurezze, lascia ben sperare che questa volta sia quella buona. Non per nulla qualche giorno fa il personale dell’Ente ha partecipato alla Conferenza Internazionale Rete Unesco dei Geoparchi Mondiali. Perchè poi di rete si tratta,  di “singole aree geografiche i cui siti e paesaggi di valore geologico internazionale vengono gestiti secondo un concetto olistico di protezione, educazione, sviluppo sostenibile- si legge sul sito Unesco-. Nei Geoparchi, il cui obiettivo primario è la protezione della geodiversità,  la conservazione viene combinata con lo sviluppo sostenibile e coinvolge le comunità locali” e “promuovere le migliori pratiche di conservazione, educazione, divulgazione e fruizione turistica del patrimonio geologico”. Sviluppo sostenibile tra locale e globale.

Ad oggi sono 140 i Geoparchi Mondiali Unesco, distribuiti in 38 Paesi del mondo, 73 in Europa. In Italia sono in tutto 10, in attesa che la lunga trafila che porterà alla nomina possa aggiungere all’elenco anche quello abruzzese.

Simona Pace

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