Il primo giorno di scuola

A largo Salvatore Tommasi, all’angolo tra via San Cosimo e via del Conservatorio, c’era al civico 5 la più buona crema mai assaggiata. La signora dietro al bancone riempiva quei bignè fino a farli esplodere. Lo faceva con gioia, senza risparmiarsi, soprattutto per quella marmaglia di ragazzini affamati che scappavano da scuola per fare merenda, sfidando i blocchi dei bidelli all’ingresso e che ormai, per tacito accordo, facevano finta di non vedere, immersi in qualche improbabile lettura dietro la porta di vetro della guardiola.

A due passi, nella parallela che affaccia sul retro dell’Annunziata, c’era quella che veniva chiamata via Fumo: qui ci si nascondeva per le prime boccate, o i primi baci. Sul muro d’ingresso della biblioteca erano piazzate due cabine telefoniche, meta ambita durante le ore di punta dell’uscita libera dei militari. La tappa fissa prima e dopo l’ingresso era però il Gran Caffè: fosse anche per una partita a Tetris o per due stecche a biliardo, che spesso ci si faceva prendere la mano e la campanella suonava inutilmente a fianco.

I ricordi di chi ha frequentato il liceo classico Ovidio nella sede di piazza XX settembre, sono ormai lontani per quanto nitidi. Perché bisogna essere nati al massimo nel ’95 per conservarne qualche vaga memoria. Da dodici anni quei portoni sono chiusi: quello del liceo e quello della biblioteca comunale che del liceo fa parte. Con tutto il carico di memoria e storia e libri che custodiscono. E la splendida sala lignea, che per fortuna si è meglio conservata rispetto al resto.

Ieri per il suo “primo giorno di scuola” il neo sindaco Gianfranco Di Piero ha scelto proprio questi luoghi da visitare (video). Lo aveva detto nel comizio finale: una promessa fatta a se stesso e soprattutto a quei ragazzini, nati dopo il ’95, che in quel cortile non hanno mai potuto mettere piede. E che ieri lo hanno seguito con lo spirito di un’avventura nel tempo.

L’impatto visivo, olfattivo ed emotivo, non è stato dei migliori: gli anni di abbandono e incuria, hanno trasformato quei luoghi dell’adolescenza e della cultura, in ricettacolo di piccioni e guano, topi e piante spontanee diventate ormai alberi. Si fa fatica a procedere tra le carcasse degli uccelli sparsi qua e là, mentre un calendario del 2009 e una locandina della presentazione di un libro di Franz Di Cioccio dedicato a Lucio Battisti del 2008, segnano il tempo che si è fermato, come l’orologio in cima all’edificio.

Parte da qui, da quello che fu il suo liceo, Gianfranco Di Piero: perché quel liceo classico non era solo una scuola, ma un incubatore di vita e cultura che d’un tratto si è fermato. E che non è ancora chiaro quando e se potrà ripartire.

Qualche giorno fa sono stati eseguiti i carotaggi per farli testare: quando arriveranno i risultati, allora, si potrà inviare il progetto esecutivo alla soprintendenza e poi al Genio civile. “Entro il mese di novembre” si augura Francesco Salvatore che si è aggiudicato l’appalto integrato. Ci vorranno mesi, più probabile anni, prima che arrivi una risposta e che i lavori di messa in sicurezza inizino davvero.

Prima, soprattutto, però, bisognerà bonificare quella discarica vergognosa accumulata in pieno centro: solo per pulire, si prevede, ci vorranno decine e decine, forse un centinaio di migliaia di euro. Soldi che al momento non ci sono e che bisognerà trovare, prima di far entrare la ditta appaltatrice per i lavori strutturali.

“Faremo quello che sarà necessario” dice il neo sindaco della città. Quello che sarà necessario.

6 Commenti su "Il primo giorno di scuola"

  1. L’attenzione sul centro storico vuol dire questo !
    Non cambiare l’orario della Ztl ogni mese …..speriamo bene !

  2. Bravo sindaco. Usiamo gli immobili del comune anche per dare un tetto a chi non c’è l ha, chi fugge dalle guerre è dalla povertà. corso ovidio è pieno, facciamo di Sulmona la capitale del mondo.

    • Luigi Gagliardi | 20 Ottobre 2021 at 10:31 | Rispondi

      non credo sia fattibile a livello comunale, dietro gli extracomunitari ci sono giri di denaro che neanche immagini e che non finiscono nelle loro tasche come qualche partito vuole farci credere, l’ultimo che ci ha provato s’è appena beccato 13 anni di galera.

  3. I nostri figli liceali, che non hanno mai messo piede in quell’edificio…Mi dispiace per questa privazione che ha creato in loro la mancanza di spirito di appartenenza al liceo classico. Assolutamente da recuperare. Meglio tardi che mai. Vai avanti Di Piero.

  4. Complimenti alla redazione de “Il Germe” e un grazie a Patrizio ed Andrea per la qualità e l’accuratezza dei ricordi, narrati o documentati, che non scade nella nostalgia ma è impulso per ricominciare e far rinascere buona vita( i libri) dal degrado. Un bell’articolo spunto di riflessione.Il video lo definirei struggente; se non fossi stata presente, vedendolo, avrei pianto spudoratamente. Diamoci da fare.

  5. Non solo il liceo classico. Altre scuole sono da riconsegnare alla città. Non saranno blasonate come il liceo classico ma meritano la stessa attenzione.

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