
Ma il suo non è un esordio da amarcord, né da sindaco di un paese di 8mila anime e neanche da presidente della Provincia: vola alto De Crescentiis, aprendo il suo discorso sul concetto di progresso, di accoglienza, di inclusione. “Non decidiamo il futuro di un candidato – dice – ma quello della nostra regione ed è con questo spirito che dobbiamo andare al voto, pensando che chi sarà eletto deciderà le sorti di tutti”.
Poi il suo stile: “Un politico non deve dominare, non deve decidere al posto degli altri – aggiunge – ma mettersi a disposizione”.
Di applausi ne strappa più di uno nella sala del locale pieno, soprattutto quando parla ai giovani: “Votate di testa vostra, non fatevi consigliare o peggio ricattare per un posto di lavoro o perché c’è un parente da accontentare – continua -. Io spero votiate per me e per Francesca, ma fatelo con consapevolezza, perché il voto è libertà”.

Anche se sull’unione c’è la macchia delle candidature frammentate in queste regionali, di un centrosinistra che in Valle Peligna forse poteva e doveva fare uno sforzo in più di coesione: “Il 10 febbraio andremo al voto per il rinnovo del consiglio regionale – avverte – non sono elezioni comunali anticipate, né per un sondaggio”. Il riferimento è chiaro ai colleghi di schieramento di Sulmona, a Mimmo Di Benedetto e Fabio Pingue che, in fondo, sono in corsa anche per contarsi in vista delle prossime amministrative.
Ma De Crescentiis va per la sua strada e domenica ci sarà Giovanni Legnini in persona ad inaugurare i comitati elettorali a Raiano (ore 11) e a Pratola (ore 12): “Così capirete qual è la caratura del nostro presidente”.
Volevo ricordare anche la residenza psichiatrica della quale non se ne parla mai ma di cui Antonio ne va tanto fiero!!!
“Perché in fondo questa candidatura in Regione la aspettava, era il proscenio al quale era naturalmente votato dopo dieci anni da sindaco e due da presidente della Provincia.” Come dire vivere di politica e per la politica e basta (e di aspettativa).