Il San Raffaele non ritira le procedure, per i lavoratori “poche speranze”

Al Dipartimento dello Sviluppo Economico del Lavoro, Istruzione, Ricerca e Università, sede di Pescara, Cgil, Cisl e Uil ribadiscono con forza il ritiro della procedura di licenziamento collettivo. Sulla bilancia mettono il grande livello delle prestazioni sanitarie, l’alta professionalità dei lavoratori interessati e della specificità che l’unità spinale presente presso il San Raffaele rappresenta per l’intera regione Abruzzo.

Ieri l’incontro delle segreterie provinciali delle organizzazioni sindacali Funzione Pubblica CGIL-CISL-UIL, alla presenza di dirigenti e funzionari dello stesso Dipartimento e del Direttore Operativo della Società San Raffaele spa. Si batte sul licenziamento delle 14 unità, il ridimensionamento della stessa porterebbe ad un aumento della mobilità passiva fuori regione, con un incremento ingiustificato dei costi a carico dei contribuenti.

La società San Raffaele, spiegano i sindacalisti, come avrebbe riferito il Direttore Marinelli,  escluderebbe categoricamente il ritiro delle procedure di congedo degli operatori “ha ribadito, ancora una volta, che le motivazioni che hanno portato all’apertura della procedura di licenziamento collettivo persistono nonostante le interlocuzioni avvenute”.
I sindacati continuano e specificano “Il Direttore Marinelli, si è detto contrario anche alla proposta, sempre delle OOSS, di verificare l’applicazione dell’istituto del contratto di solidarietà, al fine di guadagnare tempo necessario per salvaguardare l’erogazione del servizio ed i posti di lavoro, fino all’esito delle interlocuzioni della proprietà con la Regione. Le OOSS, in attesa che si svolga un incontro tra le parti, presso il Ministero dell’Economia e Finanze, entro il 15 aprile, così come comunicato dall’Assessore Regionale al Lavoro, Piero Fioretti, in sintonia con l’assessore
alla salute, stigmatizzano fortemente la chiusura della società San Raffaele, rispetto alle proposte sottoposte,
perché tendente ad esasperare il clima tra le parti e quindi a non creare le condizioni per una discussione
serena e risolutiva”.
Il 25 di marzo ci sarà un nuovo incontro, ma “date le posizioni rigide della società si ripongono poche speranze”.

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