Il Tecnico

Mentre osservo snocciolare il rosario della pietosa processione di questuanti alla porta dell’Eletto, il Super Tecnico della Nuova Era dell’Acquario, nominato da Saturno per salvarci, penso, diavolo, è proprio un semidio.

Ha tutto quanto un Saturno di questi tempi deve avere, competenza, professionalità, doppiopetto, affidabilità, concretezza, senso della misura, ampiezza di vedute, esperienza, gesuita laico mediatore, esperto e amico di banche, dell’europa più europeista, confindustria, elargitore di perdoni bancari. Manager di mercato ma non di azienda.

E’ pure della Vergine, meticoloso, puntiglioso, determinato, metodico, va dove lo porta il suo ego ambizioso.

Uomo giusto nel momento giusto.

Se si fosse candidato in un partito avrei potuto votarlo anch’io.

Ma non si è mai candidato, non si è mai presentato con un progetto, una passione, un bene comune che avremmo potuto votare. E’ un Tecnico, per quanto super non si sporca con la politica che sporca, e questo ne fa un ulteriore punto a suo vantaggio perchè la non-politica è sinonimo di purezza (come se la BCE invece, un coro di suorine di clausura).

Non ha colore, al massimo un tecnico è di area, e questo gli dà ulteriore punteggio, da esterno all’area sta pure vicino alle aree a fianco, cosicchè, rispetto al politico la superficie lorda si amplia.

Il suo premier predecessore, Battista venuto a battezzare il vero salvatore, non era già un politico puro, più un tecnico mutante a politico. A lui il Paese ha tributato un amore, prima che una stima, che forse solo a Berlusconi nei tempi d’oro, – peraltro nemmeno lui politico, ma Imprenditore, con velleità da Imperatore. Prima degli imprenditori è stata la stagione dei giudici, passerà anche questa moda.

E allora dove sta il problema?

E’ sano, opportuno e necessario che un Politico si avvalga di tecnici che gli analizzino la congiuntura e ne prospettino possibili esiti, per metterlo nelle condizioni di prendere le decisioni.

Ma è lui a prenderle, non le lascia ad un tecnico per quanto super, nessuno lascerebbe al termotecnico le chiavi di casa solo perchè sa riaccendere la caldaia.

Se lo fa, affida all’idraulico insieme alla caldaia l’intera casa, moglie, figli, nonni, ospiti e vicini, peraltro già educati a chiudersi in camera al primo segnale di allarme dallo scarico, confidando che il professionista sia serio, capace, incorruttibile e lo resti finchè non esce di casa.

Se il problema della caldaia è la scheda non lo scarico, e solo un caldaista certificato può gestire casa, bisogna affrontare la realtà:

la Demo-crazia non c’è più, per quanto a tempo siamo in Tecno-crazia, comanda l’idraulico.

Oppure, che è peggio, è il demos, siamo noi popolani, a non crederci più, come quest’anno di pandemia ci ha fatto capire. Quando abbiamo salutato con malcelato sollievo la quarantena del parlamento nel marzo scorso, per la prima volta nella storia dei parlamenti e delle quarantene, accettandone le funzioni ad una commissione di supertecnici sotto il coordinamento del legiferante unico motu proprio, avremmo dovuto capirlo.

Vero, non c’era un solo italiano, me compreso, che avrebbe voluto questo parlamento fra le balle in un momento come quello, ma per quanto questa certezza fosse unanime e funzionale alla gestione della pandemia, il dato non cambia: non svanisce col covid per tornare miracolosamente a pandemia superata. Squarcia piuttosto il velo su quanto avevamo già maturato senza volercelo ammettere: e il non detto in democrazia può diventare dolo, la colpa di sorvolare sul sale del decalcificatore che finisce nell’intasare la serpentina.

Così una mattina ci siamo svegliati Tecnocrazia, come la chiamavano i complottisiti, con l’alibi che è a tempo, che per ora a votare, dice il Presidente, ci si infetta. La Politica, ormai alla vergogna, ha abdicato agli esperti, senza nemmeno un sondaggio, un’opinione o un voto popolare.

L’ultimo siparietto, dopo l’estremo saluto alla salma col voto di fiducia di qualche settimana fa, tutti in fila dopo le esequie dal tecnico liquidatore, rabboniti e rinsalviniti dal lutto e dal miraggio dell’oro nel cassettone di pora nonna Democrazia, morta di covid.

E se non c’era Politica capace che potesse sostituirsi, forse bisognerebbe inventarla, perchè un tecnico per quanto super fa il tecnico, risolve problemi ma non può decidere quali, quando e perchè.

Va solo, fatevelo dire da un tecnico, se e dove c’è un committente pronto a compensargli equamente il compito assolto così egregiamente.

Antonio Pizzola

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