Il tesoro della Scarsella: quaranta metri di fila per assaggiare il dolce pasquale di Pescocostanzo

Tra i dolci più ricercati della Pasqua c’è, in Abruzzo, senza dubbio la Scarsella: un involucro di pasta frolla farcito con formaggio primo sale, pecorino, parmigiano, cannella, uva sultanina, cedro, uova e zucchero. Un’antica ricetta che si tramanda da famiglia a famiglia pescolana e che turisti e non “indigeni”, possono gustare grazie al biscottificio Di Giacomo. Poco più di 30 metri quadrati nel cuore di Pescocostanzo, diventati tappa irrinunciabile per vivere il territorio, oltre che i suoi sapori.

Inserito nella rete del Gal Abruzzo Italico-Alto Sangro, nel nuovo portale finalizzato alla promozione e gestione dei prodotti locali, il biscottificio è stato travolto dal successo: lo scorso anno dovette intervenire la polizia municipale per gestire la fila di quaranta metri che si era creata fuori dal civico 3 di via della Fontana.

Chiusa la stagione invernale, presumibilmente con l’ultimo fine settimana sugli sci in arrivo; Silvana e Luciano Di Giacomo, moglie e marito che gestiscono il piccolo “forziere” di Pescocostanzo, si preparano per affrontare ora la sfida di Pasqua: “Tra una decina di giorni ci metteremo al lavoro – spiega Luciano Di Giacomo – per iniziare faremo quattrocento pezzi di Scarsella, ma già sappiamo che non basteranno”.

Talmente richiesta la Scarsella che il biscottificio ha deciso di dedicargli anche una settimana “fuori stagione”: “Anche se è un dolce tipico di Pasqua – continua il gestore della biscotteria Di Giacomo – lo riproponiamo nella settimana dall’8 al 15 agosto. Dentro non c’è solo un prodotto genuino e buono, ma anche un pezzo della tradizione e del territorio. E’ un binomio molto apprezzato dai nostri turisti”.

La Scarsella, in realtà, è solo una delle tentazioni di gola del biscottificio tradizionale, nato addirittura come polleria nel 1989 e diventato un laboratorio dolciario e pasta all’uomo nel 2010: su tutte, regina, c’è la “pizzella di Pescocostanzo”, attestata già dalla metà del Settecento, lavorata con il ferro di famiglia, e che si distingue per l’equilibrio degli ingredienti e la presenza di cannella.

Tutte ricette della tradizione, rispettate alla lettera e rubate dagli archivi di famiglia: “Con la biscotteria c’è stata una vera e propria svolta – conclude Di Giacomo – un successo enorme che cerchiamo di gestire al meglio anche grazie alla rete del Gal. Le nostre due figlie hanno scelto altre strade professionali, ma noi speriamo che un giorno, quando andremo in pensione, ci sia qualcuno che voglia portare avanti questo pezzo di Pescocostanzo”.

2 Commenti su "Il tesoro della Scarsella: quaranta metri di fila per assaggiare il dolce pasquale di Pescocostanzo"

  1. Io menzionerei la pasticceria gizzi. Il top d Abruzzo

  2. Vai Luciano, batti il ferro quando é caldo. NICOLA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non verrà mostrato.


*