Il think tank Ecco: “Gasdotto inutile”, non solo i comitati contro Snam

Non sono solo i comitati No Hub del Gas a ritenere inutile il gasdotto Snam e l’annessa centrale di Case Pente a Sulmona: “Ecco” un think tank italiano per il clima, organizzazione indipendente, ha presentato le sue osservazioni all’Arera, sostenendo di fatto che quelle di Snam siano “argomentazioni non convincenti o comunque necessitanti di approfondimenti. In un contesto recentemente mutato, che include da un lato la crisi dell’energia, dall’altro la straordinaria reazione alla domanda di gas a questa crisi, con consumi industriali e residenziali in calo dell’ordine del 15% – scrive Ecco -. Se è indubbio che la disponibilità di gas russo si è considerevolmente ridotta a partire dalla crisi e che potrebbe ulteriormente ridursi, è anche vero che le fonti alternative arriveranno – come la stessa relazione descrive – sia a sud che a nord del tratto in oggetto della consultazione e quindi non necessariamente richiedono una modifica dei transiti sud/nord o viceversa. Se la rete ha retto fino ad oggi senza il potenziamento adriatico, solo in caso di previsioni di notevole prevalenza dei nuovi approvvigionamenti da sud (e quindi la mancata realizzazione dei due FRSU al nord) comprendiamo come potrebbe non reggere in uno scenario di consumi in calo a una velocità superiore alle attese”.

Tutta da dimostrare, poi, la convenienza e la fattibilità di trasformare in futuro l’infrastruttura in idrogenodotto: “L’argomentazione è irricevibile in assenza di uno scenario che mostri che l’idrogeno quantitativamente e qualitativamente avrà le stesse esigenze logistiche del gas fossile” sostiene il think tank, tanto più che i costi di produzione e trasporto dal sud dell’idrogeno sarebbero troppo elevati.

18 Commenti su "Il think tank Ecco: “Gasdotto inutile”, non solo i comitati contro Snam"

  1. Quanti ingegneri in questa think tank?

  2. Da quando in qua occorrono gli ingegneri per capire se un’opera di questo genere è necessaria oppure no? ECCO è un team di esperti in campo climatico ed energetico. Se vuoi conoscere le competenze dei suoi componenti basta andare sul loro sito digitandp ECCO think tank.

    • L’ho visto prima di scrivere il post. Purtroppo ci sono una miriade di aspetti che necessitano di analisi tecniche approfondite con relative modellazioni strutturali e studi di meccanica dei fluidi che difficilmente una persona non formata in ambito ingegneristico riesce a valutare: per esempio, perdite di carico, velocità del fluido in condotta, mantenimento delle infrastrutture lungo la linea in condizioni di garanzia della continuità del servizio durante condizioni estreme (fuori servizio di altre linee insieme ad altri fattori come il prelievo eccessivo quale può essere una avversa condizione meteo) ed aspetti prettamente strutturali.

      Sinceramente non credo proprio che un esperto in materie giuridiche ed economiche sappia dimensionare una pompa o capire la formula di Darcy-Weisbach o sapere cosa sia il teorema di Bernoulli o, ancor più importante valutare probabilisticamente il verificarsi di un certo evento.

      Se si vuole contestare l’utilità di un’opera lo si faccia almeno con strumenti concreti confutando le ipotesi progettuali con una modellazione basata sul prelievo, sulla continuità del servizio in caso di una situazione più o meno verificabile, sulla valutazione di aspetti probabilistici e, per quanto riguarda l’azione sismica sulla tubazione, con una analisi FEM delle tensioni sul materiale. Altre discussioni non hanno solide basi.

      • Da che pianeta arrivi ? I fatti e i calcoli sul gas sono chiari e l’opera è inutile e costerebbe a tutti noi un po’ di più in bolletta.
        Peggio di così non si può andare anche dal punto di vista ambientale!!!!

        • Dal pianeta di uno che ha studiato ingegneria a Padova, che è abilitato sostenendo un esame di stato e che è esercita la professione. Tu invece? Se la buttiamo sulle offese io sono il primo a rispondere, se resta un discorso civile possiamo ancher discutere

      • PREMESSO che il teorema di Bernoulli si studia anche nelle superiori, l’utilità di un’opera non è determinata dalla sua validità scientifica ma dal suo impatto che ha nel contesto in cui la applichiamo. non è che dobbiamo fare una cosa perchè funziona tecnicamente o è sostenibile economicamente, altrimenti per analogia potremmo fare le discariche a cielo aperto in Africa e potremmo togliere assistenza ai bisognosi perchè non sono produttivi. Esistono tante dinamiche da considerare quando si vuole fare un opera di impatto in un territorio. E se, dopo le opportune valutazioni e spiegazioni, il popolo non vuole , quella cosa non va fatta. Questa si chiama “democrazia” (per capire il senso forse dovresti approfondire gli studi classici oltre i teoremi scientifici da laboratorio). se poi nella formula scientifica aggiungi che il gas è triplicato inspiegabilmente nel giro di 3 mesi forse il tuo modellino tecnico-economico non funziona più.

        • Non ho capito “un tubo” di quello che dici. Si può anche studiare alle superiore, ma si è in grado di dimensionare una condotta sotto l’aspetto geotecnico, oltre che idraulico? Per favore non andiamo a toccare certi tasti altrimenti potremmo anche eliminare le lauree.
          Far funzionare le linee esistenti al massimo della loro capacità è SICURO?
          Se non capite questi aspetti cambiate lavoro!!!!

  3. Mi sembra che lei sia fuori strada. L’ARERA ha imposto alla Snam di effettuare una consultazione pubblica non sulla fattibilità tecnica della Linea Adriatica (metanodotto e centrale) ma sulla utilità o meno dell’opera. Nel primo caso servono ingegneri, geologi, sismologi ecc., nel secondo caso – che è quello che interessa – servono esperti in materia di energia, climatologi ed economisti. ECCO è un centro studi con esperti che dispongono di queste qualifiche, e proprio su queste basi ha stabilito che le argomentazioni addotte dalla Snam per giustificare l’opera non sono convincenti.

  4. Anche il Tap era stato considerato inutile…

    • Esatto. A stare a questi ogni cosa muova è inutile. Lo era il rigassificatore a rovinano, la tap , ecc. Sono molto utili per decidere di NON fare quello che dicono

  5. Qualcuno si è informato del perché il metanodotto riparta da Sulmona? Sapete bene che dal 2006 vi è un metanodotto fermo che proviene dalla Puglia che dal 2016 è un importante e strategico serbatoio? È che va a sostituire una linea obsoleta e sicuramente più pericolosa di quella da costruire con le moderne tecnologie?

  6. nuncardi@gmail.com | 5 Febbraio 2023 at 11:50 | Rispondi

    I soliti sciagurati che da decenni non hanno fatto altro che dire no!
    Tutto questo ha portato questo paese ad essere totalmente dipendente da energia straniera,con conseguente altissimo costo,e fragilità assoluta a qualsiasi crisi!
    Si può essere così stupidi?

  7. Quando si deve decidere se realizzare un’opera, pubblica o privata che sia, la prima cosa che si valuta è se essa serve oppure no. Tanto per capirci: nessuno andrebbe a vendere frigoriferi agli esquimesi. Il metanodotto Linea Adriatica (della quale fa parte il Sulmona – Foligno) è un’opera che non serve, perché in Italia le infrastrutture energetiche di trasporto e di distribuzione interna sono già sovradimensionate e lo saranno ancora di più in futuro. Nel 2005 il nostro Paese ha consumato 86,3 miliardi di metri cubi di metano. Lo scorso anno 68 miliardi e 500 milioni. Per la fine del decennio la Snam e il governo prevedono un consumo inferiore ai 60 miliardi di mc. Nonostante la forte diminuzione dei flussi dalla Russia, l’Italia nel 2022 ha importato più gas dell’anno precedente, tanto che ne ha esportato all’estero 4 miliardi e 500 milioni di metri cubi (quasi il 200% in più dell’anno precedente), un livello di esportazioni mai raggiunto in passato e che rappresenta più della produzione nazionale. Il paragone con il Tap è fuori luogo, perché il Tap è un metanodotto di importazione, mente la Linea Adriatica è un metanodotto interno, e i metanodotti interni sono più che sufficienti visto il trend dei consumi. Solo dopo aver accertato se un’opera è necessaria si vanno a valutare i relativi impatti, scegliendo le soluzioni meno impattanti. Invece la Linea Adriatica non solo non è necessaria ma per essa si è scelto il tracciato più impattante, ovvero l’Appennino, territorio altamente sismico e con una rilevante presenza di Parchi ed aree protette. Per il sig. nuncardi: stupido è chi non capisce che il nostro Paese potrà conquistare l’indipendenza energetica solo sviluppando le fonti rinnovabili. L’Italia è il “Paese del sole”, eppure in questo settore siamo indietro rispetto alla Germania e ad altri Paesi del nord Europa. Questo perché non solo l’attuale, ma anche i governi precedenti, anziché fare gli interessi degli italiani hanno sempre fatto gli interessi dell’ENI e della Snam che, guarda caso, proprio grazie alla guerra in Ucraina, hanno realizzato e continuano a realizzare profitti enormi.

  8. Certo si valuta se un’opera serve. Dalla Russia, già da questo anno arriverà poco o nulla metano e il gas che arriverà dal sud Italia dovrà servire a rifornire il nord Italia ma non solo anche il resto d’Europa ove vi sia necessità, non si può mica lasciare la gente senza riscaldamento….
    Chi si oppone ad opere pubbliche che servono a “tutti” è solo un egoista!

  9. Riguardo ai profitti di ENI e SNAM sono d’accordo che dovrebbero in parte finire nelle casse statali.

  10. Dal documento che la Snam ha sottoposto alla consultazione pubblica risulta che, anche azzerando completamente le importazioni dalla Russia, da Sulmona possono arrivare verso nord 43,2 miliardi di metri cubi di metano. Questi quantitativi , uniti a quelli che possono giungere dalla Norvegia (Passo Gries) e dai tre rigassificatori esistenti, più la produzione nazionale, danno una disponibilità tecnica per il nord di oltre 74 miliardi di metri cubi. Siccome i consumi del nord sono di 56 miliardi di metri cubi, c’è un surplus di 18 miliardi di metri cubi rispetto al fabbisogno. Perciò non c’è nessun rischio di restare senza gas e non c’è bisogno di realizzare nuove infrastrutture, come la Linea Adriatica. Quanto ai Paesi del nord Europa non stanno certamente aspettando il gas dall’Italia perché stanno provvedendo autonomamente, sia con nuove fonti di metano, in particolare GNL, sia sviluppando le fonti energetiche rinnovabili. Nell’anno da poco trascorso il nord Europa ha conseguito mediamente un risparmio di gas del 20 per cento, mentre l’Italia non ha superato il 15 per cento. Perciò l’idea di fare dell’Italia un hub del gas è pura propaganda in quanto non ha nessun riscontro con la realtà.

  11. Se io ho un tubo solo e per qualche sfortunato evento si guasta, molte persone si ritrovano alla canna del gas, se invece ne ho due posso vivere tranquillo.
    Questo penso che sia saggezza politica e anche previsione di possibili eventi catastrofici.

  12. Purtroppo e spero di sbagliarmi ma il pronunciamento dell’ARERA alla consultazione sulla Linea Adriatica, sembra e ripeto sembra essere stato preannunciato dal presidente dell’ARERA Stefano Beseghini, che sulle pagine de Il Sole 24 ore dello scorso venerdì 4 ha rilasciato la seguente affermazione:”Preannunciandosi un cambiamento stabile dell’assetto dei flussi del gas, è cambiata anche la valenza dell’opera che, rispetto al timing originario (2023), va realizzato più rapidamente.
    Attendiamo cosa dirà la versione ufficiale dell’Arera.

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