In provincia dell’Aquila si fuma di più. L’Asl riapre i centri antifumo

Delle quattro province abruzzesi, quella dell’Aquila è quella dove si fuma di più. Ben il 30.56% della popolazione consuma abitualmente nicotina, quattro punti oltre la media nazionale. Il picco è tra i 25-34 anni (43%) ma i dati sono alti anche per la fascia 18-24 (38%), mentre il 27% del campione fuma, in media, più di 20 sigarette al giorno. Provano a smettere 4 su 10 ma pochissimi ce la fanno.

I risultati sono il frutto di un’indagine su un campione di popolazione di oltre 1.000 persone, condottadalla Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila, tra il 2014 e il 2017, nell’ambito del sistema di sorveglianza  ‘Passi’. Autore dello studio, coordinato dalla dottoressa Cristiana Mancini, è il servizio epidemiologia e sanità pubblicadella Asl, diretto dal dottor Enrico Giansante. L’obiettivo è quello di monitorare il fenomeno e realizzare attività specifiche di prevenzione. .

Per contrastare il fenomeno del tabagismo la Asl ha già programmato la riapertura dei centri antifumo all’Aquila, Avezzano e Sulmona. I servizi si avvarranno di specialisti affiancati da infermieri e psicologi. La riattivazione dei centri antifumo, per la quale sono già disponibili risorse finanziarie regionali, è prevista nei primi mesi del prossimo anno, tra gennaio e febbraio.

I danni all’organismo. Oggi in Italia il tabacco costituisce la prima causa (evitabile) di morte prematura. Nella popolazione dai 30 anni in su il fumo provoca circa 80.000 morti l’anno: il 24% di tutti i decessi tra i maschi e il 7% tra le femmine, con oltre 1 milione di anni di vita potenziale persi. La dipendenza dalla nicotina causa l’insorgenza di numerose patologie croniche, in particolare oncologiche, cardiovascolari e respiratorie, oltre a numerosi altri disturbi.

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