Incidente sul lavoro alla Magneti Marelli, Fiom-Cgil: “La sicurezza accantonata per i profitti”

Poteva concludersi in modo tragico l’incidente avvenuto ieri pomeriggio nell’impianto della Magneti Marelli di Sulmona, dove un operaio è stato colpito alla gamba da un macchinario, cavandosela con una semplice contusione. Oggi la Fiom-Cgil, attraverso un duro comunicato stampa, ribadisce ed evidenzia le criticità che emergono quotidianamente all’interno dell’impianto sulmonese.

Alla base di tutto c’è il personale, ridotto al minimo sia per quanto riguarda gli incarichi di manutenzione così come per le linee di produzione. Ciò porta ad alti livelli di stress degli operai, che aumentano ancor di più a causa del “metodo priorità”, come scrive Fiom-Cgil, ovvero che in base alle urgenza gli addetti si vedono costretti ad abbandonare alcuni impianti sui quali stavano operando per precipitarsi su altri con guasti più urgenti da risolvere.

“Questo porta letteralmente al mal di testa i manutentori – scrive la Fiom-Cgil – che durante il turno rimbalzano per tutta l’officina come palline del flipper, iniziando in una giornata 2-3 cantieri e a volte senza riuscire a concluderne uno. Essendo la manutenzione rimasta disastrosamente sguarnita, questo effetto flipper aumenta, e spesso per provare a mettere una “pezza” a questo meccanismo, che crea di fatto solo inefficienza, ci si divide, e nei casi in cui sarebbe opportuno lavorare in due, anche per ragioni di sicurezza, ci si ritrova da soli. Inoltre l’azienda ha ormai tarato lo standard minimo produttivo con le sicurezze escluse e i ripari degli impianti aperti, e se adotta questa politica con sistematicità, ci viene da pensare che un lavoratore che si fa male è considerato rischio calcolato. Questa cosa non è accettabile”.

“Se la messa in sicurezza degli impianti fa perde produttività – prosegue la nota – l’azienda non pensa ad efficientare le macchine e a renderle più produttive, bensì’ opta per far correre di più i lavoratori, tenendoli costantemente sotto stress e mettendoli in condizione di farsi male. L’azienda deve assumersi le proprie responsabilità e assicurarsi che tutti gli impianti siano in sicurezza. Se un lavoratore si fa male, per quanto ci riguarda, è responsabilità dell’azienda, che mette in piedi un sistema che porta a determinate condizioni che mette davanti le convenienze aziendali e il profitto sulla sicurezza e sulla pelle dei lavoratori”.

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