“Io non c’ero”, il sindaco di Vittorito chiede di annullare l’assemblea di Cogesa

“Io non c’ero e l’ho messo a verbale”: il sindaco di Vittorito, Carmine Presutti, ha scritto ieri una lettera ai vertici di Cogesa al fine di dichiarare nulla la delibera approvata martedì scorso e con la quale è stata a sua volta annullata la delibera di revoca del Cda del 30 dicembre scorso. In altre parole il primo cittadino di Vittorito, che aveva firmato la sua presenza solo per portare un messaggio di pace all’assemblea, chiede che le sue quote azionarie vengano scomputate dal quorum che proprio grazie a lui era stato raggiunto, rendendo minoranza quella che solo teoricamente era una maggioranza.

Martedì l’assemblea si era regolarmente costituita con 637 quote azionarie sulle 612 (51%) necessarie, ma dopo aver fatto il suo appello a trovare un’intesa, Presutti, che detiene 39 quote, ha lasciato l’assemblea chiedendo che fosse verbalizzato. La partecipazione a quel punto sarebbe scesa a 598 quote, sotto il numero legale, motivo per il quale la delibera assunta dall’assemblea non sarebbe valida. Non si tratta di un cavillo burocratico, perché grazie a quella delibera, di fatto, il Cda resta ancora in sella fino all’approvazione del bilancio e fino all’omologazione del piano per lo stato di crisi della società.

“Senza la mia presenza è venuto meno sia il quorum costitutivo che quello deliberativo – scrive Presutti al presidente Guerra -, i quali, in seconda convocazione a norma dello Statuto, ricordo essere pari al 51% del capitale sociale ovvero nel nostro caso a 612 azioni. Tuttavia, da quanto emerge dagli organi di stampa, sembrerebbe che la delibera sia stata ugualmente assunta. Per quanto sopra, la invito a rappresentare correttamente quanto accaduto nel verbale dell’assemblea e di conseguenza a dichiarare non valida la stessa”.

6 Commenti su "“Io non c’ero”, il sindaco di Vittorito chiede di annullare l’assemblea di Cogesa"

  1. Un giochino immondo, degno della peggior politica: “mi fermo sulla soglia della porta; se mi conviene sto dentro; se non mi conviene mi chiamo fuori!”..
    “E se mi chiamo fuori, voi altri siete tutti delle merdacce, e quel che stabilite non conta nulla!”
    Ma che gente votano a Vittorito?
    Mettetelo in una “gabbia sospesa”, come si usava nel medio evo, con le sue 39 quote del ca**o, esposto al pubblico ludibrio e nutrito a pane e acqua fino alla prossima assemblea!

  2. Il numero legale si calcola in apertura di assemblea come già successo con Gerardini nominato con il
    35% delle quote ora c’era il 47%. Stai a vede che il problema è che con lo stato di crisi gli tocca pagare il cospicuo debito che ha con Cogesa che aveva promesso all’ex Au e non ha saldato

    • eh no polemico, non è così. per la nomina di Gerardini bastava la maggioranza dei presenti come prevede il codice civile quando si parla di revoca della governance, per annullare la delibera serviva il 51%. Ha ragione Presutti, anche se personalmente questa continua rissa è inconcepibile per cui un ricorso al Tar servirebbe solo a mostrare chi ce l’ha più lungo, mentre il Cogesa ha bisogno di ritrovare unità tra i soci

      • Prendo per buono quel che dici il concetto è che qui siamo oltre il teatrino ben oltre la farsa.
        Uno registra la presenza per parlare tace per 2/3 giorni ora dice questo. Ma come si può prenderli seriamente? Questi sono sindaci non passanti.
        Qua più che ricorsi al bar var tar servirebbero dei tso

  3. … chiudere immediatamente Noce Mattei così da mettere una pietra TOMBALE a questo teatrino stomachevole oltre che farsesco… adesso, finalmente, credo che tutti abbiano capito il perché e il percome la Valle dei Peligni è diventata una “ Valle delle Lacrime “ senza più speranza e futuro…

    • Ehi, “Ninco Nanco”: non si può chiudere Noce Mattei fintantoché che non sia garantita una soluzione alternativa a quei comuni, grandi e piccoli, vicini e lontani, che con Cogesa hanno un regolare contratto!
      Lei vuole vedere i comuni dell’Abruzzo, e in particolare il nostro amato capoluogo, invaso da ogni sorta di rifiuto, con cassonetti traboccanti di ogni schifezza tra cui pascolano, da veri padroni, topi, gabbiani, cinghiali e magari financo gli orsi marsicani?
      Credo di no: certamente Lei non vorrà vedere in Abruzzo scene da terzo mondo, col nostro prestigioso capoluogo ridotto ad una discarica a cielo aperto quasi fosse una bidonville africana (tipo Lagos), asiatica (tipo Manila) o sudamericana (tipo Caracas)!

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