Lo stanziamento di 193mila euro da parte della Provincia ieri è un passo in avanti, ma comunque un passo ancora troppo lento. Perché prima che venga dato l’incarico, fatto il progetto ed eseguiti i lavori, passeranno ancora dei mesi. Se tutto va bene. L’istituto tecnico industriale di Pratola Peligna, insomma, è destinato a rimanere parzialmente inagibile ancora per un po’ e, soprattutto, a limitare l’offerta didattica in modo pesante.
Sì, perché contrariamente a quanto era stato prospettato, oltre alla palestra, finora (e non per molto ancora) sostituita da attività all’aperto, la parte più importante dell’offerta formativa della scuola è inibita.
Da quando la scuola ha riaperto, dopo la prima settimana di Dad, in presenza, infatti, non un solo laboratorio tanto del biennio, quanto del triennio, è stato aperto. Neanche i due, oltre a quello “non trasferibile” di meccanica, degli indirizzi di elettronica e telecomunicazioni e dell’indirizzo di chimica. Questi ultimi due, era stato detto, da allestire nella parte di scuola agibile. Né è stata attrezzata un’aula per sopperire con il cosiddetto simulatore, l’attività del laboratorio di meccanica.
Così non è stato, così non è, così non sarà: almeno fino a quando quei 193mila euro stanziati non si trasformeranno in opere vere, con il rinforzo cioè delle scale di emergenza e la riapertura del primo e secondo piano dell’edificio del Leonardo Da Vinci, attualmente utilizzato solo al piano interrato e a piano terra.
Un andazzo che sta già creando i primi malcontenti tra gli studenti e gli insegnanti, tanto che i primi stanno pensando a manifestazioni di protesta. Anche perché il rischio concreto e che si arrivi a Natale in queste condizioni, senza cioè nessuna attività laboratoriale.
Gli studenti non sono disposti ad abbassare la guardia, perché se il rientro in presenza a scuola ha calmato le acque mediatiche e lavato la faccia, dall’altra non ha risolto il problema concreto della formazione che, in una scuola professionale, ha nell’attività laboratoriale la sua principale mission.
Ieri sera, intanto, la discussione si è accesa nel consiglio comunale di Pratola Peligna dove era stata inserita la proposta di una commissione d’inchiesta sull’argomento da parte del consigliere Vincenzo Margiotta. Richiesta “irricevibile” hanno ribadito la segretaria comunale prima e la sindaca poi, oltre che dal punto di vista procedurale, anche dal punto di vista sostanziale e formale. Perchè “sarebbe un abuso” ha detto la Di Nino, ricordando che si tratta di indagare su attività di un altro ente. “Io voglio sapere solo se il Comune sapeva di quella relazione – ha spiegato Margiotta – e vorrei sapere se quella struttura è sicura o non lo è come si legge nella relazione. Perchè ho il timore che qualcuno voglia scippare la scuola a Pratola”.
Commenta per primo! "Iti senza laboratori, studenti in agitazione"