I tesseramenti respinti, o meglio “in sospeso”, all’interno del Sestiere di Porta Japasseri diventano un caso. A poche settimane dalle elezioni per il rinnovo del consiglio direttivo e, soprattutto, del capitano, emergono nuove adesioni al rione rossonero lasciate in ghiaccio. La denuncia arriva direttamente da uno dei soci fondatori, nonché primo e storico capitano: Giuseppe La Vella. A lui, che ha fondato il Sestiere in quel di via Solimo nel 1992, la porta è stata sbattuta in faccia. Ma la storia è complessa, lunga e tortuosa, ed è necessario riavvolgere il nastro per seguire il filo rosso(nero) della vicenda.
La sua richiesta di rinnovo della tessera, viene respinta la scorsa estate in quanto “moroso”, non avendo versato le quote annuali 2023 e 2024. Insomma, un socio onorario che sarebbe decaduto, come il capitano Antonio Cinque avrebbe riferito a La Vella. E non è bastato neanche “saldare” i debiti pregressi per riottenere la tessera. La Vella, infatti, si è visto riaccreditare i 50 euro versati per le due annualità pregresse. Somme rispedite indietro dal Sestiere, in quanto “non socio”. Per tornare all’interno della piazza rossonera, dunque, La Vella è costretto a una nuova iscrizione. Iscrizione lasciata in stand-by, e che non avverrà prima delle elezioni del nuovo consiglio direttivo. Assieme alla sua, altre quarantacinque richieste d’iscrizione al Sestiere sono tuttora in stallo. Tutti figli, forse, di un dio minore. Costretti ad essere approvati dal nuovo consiglio direttivo.
Nulla di strano, se non fosse che altre nove richieste di adesioni e rinnovi, sono state accettate lo scorso 23 settembre. Il tutto senza batter ciglio e senza attendere la tornata elettorale. Anzi, i nove “fortunati” (che avrebbero il merito di aver sfilato in corteo e aver partecipato alle attività sociali) potranno recarsi alle urne il prossimo dicembre per poter esprimere le loro preferenze. Ma il problema sorge a monte, specie per La Vella, che in realtà non sarebbe mai decaduto come socio. Infatti, a La Vella non è mai pervenuta alcuna segnalazione, da parte del Sestiere, di morosità. Un avviso che per legge dovrebbe arrivare a seguito di un atto ufficiale deliberato dal consiglio direttivo, mettendo in condizione l’associato di pagare i propri debiti entro quindici giorni dall’avviso. Inoltre, il rifiuto del versamento delle due annualità associative, rischia di mettere in mora credendi il Sestiere di Porta Japasseri.
Ma l’ex Capitano non è l’unico lasciato appeso per via dell’imminente rinnovo delle cariche sociali. La richiesta di tesseramento è stata sospesa anche per una donna, non vedente. Sulla questione è intervenuta l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, con una lettera del presidente Antonio Rotondi indirizzata al capitano, Antonio Cinque, e al presidente dell’associazione Giostra Cavalleresca, Maurizio Antonini. Una missiva dove l’UICI richiede l’ammissione della donna. “L’unico motivo – si legge nella lettera di risposta del Sestiere – per il quale la posizione della signora non è stata ancora esaminata, è da attribuire alla decisione presa dal consiglio direttivo di attendere il rinnovo delle cariche”.
Posizione ribadita al Germe dal capitano del Sestiere: “Alla composizione formale del nuovo consiglio direttivo – spiega Antonio Cinque – saranno valutate tutte le cinquanta richieste in sospeso. Per coerenza, quasi la metà delle richieste affini a questo consiglio sono rimaste in stallo. A dimostrazione che non ci sono figli né figliastri. Mi rincresce continuare a vedere il nome del Sestiere associato solo a polemiche inutili e strumentali. Le nove persone immesse? Il consiglio ha facoltà di scegliere. Loro hanno partecipato alla vita associativa. Gli altri, invece, non si sono mia visti. Neanche alle cene sociali. Non c’è un capitano dittatore, ma c’è un consiglio che ragiona con la propria testa. L’assemblea dei soci, in ben tre circostanze, ha votato ciò che ha ritenuto opportuno il consiglio direttivo”.
Silenzio assoluto da parte della Giostra Cavalleresca di Sulmona sulla vicenda. Da parte dell’associazione, al momento, non sono arrivati commenti né interventi, come richiesto da La Vella al presidente dell’associazione Giostra, Maurizio Antonini.
I tesseramenti ghiacciati fanno seguito ai cinquantanove tesserati respinti la scorsa estate, con l’espulsione dal Sestiere di un papabile candidato capitano, Paolo Casciani. Allontanamento avvenuto a seguito di un acceso dibattito, quasi sfociato alle mani, tra lo stesso Casciani e Antonio Cinque, lungo corso Ovidio, con tanto di querela nei confronti dell’ex candidato alla corsa per il ruolo da capitano.
Che tematiche importanti…ci vorrebbe un commissario governativo…mammamè.
Intanto la giostra usufruisce di fondi pubblici e si, sono problemi anche nostri!!
A me sembra che Antonio Cinque abbia avuto paura di non essere rieletto. Anche quest’anno il sestiere ha chiuso in passivo e si permette di rinunciare al tesseramento di 59 soci con un danno finanziario di circa 1500 euro e soprattutto rinunciando ad un folto numero di persone e famiglie che hanno a cuore Japasseri.
PER IL BENE DEL SESTIERE DIMISSIONI
Ogni volta che arriva il momento del rinnovo del consiglio direttivo di un’associazione culturale, sembra che alcuni dimentichino il vero significato di questa realtà. Non si tratta di una campagna elettorale politica, non c’è spazio per strategie mirate solo ad accaparrare voti, spesso con tesseramenti dell’ultimo minuto, né per chi ha già avuto ruoli decisionali ma non ha contribuito minimamente, o peggio, ha ostacolato il lavoro collettivo.
L’associazione è un luogo di impegno, confronto e partecipazione attiva, non una passerella per soddisfare ambizioni personali o mettere le mani su decisioni importanti senza nemmeno rispettare il lavoro svolto dagli altri. È il contributo, reale e concreto, a fare la differenza, non i numeri artificiali.
In questa ottica, ben venga da parte del consiglio direttivo, sottoposta a voto in assemblea, la proposta di rinviare l’approvazione delle nuove tessere presentate negli ultimissimi mesi alla valutazione del prossimo consiglio direttivo. Questo per garantire che i nuovi tesserati (ma anche vecchi desaparecidos) abbiano il tempo e il modo di integrarsi, partecipare concretamente alla vita dell’associazione e lavorare in armonia con gli altri associati. Solo così si evitano le tessere “di comodo”, usate come strumento di campagna elettorale, dando invece valore a chi vuole realmente contribuire al bene comune, anche in vista dei futuri rinnovi.
Chi si ricorda il valore fondante dell’associazione e si impegna per quello, resta un vero punto di riferimento. Gli altri? Forse dovrebbero riflettere prima di cercare di “vincere” a tavolino, perché il rispetto e la dedizione non si barattano con le tessere, né si dimenticano a fine mandato.
Rionale, chi te lo ha scritto il commento il capitano??
Tu ribalti la questione: il problema non è chi vuole entrare ma chi non vuole mollare l’osso per solo esibizionismo personale.
Le richieste di ammissione sono state presentate a giugno da parte di tanti che hanno dato l’anima per questo sestiere e che invece ora è in condizioni penose.
Se davvero è stata ‘data l’anima’ per il sestiere, allora perché queste richieste arrivano solo ora, a ridosso di un momento così delicato come il rinnovo del consiglio? Dove sono stati negli ultimi anni? È facile criticare lo stato attuale delle cose dall’esterno, ma chi si è sottratto alla vita associativa, abbandonando il campo e tornando solo ora, porta anch’egli una parte di responsabilità per l’impoverimento del sestiere.
Non si può vantare un passato glorioso se poi si è stati assenti nei momenti in cui c’era bisogno di impegno costante. Questa non è una dimostrazione di amore rionale, ma un atteggiamento opportunista, che svilisce il vero spirito di comunità che dovrebbe animare il sestiere. E no, gli articoli sui giornali non bastano a mascherare una realtà fatta di assenze e mancate partecipazioni. Il futuro del sestiere si costruisce giorno per giorno, con impegno reale, non solo con parole e ritorni strategici.
In un’associazione culturale, il presidente dovrebbe essere eletto all’unanimità. Se ciò non accade ma ha un 30-40% di persone che non lo sostengono, dovrebbe avere il coraggio di fare un passo indietro. L’associazione culturale deve unire, creare. Non dividere ed escludere.
bene,commento pubblicato e poi rimosso,molto probabilmente dava fastidio a qualcuno della banda dei ladroni di hammamet,la verita’ fa male meglio tenerla nascosta,cosi come per lavare i panni sporchi,non prevale il buon senso della Legalita’ diffusa ,la rendicontazione,la tracciabilita’la pubblicazione delle spese sostenute con i contributi pubblici ricevuti rimane “mascherata”,tutto nel rispetto delle Leggi? Dalla collina St. Patrick scaccio tutti i serpenti,il pozzo del santo e’ utile,valido ,efficace per redimere,la croce celtica, i follett,il trifoglio per allontanare,contro gli spiriti maligni…Pat,che dici,quali le ragioni?