Un altro mandato di cattura per Juan Carrito, l’orso più famoso del web che negli ultimi giorni ha intensificato le sue visite a Roccaraso. Questa volta, però, non sarà per trasferirlo in un centro di rieducazione, quanto per ricaricargli il radiocollare che ha le batterie a terra e non permette più di monitorare i suoi movimenti. Con la conseguenza che è diventato impossibile allontanarlo dalle zone più antropizzate.
L’altro giorno l’orso ha fatto visita al solito residence dove si “serve”, qualche giorno fa è apparso sulle piste da sci, e ancora tra cassonetti del paese e nelle campagne e negli allevamenti della zona dove, ormai, gioca con i cani e gli allevatori lo chiamano per nome, come fosse uno di famiglia.
Ma uno di famiglia l’orso non può e non deve essere e il rischio è che tutta l’opera di rieducazione tentata la primavera scorsa sia vanificata.
“Sarebbe meglio che tutti lo lasciassero stare e vivere in pace – commenta il direttore del Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise, Luciano Sammarone – contiamo che presto Juan Carrito vada in letargo e si tolga da sotto i telefonini e i flash dei curiosi”.
Con un occhio all’arrivo dello scirocco che potrebbe ritardare il letargo (come lo scorso anno) e uno sul web dove è tornato ad essere una star.
Una pubblicità che forse farà bene a Roccaraso a due giorni dall’apertura ufficiale della stagione sciistica, ma che potrebbe non essere così salutare per l’educazione del plantigrado.
Le immagini delle comparsate degli ultimi giorni saranno proposte dalla nostra redazione in un servizio in onda oggi sul telegiornale di LaQtv (ore 14,05 sul canale 12 del digitale terrestre).
Fatemi capire, lo stato italiano spende denaro pubblico per far gestire un orso con strumenti scarichi? Ma ci rendiamo conto? Roba da procura della repubblica. Provvedere alla sostituzione delle pile nel momento in cui si viene avvisati di “livello basso di carica” è troppo difficile? Chiedo per un amico.