La barricata degli architetti “sfruttati”, arrabbiati con D’Alfonso

“Le ricordiamo che la Costituzione Italiana, a salvaguardia di qualsiasi forma di dispotismo, all’art. 36, sancisce che il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa. Certamente non Le sfuggirà che anche i tecnici sono lavoratori a tutti gli effetti”. Non si risparmiano agli architetti, i paesaggisti, i pianificatori ed i conservatori riuniti sotto l’ordine di Abruzzo e Molise con sottoscrizione degli ordini provinciali, nel ricordare al presidente Luciano D’Alfonso, che le percentuali applicate sui bandi effettuati dalla Regione, tra il 6 e l’8% come quelli finanziati con delibera Cipe 26/2016, sono percentuali, come dire, un pò povere rispetto al lavoro che i tecnici vanno a svolgere.

Non bastano gli appositi decreti ministeriali o i vari interventi dell’Anac in materia, la Regione continua a porsi “in contrasto con le Leggi vigenti” continuano a ricordare nella loro lettera i “creativi”, come vengono definiti dal presidente, giustificando “il ricorso a percentuali forfettarie
con il fatto che le eventuali somme eccedenti debbano essere previste dalle stazioni appaltanti” che, ovviamente, vista la penuria economica tra gli enti locali, non andranno mai ad impegnare somme ulteriori.

Un “gioco al massacro che la Regione Abruzzo, da tempo, porta avanti sui compensi dovuti ai professionisti tecnici nell’ambito delle linee di finanziamento regionali- si legge nella nota dell’ordine-. Importi stabiliti dalla Regione in base ad un balletto di percentuali che non trova riscontro nella normativa vigente e che porta le stazioni appaltanti a calcolare importi per progettazione, direzione lavori, spese tecniche varie, non conformi a quelli previsti dal D.M. 17/06/2016”.

Scrivono direttamente a D’Alfonso i tecnici perchè “non ci stanno più ad essere considerati necessario, ma fastidioso, accessorio alla realizzazione di opere pubbliche, accessorio da retribuire il meno possibile senza tenere conto della qualità delle prestazioni”. Um fenomeno preoccupante che coinvolge non solo l’Abruzzo. A metterci lo zampino è stato anche il Consiglio di Stato legittimando l’affidamento di servizi di pianificazione al costo simbolico di un euro. A proposito il 30 novembre i tecnici manifesteranno a Roma per chiedere l’equo compenso per le prestazioni professionali.

Tornando all’Abruzzo. Gli architetti dicono “basta” ad una “prassi che, nelle stanze della Regione, è andata fin troppo avanti” e minacciano ricorsi ai bandieffettuati nell’ambito del masterplan che, si sa, potrebbero andare ad allungare i tempi dei lavori.  Ricorsi che, nei fatti, sono già iniziati impugnando, davanti al Tar, il bando per i servizi tecnici per il recupero della fortezza di Civitella del Tronto.

Alle sollecitazione, “numerose in passato”, D’Alfonso non risponde: “ora è arrivato il tempo di passare ai fatti” concludono dall’ordine.

S.P.

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