La bibbia nazista tra le colombe di pace

Tra “La Freccia Nera” e “Il Mago di Oz”, sopra “I Pirati della Malesia” e “Zanna Bianca”, non lontano da “Le avventure di Pinocchio” e da “Peter Pan”: copertina rosso fiammante, con una svastica ben evidenziata al centro e il titolo inequivocabile di uno dei più nefasti trattati di politica che la storia ricordi. Così il “Mein Kampf” (“La mia battaglia”) di Adolf Hitler, considerata la bibbia del nazismo,  si offriva nei giorni scorsi sulle bancarelle “di pace” della Pasqua sulmonese. Un ambulante a piazza Garibaldi non ha avuto alcun problema ad inserirlo sul suo bancone, incorniciato dalla letteratura per bambini.
Non proprio un bell’esempio, non certo nel periodo festivo in cui la Pasqua, con i venti di guerra e bombe che vengono dalla Corea e dalla Siria, avrebbe dovuto essere soprattutto una Pasqua di pace.
Il possesso e la vendita del “Mein Kampf”, in realtà, in Italia non è vietato e anzi nel 2016, scaduti i diritti d’autore (70 anni dalla morte dell’autore), sono state lanciate alla stampa diverse nuove versioni. Il libro, tuttavia, resta parzialmente vietato in Olanda, Austria, Israele, Cina e Russia, e, di certo, non è proprio un inno alla pace e alla fratellanza.
Si tratta infatti dell’autobiografia del dittatore tedesco che scrisse in parte, aiutato dal suo fedele Rudolf Hess, durante la prigionia nel 1924 per il reato di insurrezione. In essa Hitler teorizza e codifica la filosofia e la politica nazista: dalla creazione di un socialismo nazionale, alla lotta al bolscevismo, dall’antisemitismo, alla teorizzazione della razza ariana pura e superiore.
Nessun reato, per carità: sotto gli occhi della Madonna che scappa in piazza e le sue colombe di pace, però, ci si sarebbe aspettati un po’ di pudore.

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