La Casa Santa torna a Sulmona

La nomina, dice, era inaspettata: “Avevo fatto domanda – commenta Catia Puglielli, avvocato del Tribunale per i diritti del malato – e ora mi è arrivata la nomina. Sto andando ad un incontro con il sindaco Annamaria Casini per concordare e discutere le strategie di gestione dell’azienda”. E’ lei, l’avvocato pratolano in prima fila nella difesa dei diritti del malato, il nuovo presidente dell’Asp della Casa Santa dell’Annunziata che, oggi, dopo un lungo periodo di commissariamento guidato da Dario Recubini si trasforma da Ipab in Asp (azienda per il servizio alla persona), secondo la legge approvata diversi anni fa.
Con lei, nel neo consiglio di amministrazione nominato dalla giunta regionale, ci saranno come consiglieri Filiberto Di Tommaso, geometra vicino alla Casini (candidato nella lista Adesso Sulmona) e l’avvocato di Roccaraso Lidia Procario.
“La gestione di quello che è stato il più importante ente morale della nostra regione torna ad essere affidata, dopo diversi anni, ad un organismo costituito da professionalità locali – commenta l’assessore regionale alle Aree interne, Andrea Gerosolimo -. Da sempre la Casa Santa dell’Annunziata rappresenta motivo di orgoglio e vanto per la città di Sulmona e l’intero comprensorio, sono certo che il neo consiglio di amministrazione saprà essere all’altezza del ruolo che è stato chiamato a svolgere”.
Un ruolo che la Casa Santa si è ritagliato a forza con una dura battaglia politica che a suo tempo condusse in particolare l’allora presidente del consiglio comunale Nicola Angelucci, sostenuto dal suo vice Antonio Iannamorelli e dalla consigliera regionale Marinella Sclocco. La Casa Santa, infatti, rischiava di essere inglobata in una Asp unica provinciale e con essa tutto il considerevole patrimonio di cui dispone.
Fu proprio grazie ad una dura battaglia, che portò anche a manifestare Sulmona davanti alla Regione, che si decise di derogare all’organizzazione provinciale, per le Ipab che detenevano un significativo patrimonio. E la Casa Santa era senza dubbio la più ricca della regione.
Le leve del comando tornano ora in città, insomma, con tutto ciò che questo significa per un’azienda che nasce come ente di beneficienza grazie alle elargizioni dei sulmonesi.

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