La corsa di Celestino

La consegna dei lavori era prevista già da tempo, ma poi il furto delle tettoie appena montate e i ritardi nella consegna di alcuni materiali, hanno congelato tutto. Per l’area celestiniana del Morrone, ora, è corsa contro il tempo, per riuscire cioè ad aprire in vista della Perdonanza che ci sarà dal 16 al 18 agosto.

Non sarà cosa facile, nonostante l’altro giorno il Comune abbia affidato l’incarico per il collaudo ad un tecnico esterno relativo alle tettoie che nel frattempo sono state rimpiazzate. Perché per consegnare le chiavi dello spazio, in particolare dello chalet e del piazzale antistante, sono necessari ancora alcuni lavori: l’ultimazione del raccordo con la strada di collegamento, alcuni interventi di finitura sulle tettoie stesse, la piantumazione di alcuni alberi previsti, il collegamento tra le gradinate del piazzale e l’area retrostante che porta al tempo di Ercole Curino.

Soprattutto, però, manca un piano di gestione dell’area che, nel caso specifico, è anche una forma di tutela del bene, oggetto più volte di atti vandalici e furti. Insomma, c’è bisogno di qualcuno che controlli e che gestisca uno spazio che ha grandi potenzialità, ma che richiede anche molta attenzione.

Lo chalet, attrezzato nel frattempo con bagni per disabili, potrebbe essere la chiave di volta con il punto ristoro e l’infopoint che sono stati immaginati, ma su chi dovrà gestirlo c’è ancora un grosso punto interrogativo.

Innanzitutto, c’è la “vertenza” aperta con l’associazione Celestiniana che, nei fatti, non ha mai ricevuto la formale risoluzione dell’affidamento in convenzione: una gestione che è stata bruscamente interrotta nel 2010 dall’allora giunta Federico con la chiusura di mezza montagna (riaperta nel 2013 con un’opera di “prestigio” della Provincia) e che, in teoria, deve ancora scontare due anni e mezzo di contratto.

Sul punto, però, a distanza di tutto questo tempo (dodici anni), l’associazione vuole garanzie: “Abbiamo intenzione di presentare un progetto di gestione – spiega il presidente Giulio Mastrogiuseppe – ma le condizioni non sono più quelle di prima. Sull’intera area va fatto un ragionamento, perché pensare di tenere aperto e di poter manutenere l’area con due arrosticini e l’opera dei volontari è riduttivo e impensabile. Occorre ripensare tutto, magari ipotizzando un contributo per l’ingresso, prevedendo la gestione del verde, pensando ad un servizio navetta, almeno nei periodi di maggiore affluenza, visto che la ristrutturazione del piazzale non permette più di parcheggiare in quota”.

L’idea, nello specifico, è quella di trasformare il campo di calcio che si trova lungo la strada in un parcheggio (così come venne fatto durante le Estati Celestiniane), attivare delle navette e comunque far diventare il tratto che va dalla sbarra al piazzale, parte integrante del percorso.

C’è poi la questione, mica tanto a parte, dell’Eremo di Celestino: la struttura, di cui si è accertata ultimamente la proprietà comunale, è ancora nei fatti aperta dai volontari dell’associazione, ma la continuità non è sempre garantita come dovrebbe, tanto più che, a differenza dello chalet, è un luogo di culto e di forte attrazione turistica.

L’associazione Celestiniana si candida, ma perché possa esserle rinnovato l’affidamento ci sarà bisogno della condivisione con il consiglio comunale e con le opposizioni: dell’associazione, infatti, fanno parte ben due consiglieri comunali di maggioranza (Febbo e Di Benedetto) e, per forza di cose e di legge, dovranno astenersi dalla eventuale votazione. Ma questa è un’altra storia.

6 Commenti su "La corsa di Celestino"

  1. Marco Sciarra | 14 Luglio 2022 at 08:12 | Rispondi

    … 6/700 mila euro di soldi pubblici letteralmente “ bruciati” negli ultimi 20-25 anni…e siamo sempre punto e a capo… funzionava meglio, e bene, negli anni sessanta/settanta gestito dalla famiglia Balassone e nessuna “ Lira “ di spesa sfilata dalle casse pubbliche… ora per gestirlo vogliono lo stipendio e navette pagate dallo Stato … senza più pudore e vergogna…

    • Ma sto parco della Majella a che serve? | 14 Luglio 2022 at 09:13 | Rispondi

      Vero…ma una cosa mi domando ma sto parco della Majella Morrone a che cazzo serve? Non potrebbe prenderlo lui in gestione? Inoltre non potrebbe rilevare anche il locale a passo San Leonardo? Così da utilizzarli come punto turistico e punto ristoro e nel caso di San Leonardo nolo bici e quant’altro…almeno serve a qualcosa sto Parco o solo passarelle politiche e di facciata?

  2. “In vesta di pastor lupi rapaci si veggion di qua sù per tutti i paschi…”
    Quando l’area fu affidata all’associazione, l’amministrazione non ne aveva pienamente il titolo, essendo bene nelle disposizioni del demanio (questo secondo quanto verificato dalle successive amministrazioni). Quindi sulla liceità dell’affidamento vanno quantomeno chiariti molti aspetti legali, prima di altre eventuali decisioni. In secondo luogo, è sempre bene ricordare che l’unica persona ad aver garantito con costanza e amorevole cura la manutenzione dell’Eremo, l’accoglienza dei visitatori, ben oltre il dovuto e senza alcun compenso da parte delle Istituzioni, è stato ed è il sign. Stefano Ricottilli. Questo, almeno a partire dalla metà degli anni Settanta. Chiunque rivendichi presunti servizi o meriti in tal senso, oltre al Ricottilli, non è in buona fede. Le parole, flatus voci, tanto per restare nella visione dell’epoca, non sono in grado di dimostrare nulla. Pace per tutti.

    • Mi chiamo Antonio | 14 Luglio 2022 at 17:09 | Rispondi

      … onore e merito al Sig. Stefano, persona a modo, gentile e disponibile… encomiabile per la dedizione e cura che nel corso di tutti questi decenni ha dedicato all’Eremo Celestiniano, e confermo senza nessun fine a scopo di lucro, anzi rimettendoci spesso di tasca sua… ma non si sta parlando dell’Eremo, bensì dello chalet e della relativa area attrezzata… ecco, bisognerebbe prendere esempio da Stefano… ma vedo dalla foto che il piazzale è stato letteralmente stravolto e forse, e ripeto forse, questo lo limiterà nella sua fruizione da parte di tantissimi possibili utenti/clienti…
      Chi vivrà… vedrà.

      • E invece, caro Antonio, si parla chiaramente anche dell’eremo, qui, nell’articolo: “C’è poi la questione, mica tanto a parte, dell’Eremo di Celestino: la struttura, di cui si è accertata ultimamente la proprietà comunale, è ancora nei fatti aperta dai volontari dell’associazione…”. Saluti

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