La Corte Costituzionale salva il Sirente Velino. Pietrucci chiede dimissioni di Imprudente. WWF: “Sonora batosta”

La tagliola della Corte Costituzionale scende sulla legge regionale, evitando tagli ancor più importanti come quelli programmati nel Parco Sirente Velino dalla legge regionale 14/2021. “Non risulta – scrivono i giudici delle leggi – che siano state effettuate le prescritte ‘conferenze per la redazione di un documento di indirizzo relativo all’analisi territoriale dell’area da destinare a protezione’, né che tale documento d’indirizzo sia stato predisposto, né ancora che siano state operate l’analisi territoriale, l’individuazione degli obiettivi da perseguire e la valutazione degli effetti dell’istituzione dell’area protetta sul territorio, sulla cui base espressamente si realizza la partecipazione, secondo quello che la legge quadro statale sulle aree protette qualifica espressamente come principio fondamentale per la disciplina delle aree naturali protette regionali”.

La Corte pur riconoscendo l’esistenza di delibere dei Consigli comunali e dei verbali delle riunioni della Comunità del parco, ha comunque rilevato che non risulta “in alcun modo che siano state rispettate le specifiche condizioni procedimentali, a garanzia della prescritta “qualificata” partecipazione delle autonomie alla scelta di riperimetrazione dell’area”.

Diverse le reazioni da parte della politica regionale. Il consigliere regionale d’opposizione, Pierpaolo Pietrucci, chiede a gran voce le dimissioni dell’assessore con delega ai Parchi, Emanuele Imprudente (che porterà il Sirente Velino a Bruxelles in settimana): “Per motivi ancora oscuri o forse puramente ideologici, come se si dovesse dimostrare a chissà chi una indomita e muscolare ostilità anti-ambientalista – spiega Pietrucci – l’assessore Imprudente ha dedicato quasi esclusivamente la sua attività in questi anni a ridurre l’area protetta del Parco regionale, incurante delle critiche, dei suggerimenti, delle proposte alternative, degli emendamenti, delle firme raccolte da migliaia di cittadini. Per questo Imprudente deve chiedere scusa e restituire la delega all’ambiente”.

Parla di improvvisazione il segretario regionale del Partito Democratico, nonché senatore, Michele Fina, il quale ha lasciato intendere che la bocciatura della riperimetrazione del Parco sarebbe stata ovviamente bocciata dalla Corte Costituzionale. “Ora sia un nuovo inizio, a cui intendiamo partecipare: chi oggi gestisce e guida il Parco lamenta la disparità di strumenti e risorse tra aree protette regionali e nazionali -aggiunge Fina -. Vero ma allora perché si è archiviata sbrigativamente la discussione sulla possibilità di trasformare il Sirente – Velino nel quarto parco nazionale abruzzese (o quinto se si considera anche l’istituendo parco della Costa Teatina)? Bisognerebbe risolvere i problemi e superare le frustrazioni trovando una soluzione guardando più avanti e non tornando indietro. Chiederemo a tutti gli attori in campo di confrontarsi senza spirito di appartenenza”. 

Più che soddisfatta Sinistra Italia, che aveva provato in tutti i modi a fermare il taglio in cantiere per il Parco, con una petizione firmata da 125.000 persone (alla quale parteciparono anche le Associazioni ambientaliste WWF Abruzzo, Lipu Abruzzo, Pro Natura Abruzzo, Italia Nostra Abruzzo, Mountain Wilderness, CAI Abruzzo, Salviamo l’Orso, Orso and Friends, Altura Abruzzo, Appennino ecosistema, Touring Club Italiano, Dalla parte dell’Orso, Comitato Salviamo il Parco Sirente Velino e altre) e un appello sottoscritto da 50 personalità del mondo dei parchi, della ricerca e della cultura che non diedero i frutti sperati, trovando ferma opposizione da parte della Giunta.

“Ora ci aspettiamo che il Presidente del Parco chieda scusa a tutti, in primis ai cittadini e alle associazioni che in questi anni hanno dato battaglia per far prevalere un principio di buon senso e ragionevolezza – scrivono Pierluigi Iannarelli e Enrico Perilli del Circolo Sinistra Italiana L’Aquila -. Chieda scusa e visto che ha contribuito alla formulazione stessa della legge, ne tragga le dovute conseguenze”.

Ad esultare è la Stazione Ornitologica Abruzzese, che da sempre si batte contro la legge 14/2021 che prevedeva la diminuzione dell’area di migliaia di ettari.

“Siamo felici per aver contribuito a ristabilire l’ordine delle priorità: la tutela della biodiversità viene prima di piccoli interessi locali, a partire da quelli dei cacciatori – Dichiara Massimo Pellegrini, presidente della Stazione Ornitologica Abruzzese-. L’esistenza di un patrimonio di interesse europeo e la necessità di gestirlo in maniera adeguata dovrebbe essere considerata un onore da parte della Regione e non un peso. Ovviamente bisogna investire nella tutela in termini di risorse intellettuali e materiali invece che cercare scorciatoie come quella di un taglio all’area protetta”.

“Abbiamo lanciato il primo allarme circa le conseguenze sulla biodiversità del taglio che si stava prospettando producendo una cartina inequivocabile sulle aree che la regione voleva escludere. -Dichiara Augusto De Sanctis, consigliere della Stazione Ornitologica Abruzzese -. Poi avevamo avvisato più volte la Regione dell’inopportunità di procedere a questo sconsiderato taglio del parco spiegando dettagliatamente le ragioni dal punto di vista naturalistico. Nei territori che la regione ha poi escluso e che oggi tornano protetti nidificano o si alimentano specie rarissime protette a livello comunitario, dal Gufo reale all’Aquila reale, dall’Orso bruno alla Coturnice, dal Falco Pellegrino al Gracchio corallino. Questi territori sono stati riaperti alla caccia e ad altre attività impattanti che invece sono vietate dentro un’area protetta. Fortunatamente migliaia di ettari di natura sono di nuovo tutelati. Oggi è una buona giornata per la Natura abruzzese”.

Per il WWF si tratta di una sonora batosta all’amministrazione regionale: “È indubbiamente una grande sconfitta far passare la decisione dei confini dell’unica area protetta regionale attraverso una diatriba giuridica, meglio avrebbe fatto la Giunta regionale ad accogliere l’invito che le Associazioni ambientaliste non hai mai cessato di lanciare, quello della ricerca di un dialogo e di un confronto con la creazione di un tavolo di ascolto e di nuova programmazione del territorio, basato però sulla tutela del grande patrimonio naturalistico che il territorio del Parco regionale Sirente Velino custodisce. Ora si lavori insieme per il bene dell’area protetta, il Parco ha bisogno di altro: di essere dotato di strumenti per esercitare la propria funzione, dell’approvazione del Piano di gestione, della possibilità di indennizzare velocemente i danni da fauna all’agricoltura e agli allevamenti, di un piano di rilancio che punti alla promozione turistica”.

4 Commenti su "La Corte Costituzionale salva il Sirente Velino. Pietrucci chiede dimissioni di Imprudente. WWF: “Sonora batosta”"

  1. Ogni tanto UNA GIOIA!

  2. La Corte Costituziona ha dichiarato anticostituzionale anche l’art.177 del Codice Appalti.Ma perché un arrampicatore sociale come Mazzoncini è arrivato alla A2A ,e si può permettere di pagare Mattarella junior come avvocato. Quindi la Consulta ,dove un terzo dei giudici li ha nominati il padre di Mattarella junior, ti dichiara anticostituzionale ogni qualsiasi capriccio che ti pare,,,basta che hai soldi e puoi pagare.

    • Davvero,questi Mattarella hanno per mestiere le mani in pasta con i soldi degli appalti come i panettieri con la farina. Prima con lo scandalo delle banane di Trabucchi,poi le carte a regola di Piersanti ed ora gli appalti delle concessioni anticostituzionali della a2a

  3. … le firme raccolte… di quali migliaia di cittadini stiamo parlando…. di quelli che vivono all’interno del Parco Regionale o di quelli che votano vivendo comodamente a centinaia se non migliaia di chilometri di distanza… DEMOCRATICAMENTE, proviamo a far votare con un referendum i cittadini residenti, che vivono sulla loro pelle a volte gli assurdi divieti “calati” fin dentro i nuclei abitati e non solo a tutela della flora e della fauna. I paesi si stanno spopolando.
    Bisognerebbe far convivere la protezione con lo sviluppo del territorio, senza stravolgimenti ma anche senza vincoli controproducenti e penalizzanti per i residenti.
    P.S.
    Poi però alcuni ENTI Parco autorizzano pesanti piani di taglio come per la zona di Fonte Romana in Comune di Pacentro, su un’area a forte dissesto idrogeologico…
    CUI PRODEST … si interrogavano gli antichi latini ( Seneca docet).
    A chi giova?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non verrà mostrato.


*