La donna che non sono io

Fra gli elementi che rendono tanto prezioso l’invecchiare, c’è sicuramente la sorellanza che nel tempo si stabilisce tra le donne.
Prese come eravamo dagli eventi della vita, non ci siamo accorte quando esattamente sia successo, ma un giorno ci siamo rese conto di non avere più nemiche. Erano tutte sparite. L’unica rimasta, che combattiamo inutilmente da una vita, è quella nascosta in un angolo buio della nostra anima: la parte di noi stesse che non ci piace affatto.
A una certa età, variabile per ognuna di noi, le sciocche rivalità vengono sepolte e cominciamo a starci tutte simpatiche, un po’ per la convivenza sulla medesima barca, un po’ perché, non avendo dimenticato le emozioni che nel corso della vita ci hanno plasmato, arricchito e trasformato, siamo ora in grado di riconoscerle negli occhi delle altre.
Non possiamo rimanere indifferenti davanti a certi sguardi: abbiamo bisogno di gioire o piangere insieme per storie che un po’ si somigliano tutte, dentro abbracci che non hanno bisogno di parole.
Tutti sanno che, quando le donne si abbracciano, succede un tête-à-tête.

Strette in questa posizione così intima e complementare, l’una contro l’altra, grandi o piccole, a mela o a pera che siano, è facile rendersi conto che la gelosia, l’invidia e la cattiveria non fanno per noi.
Di chi dovremmo essere invidiose o gelose, soprattutto ora che non esistono più neanche le star? Le ha distrutte il gossip, mostrandocele in tutta la loro umanità, le fragilità e gli sbagli tanto simili ai nostri, che non siamo star, ma ci sappiamo star.
Abbiamo saputo star prima negli “enti”, poi negli “enta” e ora ci toccano ben sei decadi di “anta”, fino ad arrivare a “ento”, se Dio vorrà.
Neanche uno di questi anni è andato sprecato: sono stati tutti necessari per arrivare fin qui.
Qualche passo lo abbiamo saltellato cantando, qualcun altro lo abbiamo zoppicato piangendo, ma non ci siamo mai fermate, trascinandoci tante volte l’un l’altra fino alla vetta, in delle spettacolari cordate muliebri che, a rifletterci bene, fanno pensare che la pace nel mondo sia possibile e dietro l’angolo.
È per questo che, a un certo punto, abbiamo cominciato a preferire la compagnia, i sorrisi e i complimenti delle altre donne, rispetto a quelli degli uomini.
Perché quelli femminili sono sorrisi nei quali ci riconosciamo, complimenti che non hanno un secondo fine e momenti condivisi che riescono a trasformare pianti disperati in lacrime dal troppo ridere.
Tutte le donne che ho cercato di essere, quelle che sono stata per qualche tempo e quelle che non sarò mai, oggi sono mie amiche alleate.
È grazie a loro che ho smesso di cercarmi, perché ho capito che ero qua da sempre. Unica per qualcuno, seppure una fra milioni di miliardi.
Noi donne con la nostra voglia di chiarire e di spaccare il capello in quattro, finché non siano state dette tutte le parole del mondo, almeno tre volte di seguito. Noi donne con la nostra capacità di sognare e aspettare senza chiedere, fino all’ultima goccia di pazienza, qualcosa che poi andremo a prenderci con la forza di una locomotiva. Noi donne con il nostro bisogno di amare e di essere amate, che ci rende tutte così uguali e noiose, dopo la prima decade di sentimento farfalloso e passeggiate al chiaro di luna.
Donne disperate, donne felici, donne furiose, donne gelose, donne impazzite, donne invidiose, donne che sfasciano, donne che incollano, donne fintamente sicure, donne sicuramente finte, donne che ridono troppo, donne che piangono sempre, donne che hanno paura di invecchiare, donne che hanno paura di sbagliare, donne che sbagliano per paura, donne che si bastano, donne irrisolte, donne rassegnate, donne stronze, donne illuse e donne disilluse.
Nel corso della mia vita sono stata tutte loro. Alcune per qualche ora, altre per degli anni.
Ci ho messo tanto per capire quale di queste donne fossi davvero e farla coincidere con quella che avrei voluto essere.
Ora me la tengo stretta, mentre stringo tutte le altre donne.

gRaffa

Raffaella Di Girolamo

9 Commenti su "La donna che non sono io"

  1. Francesco Morgante | 29 Gennaio 2020 at 20:30 | Rispondi

    WARNING il commento è stato rimosso perchè sessista

    • Francesco Morgante | 30 Gennaio 2020 at 08:45 | Rispondi

      WARNING commento rimosso perché sessista

    • Signor Morgante, su questo sito non le è consentito offendere chicchesia per il suo aspetto fisico o peggio per il suo genere sessuale. La avvertiamo che al prossimo commento di questo tenore verrà oltre che censurato, anche bannato

      • affermare che un essere è inferiore perché brutto o peggio perché è donna, è una forma di offesa e razzismo che per quanto possa trovare riferimenti letterari e storici, non è tollerata da questa testata. Quindi la invito ad esternare queste sue opinioni in altri luoghi. Grazie

  2. Servirebbero quei 5 minuti con una donna almeno con una mente libera si avrebbe un altra opinione

    • Francesco Morgante | 29 Gennaio 2020 at 22:21 | Rispondi

      Lei invece deve essere una persona contenta.Io comunque esprimevo perplessità teratologiche proprio in riguardo a queste formali parità di funzioni tra uomini e donne accadute in questo soltanto ultimo secolo in contrasto con la diversità di tutti gli altri millenni vissuti dal genere umano. La riflessione è proprio che queste esigenze sociali che hanno spinto al raggiungimento della parità di genere sono sorte ,tutte è completamente ,nel mondo anglo germanico, ove però è ben conosciuta la enormemente superiore percentuale di omosessualità che travaglia quelle popolazioni, tantoche’ determinati concetti vengono dalla Conferenza Episcopale di Germania e dal cardinale Marx, ripresentati indentici in una sorta di ulteriore Concilio Tridentino, anche nell’imminente grande sinodo tedesco, quando appunto in una più moderna ed evoluta Roma, le funzioni di genere all’interno dell’universo cattolico vengono mantenute ben assegnate e distinte secondo i ruoli ,e non certamente per caso ma ,per disegno intelligente. Quindi i ruoli di guida e dirigenziali, in pluribus, sono riservati, e dai millenni, al genere maschile.

      • Francesco Morgante | 29 Gennaio 2020 at 22:24 | Rispondi

        E la puerilita’ ,la semplicità di questo articolo alla femminile oltre a svelarne la mentalità dimostra che a Roma , hanno ragione.

  3. Tutto ciò è inquietante come disse un suo caro amico gli ultimi saranno i primi

  4. Basta tollerare ancora questi commenti.
    Nei commenti si è andato ben oltre e vi sono stati chiari commenti sessisti giustamente bannati.
    Chissà cosa ne penserebbe di tali commenti colei che ha generato “tale figlio e tale uomo”.
    In altri siti già sarebbe stato bannato a vita.
    Qui l’unica denuncia è quella da formulare nei suoi confronti.
    E’ lei stesso a non farsi onore.
    Questi apprezzamenti li espliciti in siti specifici nel dark web, li di certo non le mancherà degna compagnia.

    A mio parere la Redazione è stata fin troppo tollerante.

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