La Giostra redenta, donne “soggetto” e non violenza sull’acquedotto medievale

Fotografie in trasparenza a percorrere l’acquedotto medievale. I nuovi teli della Giostra cavalleresca, croce per molti sulmonesi, (da sempre dispiegati a vietare lo sguardo curioso sulla gara ai non paganti) questa volta sembrano fare breccia tra i cittadini.

Prevalentemente donne, quelle immortalate, donne decisamente vestite, in abiti d’epoca, senza oblò accattivanti o pendagli poco rinascimentali, a differenza del manifesto delle polemiche che di elegante ha ben poco, tanta invece sulla locandina, era l’atmosfera anni 80 da sagra.

Filo conduttore di questa carrellata di immagini è una tematica che trova tutti d’accordo quella contro la violenza di genere. Primi piani accompagnati da frasi di William Shakespeare “La donna uscì dalla costola dell’uomo, non dai piedi per essere calpestata” (anche se ci sarebbero siti pronti a dissentire sull’assegnare la paternità della frase allo scrittore inglese, il passo sarebbe del Talmud)

Una scelta che sorprende doppiamente, sia per la fine dell’era dei teloni verdi, posticci o kitsch e sia per una ritrovata sublimazione o semplicemente, una volta rinsaviti, il ritrovato rispetto nella comunicazione di un macro evento, della donna, non più oggetto come la locandina delle locandine, ma soggetto.

Insomma la Giostra sembra scorgere la retta via, che forse pentita, dopo una riflessione attenta ha offerto in questo modo il suo bando di scuse alla donna e alla città.

E insomma quest’anno forse i teli saranno più tollerati, per bellezza e per la trasparenza delle immagini, foto che consentono di poter vedere qualcosina della gara. Anche se, a onor del vero, resta sempre una buona frangia cittadina che chiede di offrire alla città tutta la visione e la visuale sulla gara nell’anello di Piazza Garibaldi. Senza impedimenti. D’altronde la Giostra è un po’ di tutti, amanti e non, paganti e non, nobles e volgo. Il contributo del Comune è il contributo di tutti e ci piace pensare che la regina Giovanna, quella di qualche secolo fa, avrebbe preferito così.

Anna Spinosa

3 Commenti su "La Giostra redenta, donne “soggetto” e non violenza sull’acquedotto medievale"

  1. Guglielmo Di Loreto | 27 Luglio 2018 at 12:53 | Rispondi

    Dopo tanti anni di giostra si potrebbe pensare alla possibilità di evitare impedimenti visivi almeno per provare. I Responsabili pensano forse di non avere più pubblico sulle tribune? Secondo me si sbagliamo e lo spettacolo arriverebbe a molti altri.

  2. Bisogna finirla di far passare la donna come unica vittima di questa società. Ci sono uomini e padri separati che subiscono in silenzio….dalle donne!!!

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