La giustizia a Gotham City

Più che una vittoria è una giustizia di Pirro quella che ieri il tribunale di Sulmona ha riportato nei confronti di Gianfranco Melillo, imprenditore campano conosciuto in Valle Peligna per aver acquistato, sotto lo pseudonimo di Batman, le Terme di Raiano all’asta per farne poi un Resort di lusso, lo Smeraldo, inaugurato tra Ferrari e champagne nel 2012 e amaramente fallito dopo qualche anno.

Il giudice Francesca Pinacchio ha condannato Melillo a tre anni e sei mesi di reclusione per il reato di truffa, ovvero per aver assunto a loro insaputa quattro dipendenti – che dipendenti non lo sono mai state – senza che queste venissero mai chiamate a lavorare e ovviamente senza ricevere alcuna busta paga. Le accuse più gravi, quelle di truffa aggravata ai danni dello Stato, per aver cioè intascato 400mila euro di contributi pubblici nell’ambito del progetto “Lavorare in Abruzzo”, senza ottemperare ai requisiti del bando (ovvero assumere trenta persone), sono però andate in prescrizione. Inchiesta del 2014.

Stessa sorte che toccherà anche alla causa per la quale è stato condannato in primo grado ieri, perché i termini di prescrizione scadranno il prossimo 30 novembre, data più o meno per la quale la Pinacchio fornirà le motivazioni della sentenza. Insomma anche questa condanna sarà prescritta addirittura prima del ricorso in Appello e la vicenda dello Smeraldo, di fatto, resterà impunita.

Ma non è tutto, perché ad oggi non si sa neanche se la Regione abbia recuperato in parte o totalmente i soldi erogati alle due società finanziate, attraverso l’escussione della polizza fideiussoria obbligatoria per legge. Ieri a specifica domanda del difensore di Melillo, l’avvocato Daniele Di Bartolo, infatti, il dirigente della Regione chiamato a testimoniare (e individuato dopo una lunga ricerca), non ha saputo rispondere, perché, ha detto, non di sua competenza.

Di certo si sa che l’assicurazione che aveva fornito la fideiussione non si è inserita nella procedura fallimentare delle società e questo lascia supporre che non abbia crediti pendenti con Melillo.

Su che fine abbiano fatto i soldi dei contribuenti, sarà forse, chissà, la Corte dei Conti a verificarlo, di certo c’è che la storia delle Terme di Raiano è una delle più grandi beffe consumate sul territorio, sin dal principio quando cioè venne realizzata con 10 miliardi di lire di soldi pubblici nel 1993.

La stessa vicenda giudiziaria di Melillo appare paradossale, se si pensa che la prescrizione è arrivata anche a causa degli errori nell’assegnazione dei ruoli ai giudici e della misteriosa sparizione dei tre fascicoli tra un’udienza e l’altra, tanto da rendere necessario a marzo scorso la ricostruzione dell’intera vicenda e del relativo fascicolo.

Al territorio resta un immobile ormai cadente e l’amarezza di un’occasione persa, di un sogno svanito tra i vapori delle acque termali che annunciavano, ormai trenta anni fa, una ricca svolta del turismo.

Giustizia è quasi fatta a Gotham City.

7 Commenti su "La giustizia a Gotham City"

  1. Machetoodicaffa!! | 22 Settembre 2021 at 00:24 | Rispondi

    Povera Italia, che brutta fine…..

  2. Machetoodicaffa'!! | 22 Settembre 2021 at 00:26 | Rispondi

    Povera Italia, che brutta fine…..

  3. La valle Peligna ormai non è più un isola da felice da molto tempo !

  4. dare seguito alla legge 148 del 2011 sul riordino dei tribunali per la spending review

  5. Lupus in fabula | 22 Settembre 2021 at 14:46 | Rispondi

    …la storia di un fallimento annunciato fin dall’inizio, nel lontano 1993, quanto tutto iniziò con un finanziamento pubblico di 10 miliardi di lire, le chiamarono le antiche terme di Ovidio e promettevano già allora centinaia di posti di lavoro, altro che “Batman “…si è partiti dalla sorgente la Solfa…per arrivare ad una “ Sola”.
    L’ennesimo progetto fallimentare voluto dalla politica locale…e nessuno paga.

  6. Qualcuno ricorda per caso la faraonica presentazione di un Candidato Politico locale alcuni anni addietro?

  7. A noi poveri mortali vengono a chiedere -tramite legale – 30 euro non pagate di una bolletta.

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