La grandeur in discarica

Ora che “l’immobiliare” Cogesa, con il suo parco giochi per dipendenti, si è trasferita nei capannoni di Sviluppo Italia, la puzza se la dovranno subire solo i residenti a Noce Mattei. Neanche più la consolazione di dover condividere il disagio, che i colletti bianchi sono al sicuro e improfumati nei loro uffici. Eppure quello della discarica è un problema che sembra essere solo all’inizio, al netto delle valutazioni a naso dei tecnici e delle letture parziali che si danno dei verbali di sopralluogo. Dai quali sono emerse, comunque, diverse criticità nell’impianto. Perché la gara da oltre 4 milioni di euro per trovare un sito alternativo dove scaricare la monnezza dei Comuni non soci è andata deserta, condannando di fatto la discarica di Sulmona a fare da parafulmine alla incapacità di gestione e alla grandeur di Cogesa. “Non rispondiamo a gare a settembre – dice Antonio Lucio Valerio, responsabile di Smaltimenti Sud, la società di Isernia che fino allo scorso anno ha accolto i rifiuti in eccesso di Cogesa – siamo abituati a fare programmazioni almeno annuali e poi, a parte questo, non possiamo garantire una capienza di 18mila tonnellate, a quei prezzi poi”. E insomma Cogesa dovrà risolvere la questione in casa, ovvero continuare a interrare nel buco di Noce Mattei il triplo del quantitativo che i soci avevano imposto come tetto, condannando probabilmente – in attesa di Refolo e del Css – la vita della discarica ad un brusco ridimensionamento. L’amministratore della partecipata, Vincenzo Margiotta, annuncia nel frattempo un piano da 300mila euro di mitigazione ambientale (piantumazioni di alberi principalmente) oltre a voler avviare, dopo il fallimento della gara, una trattativa diretta per trovare nuovi siti di conferimento a costo di aumentare i costi. Che poi, a lui, che gliene frega: gli alberi, come le bollette, li pagano la collettività. Ed è facile prevedere che la Tari aumenterà già dal prossimo anno. E che il Cogesa, che era nato come un consorzio per gestire i rifiuti della Valle Peligna e non come una specie di “multinazionale multifunzione”, che spazia dal centro per l’impiego alla stazione appaltante, ora, non può tornare più indietro: troppo personale e troppi impegni. Con quel piglio da imprenditore con il capitale del pubblico e la troppa ambizione senza programmazione.

2 Commenti su "La grandeur in discarica"

  1. bene,i rappresentanti dei proprietari(Cittadini) quelli definiti soci che dicono ? Chiudono gli occhi,fanno finta di niente,come le tre scimmiette non vedono,non sentono,non parlano…quindi complici,colpevoli o …richiedono immediatamnete l’intervento delle Autorita’ di controllo,iniziando dalla Commissione parlamentare,Ministero dell’Ambiente,Ispra,Commissione /Agenzia Europea,Procura della Repubblica,ecc, volendo possono ispezionare,verificare,controllare personalmente,(invitando i Cittadini/soci) il sito, ,la gestione ,la regolarita’,legalita’ delle attivita’ dell’azienda ,o no?

  2. K ha deciso l entrata di altri comuni???

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