
Costi dell’energia e difficoltà a reperire materia prima: la guerra in Ucraina fa sentire i suoi effetti anche in provincia dell’Aquila dove, secondo un’indagine del Centro studi di Confindustria, entro tre mesi un’azienda su tre rischia di chiudere i battenti. Oltre il 16% delle imprese ha già ridotto la produzione, in alcuni casi anche in modo significativo.
“Nelle filiere più esposte all’intensità di consumo energetico, l’alternativa
da un mese è continuare a produrre in perdita o decidere stop temporanei delle produzioni – afferma Riccardo Podda, presidente di Confindustria L’Aquila – dall’indagine emerge che il 22% delle imprese energivore già riporta riduzioni della produzione. Percentuale che in 3 mesi, ai prezzi attuali, può salire al 56%. Si rischia di passare da una crescita dell’export del 13,3% annua nel 2021
a un modesto 2,8% nel 2022, con un crollo dell’export che peserà notevolmente sulle imprese locali”.
I comparti più colpiti risultano la manifattura e le costruzioni e solo nel mese di febbraio si è registrato un aumento della produzione industriale del 32,8%.
La crescita del Pil, nel 2022, sarà sotto il 2% e non più oltre il 4% come atteso, e dell’1,6% nel 2023, anno in cui si rischia la recessione conclamata. Nella migliore delle ipotesi, la produzione industriale passerebbe, quest’anno, dal +11,7% del 2021 al +1,5%, se e solo se nella seconda metà del 2022 la situazione migliorerà. Gli investimenti fissi lordi, dopo l’incoraggiante +17% del 2021, quest’anno aumenterebbero solo del 4,5%, colpendo la propensione a investire delle imprese proprio in questo 2022, che rappresenta il primo anno utile per partecipare e aggiudicarsi i bandi del Pnrr. “Occorrono misure nazionali che mirino ad attenuare il fortissimo rallentamento che è in
corso – aggiunge Francesco De Bartolomeis, direttore di Confindustria L’Aquila- i dati odierni dimostrano che il Pnrr da solo non è in grado di generare effetti di crescita tali da contrastare adeguatamente l’enorme contraccolpo generato dagli avvenimenti in corso”.
Così imparate a farvi i fatti vostri.italia paese zerbino degli stati uniti
…e di Cina e Russia.
Con la Russia l’Italia ha circa 8.000 mln di euro di export. Altro che zerbino, si chiama business.
L’importante è continuare a portare le mascherine e sventolare diritti altrui, oltre alla bandiera dell’Ucraina e l’arcobaleno. Un paese di menti fottute!