La lenta agonia demografica: 2.500 residenti persi in otto anni

(ph. Angelo D’Aloisio)

Duemilacinquecento. Da questo numero bisogna partire per capire la crisi di Sulmona, del Centro Abruzzo, e di tutte le aree interne in generale della Regione. Duemilacinquecento sono gli abitanti che Sulmona ha perso negli ultimi 8 anni, secondo lo studio svolto e pubblicato da Aldo Ronci.

Il capoluogo peligno è il Comune che ha perso il maggior numero di abitanti tra il 31 dicembre 2013 e il 31 dicembre 2021, passando da una popolazione complessiva di 24.908 residenti a 22.388. Un calo del 10,12%. Il tasso più alto tra i Comuni con oltre 15.000 abitanti. L’unica percentuale in doppia cifra, con Ortona che segue ad “appena” -5,42%. Un calo verticale. Uno strapiombo dal quale sembra impossibile risalire. Sulmona si è così vista superare dai Comuni di Giulianova (23.423 abitanti) e Francavilla al Mare, che con un dato positivo di + 4,56% di abitanti ha toccato quota 25.635 residenti.

Un andamento che, se costante, porterà la città sulmonese a diventare un paese nel giro di circa 80 anni. Altro che tribunale e ospedale di primo livello. Il rischio, che già si sta palesando da anni, è che i servizi statali abbandonino sempre più Sulmona e la Valle Peligna, venendo delocalizzati in territori al momento maggiormente popolati come L’Aquila.

Sulmona piange e si specchia in tutti quelli che sono i suoi limiti. Nessuna prospettiva occupazionale, collegamenti sempre più precari e una politica regionale che mette sempre più da parte le aree interne a favore della città metropolitana Pescara-Chieti, la quale è a tutto e per tutto una realtà esistente e accentratrice in Abruzzo.

Si è, di fatto, creata l’area metropolitana Chieti‐Pescara (città diffusa) che conta una popolazione di 346.638 abitanti su un totale di 1.273.660, distribuita su una superficie di 428 chilometri quadrati su un totale di 10.831. In essa si concentra il 27% della popolazione abruzzese su appena il 4% del territorio.
L’Area Metropolitana Chieti‐Pescara è composta dai Comuni di Pescara, Chieti, Silvi Marina, Cepagatti, Città S. Angelo, Collecorvino, Montesilvano, Moscufo, Spoltore, Cappelle sul Tavo, Pianella, San Giovanni Teatino, Torrevecchia Teatina, Francavilla al mare. Un’area dalla densità abitativa di 810 abitanti per chilometro quadrato, pari a 9 volte quella del resto dell’Abruzzo che conta 89 abitanti per chilometro quadrato. Al contrario del resto della Regione, l’area metropolitana ha registrato un costante e
consistente incremento, che si è arrestato solo nell’ultimo periodo.

Insomma, un Abruzzo a due facce, con squilibri interni che portano a un costante calo demografico. La provincia che ha subito il maggior decremento di popolazione è quella teatina, che sfiora le ventimila unità scomparse dal proprio territorio. L’aquilano rimane comunque tartassato, con 17.200 persone andate via dalla provincia che ne fanno il territorio con il maggior decremento dell’intera regione (-5,63%). Ciò, ovviamente, comporta un ridimensionamento anche dei servizi. Basta vedere, ad esempio, la situazione delle scuole che rischiano di scomparire poiché di studenti a cui insegnare non ce ne sono più e, di conseguenza, la scomparsa di posti di lavoro per chi gravita attorno al mondo scolastico.

In soldoni, invece, l’intero Abruzzo ha perso 56.258 abitanti (di cui 47.000 fanno parte del saldo naturale) in otto anni, rimanendo con una popolazione di 1.273.660 persone, con una variazione negativa del 4,23%. Il doppio della media nazionale, ferma a -2,26%.

I numeri sono tanto tremendi quanto veritieri. Senza investimenti, senza posti di lavoro e senza sostegno a chi decide (o è costretto) a restare, il destino sembra segnato. Il declino delle aree interne, dei borghi storici, delle realtà paesane, è sempre più tangibile. Difficile dire di no ad opportunità che si presentano oltre i confini regionali. Roma, Milano, Torino, Bologna. Realtà pronte ad accogliere chi lascia le proprie radici con in mano una valigia di sogni.

5 Commenti su "La lenta agonia demografica: 2.500 residenti persi in otto anni"

  1. Sulmona non ha piú neanche le scuole figuriamoci il lavoro e i servizi.però tranquilli che la colpa gira e rigira è dei cittadini e della regione!

  2. Catone il censore | 13 Dicembre 2022 at 06:41 | Rispondi

    Meno cittadini, meno voti, meno attenzione politica, meno servizi, meno cittadini, meno voti, meno attenzione politica , fine.

    Meno servizi, più dura protesta, più servizi, più cittadini,più attenzione politica,più servizi, Sulmona .

  3. antonello da messina | 13 Dicembre 2022 at 08:22 | Rispondi

    li pulptill d lu tattac ecch d chi è la colp

  4. Signori smettiamola con questo piagnisteo. Quanto accade oggi in Italia, è accaduto quarant’anni fa in Francia e Inghilterra. Si tratta di processi storici che nessun territorio può invertire con la sola forza di volontà. Qualcosa che passa sopra alle nostre teste e che non possiamo gestire.

  5. A mio parere Ci rimarrà solo la discarica !
    Un territorio destinato allo spopolamento grazie agli inciuci di vecchi pagliacci della politica locale !

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