
Ha scelto di chiamarla El Nour che in arabo significa “la luce” ad indicare il senso di un progetto che parte da lontano. Dal 2001 quando Samy El Nakhal arriva dall’Egitto in quella che considera la sua città, Sulmona, dove oggi nasce l’associazione culturale El Nour per realizzare quella che lui stesso definisce “una vera integrazione”. “Quando io sono venuto in Italia – racconta Samy – non trovavo nessuno che potesse aiutarmi. Per questo ho pensato di dar vita a un’associazione che possa diventare punto di riferimento per gli stranieri”. Un luogo aperto all’ascolto e al sostegno, ma anche un luogo di incontro, come dice Samy, per conoscere e conoscersi superando ogni barriera, da quella linguistica a quella religiosa. Parole che nascondono un diverso approccio al tema dell’immigrazione, argomento quanto mai complesso, “soprattutto per la politica” confessa Samy che in questi anni si è già rivolto a rappresentanti delle istituzioni cittadine senza ricevere la giusta attenzione.
“Bisogna capire che gli stranieri non rappresentano un problema ma una risorsa”, parole pronunciate appena qualche giorno fa anche dalla Cgil L’Aquila tornata a ribadire la necessità di una cultura del dialogo nella provincia che in Abruzzo accoglie il maggior numero di immigrati, oltre 25mila, pari all’8,90% dell’intera popolazione.
“Realizzare l’integrazione in realtà è facile”, e se a dirlo è lui, cittadino italiano, sposato in Italia e con una figlia cresciuta con i valori dell’accoglienza e dell’inclusione, c’è da crederci. “Bisogna solo volerlo”, dice Samy per il quale “questo è il momento giusto”, proprio ora che in Medio Oriente la guerra riaccende antichi rancori e in alcune parti d’Europa torna a crescere l’odio per i musulmani. “E’ adesso che occorre darsi da fare e dimostrare che insieme possiamo cambiare le cose” continua Samy che nel cambiamento crede davvero, una sorta di crescita culturale da realizzare attraverso incontri, attività e laboratori. Ma per tutto questo occorre una sede, uno spazio fisico pronto a trasformarsi in quel luogo dell’incontro sognato dagli oltre sessanta iscritti alla neonata associazione El Nour che al nuovo sindaco Tirabassi hanno già chiesto un incontro per condividere progetti e finalità. Una interlocuzione necessaria se, come spiega Samy, “vogliamo ci vengano riconosciuti quei diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione” primo fra tutti professare liberamente la propria fede religiosa in un luogo di culto. “In questi anni ho recepito le istanze dei tanti immigrati musulmani che vivono e lavorano nel nostro territorio, una realtà molto diversa dal passato – continua Samy – eppure ancora lontana da una vera inclusione”. Quella che passa attraverso l’incontro di culture diverse in un luogo che Samy El Nakhal definisce “democratico” perché illuminato dalla “luce” della conoscenza e della Pace.
…” Bisogna capire che gli stranieri non rappresentano un problema ma una risorsa”… Si, anche se molte “ Risorse” preferiremmo rimandarle, e di corsa, nelle rispettive Nazioni d’origine…
Certo signor Marco, si tenga le sue risorse nazionali, quelle con cittadinanza intendo. E mi raccomando se lo ricordi di chiedere il documento quando chiamerà per un lavoro di ristrutturazione o quando andrà a lavare la macchina.
Mi dispiace per Lei, ma per i lavori chiamo solo “ Risorse “ affidabili e conosciute, e le mie auto me le pulisco da solo… o pensi che dobbiamo sopportarci e accogliere anche ladri, persone violente, stupratori e spacciatori… ne abbiamo già abbastanza di indigeni.
E allora si ricordi anche di consultare la Costituzione e vedere se siamo un paese che discrimina o meno (per Sua comodità le cito l’articolo 3). Per quanto riguarda le sue risorse “affidabili“, ci leggo una non risposta in quanto una buona percentuale di operai delle sue risorse è composta proprio da persone che hanno una cittadinanza diversa dalla sua (quindi L’affidabilità è direttamente proporzionale alla convenienza economica)
l’equazione straniero = ladri, persone violente, stupratori e spacciatori è infantile e appartiene a un pensiero primitivo. Immagino conosca la storia dello straniero che porta appeso al collo o ha sul muro di casa o verso il quale ha fatto promessa di matrimonio,la comunione ai suoi figli, quello appeso sul muro del suo ufficio, quello straniero per cui non va al lavoro a Natale e via dicendo…anche lui straniero, pensi.
È un orgoglio il Signor Samy .
Gli stranieri fanno figli e questa città ha disperatamente bisogno di nuovi cittadini. I piccoli nascono in Italia, sono italiani in tutto, con il plus della loro originaria nazionalità. Due culture sono un dono magnifico per un piccolo. Bisogna arginare le sacche di criminalità che ci sono, noi ci sono attenuanti per chi delinque e non cerca di integrarsi …
Mah
Ben vengano quelli che hanno voglia di integrarsi, ma via di corsa a casa loro tutti gli altri..semplice.