La mafia non esiste

La mafia non esiste, forse. La mafia non esiste, a Sulmona e in Abruzzo poi figurarsi. Procuratori d’allarme, così ci aveva etichettato qualcuno (persino qualche nostro amministratore), portandoci fino in tribunale. Il prossimo 31 gennaio, un’altra udienza. Per noi del Germe e per l’avvocato Teresa Nannarone, allora, quando gli ‘ndranghetisti o ex tali frequentavano le stanze di palazzo San Francesco, semplice cittadina, oggi responsabile regionale del Pd del forum contro le mafie.

(Salvatore Mastroeni)


La mafia non esiste, eppure: parlano di mafia, proprio quella, quella vera, le 2.174 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare con cui il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Messina, Salvatore Mastroeni, ha scoperchiato, in parte, il business dei pascoli in affitto. E dentro a quel fitto carteggio, a quel fascicolo da 30mila pagine di informativa, ci sono i nomi e i cognomi dei mafiosi e, al fianco, quelli di una ventina di Comuni abruzzesi (tra cui Pettorano e Cocullo) e ancora quello di Sulmona, dove la mafia non esiste, ma c’è.


Sebastiano Conti Mica, vertice della famiglia dei Batanesi, è qui che stava. Ventiquattro anni rinchiuso dietro le sbarre di via Lamaccio e poi fuori, senza tornare nella sua Tortorici dove pure nel 2016, sarebbe dovuto tornare come sorvegliato speciale.
Qui stava, Conti Mica, che alla figlia Denise “regala” le terre d’Abruzzo: contratti falsi, appropriazioni di terreni fittizie, per far valere titoli e contributi comunitari, sulla pelle e le terre dei pastori abruzzesi. Una truffa di grandi proporzioni, sulla carta fruttata in tre anni 5 milioni di euro, ma che, a sentire gli allevatori e chi il territorio lo vive, ha dimensioni molto più grandi: decine e decine di milioni di euro che solo in Abruzzo ogni anno, da troppi anni, vengono sottratti allo sviluppo e alla salvaguardia dell’economia agropastorale e zootecnica.


“Le carte dell’inchiesta di Messina – ha detto ieri Teresa Nannarone in una conferenza stampa – devono farci alzare l’asticella dell’attenzione. Questa vicenda conferma quello che avevamo detto durante l’incontro organizzato con l’ex procuratore antimafia Franco Roberti e cioè che questo territorio non può considerarsi esente da infiltrazioni della criminalità organizzata”.
“La mafia non ha la coppola e la lupara – aggiungono alcuni allevatori intervenuti nella sede di corso Ovidio – e a volte non fa cose neanche formalmente illecite: vengono dal sud e dal nord, con la valigetta piena di soldi a prendere in concessione terreni al pascolo pubblici e privati e così fanno il loro business, facendo fruttare i loro titoli da agricoltura intensiva, grazie a leggi insensate volute dai partiti del nord, togliendo risorse che dovrebbero essere destinate a noi allevatori sul territorio”.


La mafia non ha coppola e lupara e forse non è neanche sempre mafia, eppure esiste e sta consumando la linfa di un territorio troppo debole e troppo diviso, troppo poco lungimirante e politicamente troppo distratto.
Con lo Stato che ha strutturato un sistema di assegnazione dei titoli del tutto iniquo, con la Regione che ha aiutato il business delle “imprese di carta” riducendo i parametri del rapporto tra bestiame ed ettari di terreno al pascolo per poter intascare i contributi europei, con i Comuni che cedono, dietro la corresponsione di un piatto di lenticchie o la “minaccia” di un danno erariale, intere montagne e prati e terre. Che siano rocce o verdi pascoli, poco importa alle “imprese di carta”.


E’ da qui, dalle leggi e dalla legge, che si deve ripartire. Ripensare i pastori del terzo millennio. Fare fronte comune e di comunità, contro i furbi e contro le mafie.
La politica, gli imprenditori, le forze dell’ordine, la magistratura e la stampa, quella che le notizie ha ancora il coraggio di raccontarle e di indagarle.

13 Commenti su "La mafia non esiste"

  1. I primi a travestirsi da agnelli per poi fare i lupi sono i sindaci che si dichiarano di sinistra.
    No, non per un piatto di lenticchie o una cassetta di mozzarelle di bufala caro il Germe, sotto sotto girano soldi.
    Tanti soldi, in base agli Ettari di terreno affittati.

  2. Publio non è il sentirsi di destra o di sinistra che fa la differenza; Il problema sta nel fatto che pur di arrivare ad apparire si vendono per un cetriolo nel deretano; vedi ad es. le ultime politiche regionali quanti hanno votato UDC (in Italia non arriva all’ 1,5% e nella Valle Peligna 5%). Il problema della zona sono i pecoroni e non i pastori! LA MAFIA attecchisce nei territori dove il tessuto sociale non è coeso ed i politici non fanno il loro lavoro. La Mafia non è una qualcosa che viene dall’esterno ma è un virus che si sviluppa all’interno ed è ravvisabile anche nell’insieme di atteggiamenti ed azioni di alcune persone che siedono ai vertici e sono nate e vissute in questo territorio!

  3. Impoverisci un territorio ,crea disoccupazione,fai funzionare male i servizi ,e avrai tutto dal popolo… Questa adesso e Sulmona.

  4. Il parente di Attanasio | 18 Gennaio 2020 at 23:57 | Rispondi

    La Nannarone non si comprende più, o comunque l’andare della età fa vedere visioni di tutto con mafia generalizzata dappertutto.
    Questi sono solo e soltanto rimborsi falsi ed illegittimi, ESATTAMENTE COME I RIMBORSI ELETTORALI.Perche’ allora non dovrebbe essere un mafioso ANTONIO DI PIETRO che si è gestito insieme alla moglie ed a Silvana Mura ,50 milioni di rimborso elettorali dei pecoroni al pascolo che lo votavano .Poi alle perplessità suscitate da REPORT ha ribadito minaccianfo querele che poi non ha opportunamente presentato..Oltre ciò, perché la Nannarone non ha visto la esistenza della mafia in Lusi? Allora se sono PD e abruzzesi possono rubare?

  5. Il parente di Attanasio | 19 Gennaio 2020 at 08:15 | Rispondi

    I 94 arresti sono povertà.Sono i poveri che per vivere si contrastano stracciandosi esistenza tra di loro . Però non sono stati arrestati i percettori di contributi di Banca Etruria e men che meno i contributi di Toto percepiti da Renzi,duolendomi questi ultimi particolarmente perché li paghiamo gli abruzzesi se Toto ha avuto campo libero a farsi centinaia di milioni di euri di manutenzione con falsi danni del terremoto, perciò senza fare appalti ma con autoaffidi diretti quindi a prezzi triplicati perché senza libera concorrenza di mercato.(e con il beneplacito delle procure)

  6. non so a voi, ma a me sti radical chic mi stanno sulle palle…. pronti a gridare allo scandalo ed a fare le lotte alle mafie e poi le porcate che fanno loro non le dicono mai. vivono di salotti, si sentono al sicuro da tutte le vessazioni di legge perché forti del loro misero sapere. però ormai la cloaca si è estesa. e puoi essere anche rinchiuso nel salotto ma come metti il naso fuori ti accorgi che vivi in un cesso. Ma a far diventare il territorio un cesso sono stati proprio loro he oggi gridano allo scandalo. La giusta punizione per loro è vivere in un cesso.

    • ma i vari destroidi che frequentano i commenti, vorrei sapere, cosa hanno mai fatto per la comunità, oltre che spargere fango su chi si impegna

  7. D accordo con te..la Nannarone porta la bandiera!!!!

  8. A prescindere dal
    tema dell’articolo …..a mio umile parere il vero problema nella valle peligna si chiama UDC! una zozzeria che in tutta italia abbiamo solo noi ! ok agli inciuci ma tutto ha un limite ! hanno crepato un intero territorio

  9. La verità…qui non si tratta di essere ideologicamente di destra o di sinistra.
    Anche perché i politici dei nostri territori agiscono quasi tutti nello stesso modo di fronte a determinate situazioni, tipo affitto dei pascoli, solo che “ ideologicamente” quelli di sinistra non riescono a vederlo.
    I 94 arresti, almeno per il momento hanno solo sfiorato il nostro centro Abruzzo, ma se chi ne è preposto indagasse più a fondo il sistema creato e, soprattutto, cominciasse a chiedersi e a chiedere il perché di queste scellerate scelte dei Sindaci locali di affittare/vendersi l’uso dei pascoli ad Uso Civico, forse si arriverebbe rapidamente alla fine del problema.
    Ma come scrive la dott.ssa Lina Calandra nel semestrale di Studi e Ricerche di Geografia della Sapienza, Università di Roma:
    “Sembrerà incredibile, ma neppure a questo punto la cornice generale di ciò che succede sui pascoli viene messa chiaramente a fuoco, forse per un inconsapevole rifiuto di credere che le nostre bellissime montagne possano essere infestate dalla criminalità. Ebbene, sarà necessario tornare sul territorio, luogo per luogo e persona per persona, percorrere decine di migliaia di chilometri e dedicare ore e ore all’ascolto per acquisire la piena consapevolezza che sui pascoli montani dell’Abruzzo – e non solo – operano da oltre vent’anni quasi indisturbate varie organizzazioni: dal Nord, dal Sud e dal Centro Italia. Monti e pascoli d’oro. Dopo oltre 900 interviste (da maggio 2017 a marzo 2019), noi ora non abbiamo dubbi. “
    E prosegue “In questa storia, ci sono eroi sconosciuti e anonimi che hanno combattuto e continuano a combattere le loro battaglie nel silenzio e nell’isolamento quasi totale: interverranno le istituzioni affinché si possa dire di aver vinto la guerra? Poi c’è chi si è arreso, chi si è lasciato incantare dal luccichio di facili guadagni per poi rimanere incastrato in meccanismi pericolosi: interverranno le istituzioni affinché si ponga fine a questo giogo mortale? C’è chi sa e tace; chi favorisce, agevola, supporta.”
    Ponetevi questa domanda: chi è che “ Favorisce, Agevola, Supporta? Sicuramente in primis ci sono i SINDACI che di fatto affittano i pascoli, e voi pensate veramente che lo fanno solo per una cassetta di mozzarelle di bufala come regalia?
    Signori, fidatevi, in questa storia girano soldi, tanti soldi, bustarelle rapportate in base agli Ettari di pascolo ottenuti in Concessione da ogni singolo Sindaco.
    Chi vivrà vedrà se chi sa e tace, prima poi troverà il coraggio di parlare.
    O se ci sarà qualcuno, preposto a farlo, che troverà il tempo, la voglia e la volontà di stroncare e porre fine a questi PASCOLI D’ORO.

    • Francesco Morgante | 20 Gennaio 2020 at 22:12 | Rispondi

      Ma perché Lina Calandra? Basta Giovanni Giolitti esattamente 100 anni fa’ nel 1920, si alzò in piedi e denunciò che 30.000 contratti di fornitura armamenti risultavano truccati dalla burocrazia nei ministeri a Roma e ,nell’ enorme business delle armi i costi di acquisto erano stati biecamente triplicati per incassare tangenti.Come se 685.000 ragazzini siano stati fatti favorevolmente massacrare al fronte per ,solo preteso , patriottico ed irredentista. Riteniamoci fortunati che oggigiorno ci rubano i pascoli per specularsi tangenti ma almeno non mandano ragazzini in guerra.
      Il demonio è sempre il demonio.

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