La maggioranza resta all’opposizione. E domani scade la diffida del prefetto

La maggioranza resta all’opposizione: non è un ossimoro, ma quanto accade a palazzo San Francesco dove ieri al termine della riunione dell’ufficio di presidenza è stato votato che il gruppo del Pd (quello disconosciuto dal partito, ma che del partito continua a conservare il nome), passato in maggioranza, siederà nei banchi dell’opposizione. Insomma Bruno Di Masci, Fabio Ranalli e Antonio Di Rienzo, non si muovono da dove sono sempre stati, anche se probabilmente qualche piccolo spostamento sarà necessario, se non altro per agevolare il presidente nell’individuazione dei voti. Per i tre moschettieri della Casini, infatti, sarà riservato un posto in prima fila alla destra della madre, mentre il resto dell’opposizione sarà appollaiata nella fila superiore.


Decisiva è stata l’astensione del membro dell’ufficio di presidenza Elisabetta Bianchi, mentre Fabio Ranalli e Debora D‘Amico hanno votato contro lo spostamento e la presidente Katia Di Marzio (il cui voto vale doppio) ha votato per trasferire i nuovi adepti del governo Casini tra i banchi della maggioranza dove risiedono al momento quelli di Sulmona al Centro e di Adesso Sulmona. Con l’incognita, ancora tutta da svelare, della posizione che vorrà assumere Roberta Salvati, passata al gruppo dei non aventi gruppo, che non si è capito ancora se sta in maggioranza o all’opposizione. Per lei, reduce da una lunga assenza per motivi personali, si dovrà attendere il rientro e vedere come voterà.


La questione logistica non è di poco conto, perché non è solo una questione logistica: con la lite tra i compagni di banco Di Masci e Tirabassi avvenuta in uno degli ultimi consigli (quella famosa del “fascistello”) e quella plateale tra la Salvati e Di Masci che costò alla Salvati l’espulsione dall’aula con tanto di ricorso alla forza pubblica.
Insomma un’incompatibilità a pelle diffusa che non promette sedute serene.


Sempre che le sedute del consiglio e questo consiglio continuino ad operare: domani, infatti, scadono i venti giorni concessi dal prefetto all’amministrazione per approvare in Aula il rendiconto consuntivo, delibera necessaria e che, se non approvata, porterebbe allo scioglimento del consiglio stesso, come ha sottolineato il prefetto nella sua missiva datata 16 maggio.
Il termine non è perentorio, certo, ma c’è da dire che la documentazione relativa è stata consegnata solo qualche giorno fa e considerando i venti giorni di tempo a disposizione, la commissione ancora da convocare e l’imbarazzo da parte dei dimasciani di dover votare un bilancio che fino a tre mesi fa hanno contestato, si rischia di arrivare in Aula a fine giugno, seppure. Sempre che ci si arrivi: perché lo scioglimento da parte del prefetto, non è da escludere come soluzione alla “Sulmoexit”.

1 Commento su "La maggioranza resta all’opposizione. E domani scade la diffida del prefetto"

  1. Che spettacolo….

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