La mela marcia

Una mela spaccata a metà è più facile che marcisca, tanto più se, come nel caso di Cogesa, resta esposta alle intemperie per troppo tempo. E’ che di agenti patogeni, in giro, ce ne sono fin troppi tra i rifiuti e il piatto della partecipata resta, ad oggi, un boccone velenoso.

Ieri, in apertura dell’assemblea, sembrava essersi intravisto un raggio di luce e di onesta autocritica, quando cioè il sindaco di Vittorito, Carmine Presutti, aveva invitato i colleghi di parte a deporre le armi, non approvare nessun atto e aprire un dialogo con l’altra metà, per uscire da un’impasse che agli occhi degli amministrati e dei contribuenti ha del paradossale.

“Abbiamo raggiunto il punto più basso – ha detto Presutti – non siamo in grado di governare né la partecipata, né le nostre comunità. Oggi il Cogesa, domani la Saca, se non ritroviamo i motivi di stare insieme, abbiamo fallito come uomini e come amministratori”.

L’accorato appello ha avuto però effetto breve: il tempo di far firmare al sindaco di Vittorito la sua presenza perché l’assemblea raggiungesse il numero legale e poi si è tornati al gioco dell’Oca o del Risiko, se si preferisce.

Le fasce tricolore, che i cittadini dovrebbero rappresentare e dei cittadini fare gli interessi, infatti, hanno continuato e continuano, imperterriti, a combattere, dall’una e dall’altra parte, una guerra di posizione a suon di colpi di mano, percentuali centellinate, ricorsi giudiziari.

Intanto, però, il Cda che nessuno vuole, o dice di volere, anche quelli che ieri hanno votato la sua “riabilitazione” annullando la delibera di revoca, è tornato a piene mani in possesso della società. Che le dimissioni annunciate da Guerra, subito dopo la sentenza, sembrano doversi ritenere, ancora una volta, un fuoco di paglia.

Tant’è che con una nota inviata al presidente del Controllo analogo, il sindaco di Sulmona, Guerra ha chiesto ieri di convocare al più presto una seduta dell’organismo per “porre in essere le prime procedure inerenti allo stato di crisi”, che tanto loro, il Cda, “non è revocabile fino alla omologazione piano”: le carte e gli incarichi, insomma, li daranno loro.

In vista “interventi strutturali – scrive Guerra – la cui attuazione non può prescindere dalla collaborazione di tutti i Comuni soci”, con una raccomandazione che suona come una minaccia: “I soci si astengano dal compiere esternazioni, ovvero dal divulgare notizie attinenti le politiche di gestione e di risanamento che costituiscono segreti aziendali e commerciali del Cogesa – si legge nella nota – che potrebbero capziosamente e infondatamente ostacolare e rallentare il processo di ristrutturazione della società influenzando negativamente gli stakeholders, peggiorando infondatamente la già fragile reputazione della Spa”.

Alla fine, insomma, la colpa è la nostra.

15 Commenti su "La mela marcia"

  1. Pronti a vendersi la madre | 10 Maggio 2023 at 02:38 | Rispondi

    Imbarazzanti è dire poco, ricordatevene quando andrete a votare ! È gente che devasta il territorio e l’economia locale per interessi personali …pronti a vendersi pure la madre.

  2. gli ambientalisti e cittadini dove sono?.facciamo sentiere la nostra voce con una bella manifestazione a noce Mattei e vediamo se le cose cambiano e iniziano a ragionare.

  3. Orgoglio sulmonese | 10 Maggio 2023 at 07:30 | Rispondi

    Quindi i soci non possono divulgare segreti sulla gestione del Cogesa,evidentemente hanno molto da nascondere..e il Tribunale dell’Aquila li ha pure riabilitati..ma in che situazione ci hanno portati..altro che manifestazioni ,qui sono necessarie azioni legali importanti

  4. Cogesa ergo sum | 10 Maggio 2023 at 08:40 | Rispondi

    Un cda non si dimette anche perché sono scaduti. Quindi il problema non sono loro ma i soci che dovrebbero nominarne uno nuovo se ne sono capaci. Il problema è che non lo sono. Capisco che nella foga contro si dimentichi di informare i cittadini che una società non può rimanere senza guida. Perché questo rimane il problema. E certo non si può criticare una parte dei sindaci che dovrebbbero deporre le armi mentre altri non si presentano, come prima gli altri, e dopo che le armi le avevano usate gli altri. E se si continua a raccontare verità parziali la mela marcisce del tutto anche per colpa di campagne mediatiche ad hoc

  5. La differenza | 10 Maggio 2023 at 09:02 | Rispondi

    Le grandi menti parlano di idee, le menti medie parlano di fatti invece le piccole parlano di persone.

  6. Male in comune | 10 Maggio 2023 at 09:27 | Rispondi

    Beh leggendo che il contenuto della lettera che nulla ha a che fare con la trasparenza è finito sul giornale per essere usato ad hoc la raccomandazione corretta, non minaccia, era sensata. Ma la domanda vera è chi è perché le fa uscire. La risposta è semplice e se ne capisce anche la ragione. Alla faccia del bene comune e del voler trovare una soluzione condivisa.
    Per precisare Gerardini non si è dimesso chissà compiendo quale gesto si è dimesso perché di fatto era stato cacciato prima dal controllo analogo e poi dalla sentenza, ripeto sentenza non opinioni sul web.
    Il cda non deve dimettersi è scaduto sono i sindaci che devono nominare una nuova governance una società non può rimanere senza guida. Certo è che se alcuni non si presentano non aiutano soprattutto se mettono in essere comportamenti che fatti da altri avevano bollati come contro interesse comune.
    L’assemblea di ieri non ha riabilitato il vecchio Cda ha dato seguito alla richiesta del controllo analogo ratificando la caduta di Gerardini e di fatto non potendo nominare nessuno, (avendo il numero legale avrebbero potuto fare come gli altri sindaci e nominarne uno loro? Forse sono stati più coretti di come li si vuole far passare?).
    Ora la,politica faccia la politica se ne è capace. Ma qui pare che chi vuole far rimanere il vecchio Cda sono i sindaci che lo avevano cacciato. Ps quando cacciarono il vecchio Cda alcuni sindaci si è fatta apparire quella,operazione come una operazione per il bene comune gli altri sindaci ratificano decisioni di altri organi e dimissioni presentate sembra che chissà cosa hanno commesso. Così non si va avanti e questa campagna mediatica qualcuno la ha armata e come sopra si capisce bene chi sia alla faccia della,volontà di trovare soluzioni e del,bene comune.

    • A me sembra che ognuno voglia leggere gli articoli come meglio calza alla propria tesi. Da chiarire alcune cose: nell’articolo mi sembra chiaro che la responsabilità dello stallo di Cogesa è attribuibile solo ai sindaci e non ad altri. Tant’è dal titolo le due metà della mela. Bisogna chiarire anche che ieri l’assemblea non avrebbe potuto nominare una nuova governance, perchè l’argomento non era all’ordine del giorno e questo perchè deve passare prima per il controllo analogo. In quanto alla pubblicazione della lettera, noi facciamo i giornalisti en il nostro dovere è informare cosa accade in una società pubblica, pagata dai contribuenti. Trovo imbarazzante la teoria del “segreto commerciale” che va di pari passi con una mancanza di trasparenza che ha contraddistinto la gestione Cogesa in passato, non solo nei confronti dell’opinione pubblica e quindi dei giornalisti, ma anche nei confronti degli stessi sindaci-soci a cui sono state negate le carte che spettavano di diritto. Trovo paradossale che un Comune socio debba fare accesso agli atti per avere documenti che la governance dovrebbe condividere in primis con loro. In ultimo: le campagne mediatiche sono quelle a pagamento, altra cosa è una linea editoriale. L’onestà intellettuale cercate di chiederla innanzitutto a voi stessi

      • Male in comune | 10 Maggio 2023 at 09:47 | Rispondi

        Non mi riferivo ai vostri articoli. Sia chiaro. Voi avete una linea editoriale condivisibile o meno ma almeno è chiara.
        Il mio commento era a risposta di altri commenti sia sulle responsabilità che sulla campagna mediatica.
        Sul segreto abbiamo opinioni diverse. Legittimo ma sempre diverse.

      • Cogesa ergo sum | 10 Maggio 2023 at 10:13 | Rispondi

        Verissimo. Ognuno legge gli articoli a seconda della sua posizione o schieramento. Me compreso.
        Qua nei commenti si combatte una guerra pro o contro tizio e caio manco dalle colpe di alcuni e non di altri dipendessero i destini di ognuno. Forse in alcuni casi è così. Ma in molti credo di no, ma questa è Sulmona.
        Sul Cogesa sicuramente nominare un Cda politico e non tecnico è uno sbaglio ma non lo è da oggi lo è da sempre. Quindi non è imputabile a qualcuno in particolare ma a tutti.
        Gerardini o figure come la sua sicuramente erano un passo avanti. Lo si poteva nominare Dg che sarebbe indispensabile, nonostante contrarietà e cambi di idea. Però lo sbaglio di alcuni sindaci non è stato indicarlo ma la modalità pre scelta. Per rispondere a uno sbaglio non si può sbagliare di più. Il resto è conseguenza e teatrino del basso livello politico del nostro territorio.
        Ora siamo ai paradossi. Per cui un cda che si voleva cacciare rimane in sella perché i sidnaci non trovano un accordo per nominare un nuovo Cda e si arroccano nelle rispettive ripicche manco fossero bambini un po’ troppo cresciuti.
        E le ripicche stanno da entrambe le parti. Chi contestava certi comportamenti ora li mette in atto.
        Invece dovrebbero seriamente pensare a una modifica dello statuto del cogesa per dargli una guida seria e non improvvisata. Serve un manager pagato anche in funzione dei risultati. Manager esterno e non promozione di interni. Perché la partigianeria di molti commenti, ripeto i miei compresi, dimostrano che troppi sono gli interessi in campo interessi di fazione e non per noi cittadini.
        Ecco io mi aspetterei dal mio sindaco una proposta seria di riforma della governance. Così come sarei contento che oltre a pubblicarsi stralci di lettere interne si rendessero pubblici i criteri individuati da gerardini per scegliere il suo successore e il documento presentato lunedì, le famose 25pagine.
        Qua a forza di ragionare sul latte versato si perde tempo e non si fa un servizio utile al cittadino.
        Perché a forza di vedere solo il marcio, ognuno lo vede dove gli pare, si perde di vista il fatto che cogesa è una realtà industriale e occupazionale da salvaguardare compatibilmente con le giuste tutele della salute dei cittadini, invece si passa il tempo a dire tizio ha fatto questo caio a fatto quest’altro e Sempronio altro ancora dimenticando che è tutto il passato discutibile non solo gli ultimi anni. Ora serve scrivere il futuro è smetterla di rinfacciarsi il passato. Ma per questo serve una politica che faccia la politica e non ripicche infantili

    • Vatt a durmí, va!

  7. Qui tanta gente si appassiona su un mistero buffo tutto peligno degno del più tenebroso “noir” di Dario Argento..
    Non entro in tale infinita polemica (che non mi appassiona per nulla) e di cui probabilmente non se ne verrà mai a capo (come tutte le cose in cui si mischiano aspetti giudiziari e aspetti politici) magari potremmo pure esser d’accordo con chi urla “chiudete ‘sto carrozzone!”.. ma la cosa veramente importante è che la funzione di raccolta rifiuti e smaltimento non venga mai meno!
    Qui ci sono dei centri, tra cui, ricordiamocelo bene, anche il nostro capoluogo, che a Noce Mattei portano i propri rifiuti e certamente nessuno mai vorrà vedere l’Abruzzo, e soprattutto il suo centro più rappresentativo, ridotti a un immenso immondezzaio, col ributtante pascolo di topi, gabbiani e cinghiali, tanto quanto lo furono Napoli, Roma e Palermo qualche anno fa.
    Incredibilmente nel panorama italiano stavolta assisteremmo ad una vicenda finora inedita, ossia di una città, capoluogo regionale, vittima di piccoli comuni i cui amministratori non sanno nemmeno come allacciarsi le scarpe!

    • Come lei non entro nel merito dell’articolo, ma notiamo con stupore la sua grave scivolata sulla lingua italiana.
      Proprio lei che aborra l’uso dei termini esteri, cultore e protettore della lingua italiana (e latina) ci scivola banalmente su un francesismo. Non è stato così freddo da pensare di farne una adeguata translitterazione e l’essere caduto sull’ “oiseau” d’oltralpe rappresenta un imperdonabile “fallo e falla” alla sua ferrea cultura nonché autostima personale. Non la si riconosce più!

  8. … le favole, per quanto edulcorate, restano sempre e solo favole…

  9. Visti i debiti che hanno, in data 10 maggio continuano ad avere i riscaldamenti accesi….

  10. bene,un carrozzone di incapaci da chiudere immediatamente,cedere al valore di mercato ad una delle eccellenze italiane ,in rete tutte le informazioni sulle migliori aziende di economia circolare,classifiche,analisi,studi,prospettive,ecc, addirittura spiegazioni/suggerimenti tecniche sul come crearne una,ovvie tutte le indicazioni/suggerimenti ” Chi, Cosa, Dove, Come, Quando, Perché “sulla gestione/amministrazione (efficienza/efficacia/utilita’/validita’) di un’azienda specializzata nella “raccolta differenziata”, non c’e’ bisogno di un Albert,basta un’amministratore di cui le Leggi : amministrare come un buon padre di famiglia,nulla da inventare,e basta,o no?

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