La previsione dei terremoti a partire dai pozzi di Sulmona

“La Terra prima del terremoto potrebbe mandare dei segnali”. A sostenerlo è Andrea Billi ,dell’Istituto di geologia ambientale e geoingegneria del Cnr, tenendo presente quanto scoperto in un pozzo situato tra Sulmona e Popoli. Il giovane ricercatore Marino Domenico Barberio, vigilando costantemente anche su altri pozzi dell’Appennino Centrale, ha infatti registrato un aumento dei livelli di arsenico, ferro, vanadio e anidride carbonica, del cromo ed un anomalo innalzamento delle falde acquifere proprio nel pozzo peligno a partire da cinque mesi prima del terremoto di Amatrice, era il marzo 2016 e si parla di un indicatore naturale che nei fatti è a 70 chilometri di distanza. I livelli “anomali” di questi componenti sono rimasti costanti fino ad oggi.

È su questo che lo studio dei geologi si muove per la ricerca di un qualche dato che possa fornire gli elementi per prevedere in qualche modo il terremoto, cosa al momento impossibile anche se esistono un buon numero di precursori sismici tra i quali, appunto, la lunga assenza di un terremoto in zona sismica.

In questo senso lo studio pubblicato sul Nature Scientific Reports ad opera di Barberio, Maurizio Barbieri, Andrea Billi, Carlo Doglioni e Marco Petitta (parte dell’università La Sapienza di Roma, del Cnr e dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) rappresenta un buon passo avanti. Così come prosegue anche lo studio di Giampaolo Giuliani basato sull’innalzamento del radon dalla crosta terrestre con l’avvicinarsi di un movimento sismico; Giuliani che per questo lavoro è stato denunciato, poi assolto, per “procurato allarme”.

Nel caso del giovane studioso Barberio, invece, il suo studio si è concentrato sullo studio dei pozzi. Il ricercatore, come riporta in un articolo la testata abruzzese Prima Da Noi, dal 2015 si è recato una volta a mese nelle sorgenti idriche dove a 3-4 chilometri si sono infiltrate acque profonde e quindi più acide, cariche cioè di molti elementi che potrebbero variare in concomitanza con le scosse. Da fare, ora, resta il costante monitoraggio per lunghi periodi.

S.P.

Commenta per primo! "La previsione dei terremoti a partire dai pozzi di Sulmona"

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non verrà mostrato.


*