La sanità delle promesse

Acta non verba. Bisognerebbe ricostruire la sanità peligna da questa locuzione latina, perché di promesse dai vertici regionali e locali ne sono state fatte a bizzeffe e di risultati ne sono arrivati pochi, a voler essere generosi. Già, perché l’incontro tenuto oggi dall’assessore regionale alla Salute, Nicolettà Verì, che si è confrontata con il sindaco di Sulmona, Gianfranco Di Piero proprio nell’ospedale della S.S. Annunziata, è stato imbottito di garanzie e assicurazioni per porre rimedio agli innumerevoli disagi dell’utenza.

“Si farà”, “Stiamo Lavorando”, “A breve agiremo” e così via. Promesse dai piani alti della Regione che si spera non restino nel sottotetto per sempre. Anche perché la Verì non ha dato alcuna data di scadenza, né per quanto riguarda la risoluzione della mancanza della risonanza magnetica nel nosocomio sulmonese, (che ricordiamo ha acquistato il macchinario ma non può utilizzarlo poiché non vi è una sede adatta all’interno della struttura), né per quanto riguarda i famosi fondi per il completamento dell’ospedale S.S. Annunziata.

Alla riunione operativa hanno preso parte anche il direttore dell’Agenzia sanitaria regionale Pierluigi Cosenza, il manager della Asl Ferdinando Romano, il direttore sanitario aziendale Alfonso Mascitelli e il direttore sanitario del presidio Maurizio Masciulli, consiglieri regionali e comunali. “Esattamente una settimana fa – sottolinea l’assessore – avevo incontrato il direttore sanitario del presidio Masciulli per fare un primo punto della situazione e in quell’occasione avevamo stabilito di rivederci oggi insieme a una rappresentanza degli operatori sanitari e del sindaco, così da ampliare la visione su quelle che sono le istanze più urgenti da portare avanti per il nosocomio peligno”.

Tra i temi affrontati è emerso anche il problema dell’assenza di una struttura di hospice sul territorio sulmonese. Lo scorso aprile, invece, sono state inviate le domande per permettere la realizzazione di una casa comunità che sorgerà nell’ala vecchia dell’ospedale. Anche qui, però, di date certe non se ne hanno. Ferdinando Romano, invece, ha fatto sapere che per il reclutamento dei primari (14 previsti) bisognerà attendere poiché il bando del concorso verrà pubblicato in Gazzetta Ufficiale solo il prossimo 5 giugno. Ecco quindi che la Asl diramerà un avviso per contrattualizzare come facenti funzioni i diversi apici delle unità operative complesse e dipartimentali che, di fatti, avranno un primario ma a termine.

A margine della riunione, la Verì ha incontrato una delegazione dell’Associazione Peligna Diabetici che ha presentato alcune istanze per migliorare il servizio sul territorio. Tra queste figura anche la richiesta per dare al reparto di Diabetologia un toner per stampare le ricette per pazienti; roba che in piena epoca di transizione digitale fa più piangere che riflettere e sintetizza al meglio la situazione sanitaria peligna.

4 Commenti su "La sanità delle promesse"

  1. È semplicemente assurdo che non si trova una stanza x mettere in funzione il macchinario della risonanza. Poi che io sappia non ci sono stati interessamenti o dimostrazioni né da parte di organi politici né di sindacati o nell’ambito sanitario. Ogni tanto qualche giornalista riporta alla luce il problema ma poi tutto tace. Si parla spesso del tribunale ed è giusto ma la salute dei cittadini non è meno importante.

  2. Mi chiedo se per i futuri primari messi a concorso dal prossimo giugno (rimandi su rimandi su rimandi su…) per poi venire chissà quando assunti, saranno anche loro con contratto a termine così da riniziare un nuovo…rimando al prossimo concorso, il tutto dove altrove, nella ASL, si assume da tempoooooo, a tempo indeterminato.

  3. Purtroppo non meraviglia che si sia acquisita una rmn senza predisporre un contratto chiavi in mano per una tecnologia che necessita di idonea collocazione se i cosiddetti tecnici sono un Ginecologo ed un medico di pronto soccorso che ora occupano posti di responsabilità nei vertici sanitari regionali….

  4. SalviamoSulmona | 14 Maggio 2022 at 18:13 | Rispondi

    Concordo con quanto affermato in precedenza.
    Se non fosse vero, sembrerebbe una barzelletta.
    Mi riferisco alla impossibilità di usare la risonanza magnetica per indisponibilità di idoneo locale. Un nosocomio nuovo di pacca, costruito evidentemente a regola d’arte per soddisfare le normative vigenti, costato fior di milioni,ma che, paradossalmente, non consente di custodire un macchinario fondamentale per le attività ospedaliere. Ma che ce stanno a pia’ pe culo.

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