La seconda domenica di maggio

Tra pochi giorni sarà la Festa della Mamma che per convenzione cade la seconda domenica di maggio.

Per convenzione, appunto, e, nel più becero degli stereotipi, nel mese che la Chiesa dedica alla Madonna.

La mamma come la Madonna, dunque, in un paragone tanto blasfemo quanto inappropriato in un mondo che cerca disperatamente di restituire alla donna dignità di persona, diritto di scelta e protagonista della propria vita con o senza figli.

Mi sono sempre chiesta quali sono le mamme che questa ricorrenza intende festeggiare; perché oltre a quelle mamme che la domenica invitano a pranzo i propri figli e si commuovono di fronte al dono di una rosa, ce ne sono molte altre che quei figli li hanno abbandonati, per scelta o per necessità, che hanno deciso di non farli nascere, che non sono state capaci di crescerli, che li hanno venduti o sfruttati. E’ anche la loro festa?

E che dire di quelle donne , non madri, che hanno desiderato la maternità più di ogni altra cosa senza ricevere mai il dono di un figlio, di quelle che lo hanno perso appena nato, di quelle che allevano figli degli altri. E’ la loro festa?

La maternità è un fuoco che brucia dentro dal momento in cui una donna capisce di essere tale e per tutta la vita e con tutta se stessa persegue quel sogno; senza rendersene conto opera una serie di scelte di vita volte al compimento di quel desiderio, immenso e prioritario. Tutte coloro che nutrono questo fuoco sono mamme anche se non partoriranno mai nella loro vita, anche se non si sentiranno mai chiamare “mamma”.

Ci sono però molte donne che non hanno questo fuoco dentro, che si sentono compiute nella vita anche senza un figlio, che scelgono di non diventare mamme e non per questo hanno meno valore nell’economia del mondo o peggio non per questo devono sentirsi diverse, quasi in colpa. Nell’immaginario collettivo una donna senza figli è un’opera incompiuta anche se la vera opera d’arte è proprio una donna che consapevolmente sceglie la vita che vuole vivere senza condizionamenti e senza che nessuno giudichi le sue scelte.

E, poi, il pensiero va a quelle mamme che non lo sono più perché la loro figlia è stata ammazzata dall’ uomo che avrebbe dovuto amarle, che non riceveranno più la telefonata di rito la seconda domenica di Maggio, che in un tempo in cui avrebbero dovuto fare le nonne si ritrovano a dover crescere orfani speciali, bambini con una eredità pesante la cui mamma è stata ammazzata dal padre.

Chissà se festeggerà la mamma di Enea, il piccolino trovato nella culla per la vita a Milano; sicuramente festeggerà quella donna che presto diventerà la mamma adottiva di Enea e che finalmente potrà dare seguito a quel fuoco che tanto brucia dentro e che tante volte è stato spento dal fiume di lacrime ad ogni puntuale nuova mestruazione o ennesimo aborto.

L’Universo che ruota attorno alla donna e alla maternità è troppo complesso per essere ridotto ad una domenica di primavera a pranzo tutti insieme, ad una telefonata, ad una rosa, ad una scatola di cioccolatini. Lasciamo in pace la Madonna e il mese di maggio con la sua novena: impariamo a rispettare la donna con le sue scelte senza ghettizzare nessuno. Per dare un bacio alle nostre mamme, per fare loro un regalo, per dire loro “grazie” non abbiamo bisogno che una giornata ce lo ricordi, abbiamo solo bisogno di sentirne il desiderio.

Gianna Tollis

1 Commento su "La seconda domenica di maggio"

  1. Bella Sulmona | 9 Maggio 2023 at 08:29 | Rispondi

    Auguri a tutte le mamme, che sono o saranno o sono state chiamate così…essere mamme è per sempre

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