La tenda in riva al fiume

La tenda in riva al fiume non c’è più: Sei Maphate, ventidue anni senegalese, ha smontato ieri il suo rifugio d’emergenza nel quale è costretto a vivere dopo aver perso il lavoro da lavapiatti a causa del lockdown ed essere stato cacciato a San Salvo da casa dallo zio che con la crisi non poteva più aiutarlo. Di Castel di Sangro serberà un ricordo amaro: la sua ricerca di un lavoro stagionale, qui, è finita in un’aula di tribunale, quello di Sulmona, dove sabato scorso il giudice Giuseppe Ferruccio gli ha accordato un patteggiamento di undici mesi e venticinque giorni di reclusione per le accuse, pesanti, di rapina impropria e lesioni aggravate. Una pena tutto sommato leggera rispetto al potenziale – da cinque a dieci anni – a cui è andato incontro, ma che è il frutto di una storia che non è quella di un criminale.
Certo, restano la gravità delle lesioni procurate a tre persone (tra cui il proprietario di un supermercato che ha avuto quaranta giorni di prognosi), che il giovane ha colpito a mani nude dopo essersi sentito, così ha spiegato al giudice, braccato e senza scampo.


Giovedì scorso era andato ad un supermercato del centro sangrino per rimediare qualcosa: non mangiava da giorni e in quella tenda in riva al fiume, nonostante l’estate, non era facile resistere. Aveva preso da uno scaffale un pacco di pasta e un cartone di vino e li aveva messi in borsa, ma poi accortosi di essere stato visto li aveva rimessi al posto. Il ravvedimento non era servito però a placare la legittima rabbia del proprietario del supermercato, al quale il ventiduenne aveva reagito con violenza. Una violenza alla quale Sei Maphate non era abituato.
Incensurato e lavoratore, la sua non è una storia di barconi e immigrazione clandestina: in Italia era arrivato regolarmente sei anni fa per studiare e a San Salvo era rimasto fino a che lo zio, che lo ospitava, non lo cacciasse di casa. Si era messo allora a lavorare e tra un libro e l’altro lavava piatti nelle cucine di un ristorante. Poi era arrivato il Covid, il lockdown, la crisi, la perdita del sostentamento e nessun bonus, per lui, su cui contare.
Voleva ricominciare Sei Maphate, in un altro luogo. Provare a ricostruirsi una vita partendo da una tenda in riva al fiume. Giovedì scorso non è riuscito a controllare il panico e ha reagito con l’irrazionalità di un giovane che si sente braccato dalla vita.
All’arrivo dei carabinieri non ha opposto resistenza, si è inginocchiato – hanno raccontato in udienza – e si è messo a disposizione. Il ragazzo, difeso dall’avvocata Alessandra Faiella, ha ottenuto tutti gli sconti di pena possibili ed è così tornato in libertà. Nella sua tenda. Se questa può definirsi libertà.

38 Commenti su "La tenda in riva al fiume"

  1. E quindi? Ora vogliamo giustificare anche i comportamenti scorretti?

  2. ma che articolo avete scritto? un comportamento del genere non si può accettare! assurdo. poi che la gente vota Lega …. così gli spianate la strada.

  3. .. 22 anni.. La disperazione e la fame… La solitudine… La lontananza da casa.. La mancanza di affetti… Ecco cosa dice l’articolo… Ai giustizialisti ebeti.

  4. Mi piace immaginare la mano di Dio che colpisce chi non si è mostrato compassionevole…

  5. La legge è uguale per tutti. Si può avere mille problemi ma questo non giustifica il compiere atti illeciti, qualunque essi siano. Tanto meno essere compassionevoli verso chi? E poi, ci sono strutture (come qui a Sulmona) che offrono un letto, un bagno dove potersi lavare, una mensa. Quindi…. Di cosa parliamo?

    • Ma che davero | 13 Luglio 2020 at 09:42 | Rispondi

      Vorrei vedere voi nella stessa situazione. Non si tratta di essere compassionevoli ma di sforzarsi per una volta di uscire dagli schemi mentali della propria mente. Essere empatici. Il problema non è la Caritas o un letto, ma la prospettiva di un ragazzo di 22 anni

      • E quindi? Compiamo atti illeciti? Nessuno gli ha detto che sarebbe venuto in Italia e avrebbe trovato l’eldorado. Forse le aspettative di queste persone sono completamente sbagliate. O forse c’è qualcuno che gli inculca chissà che cosa, che vengono qua e trovano l’america.

  6. Storia umana. Andate a dirlo a quelli che sono finiti in ospedale. Poteva fuggire senza picchiare nessuno. Non siamo nel film di Rambo con gli inseguimenti in montagna.

  7. “…tra un libro e l’altro lavava piatti nelle cucine di un ristorante” e già, per affermare questo, significa che eravate presenti voi mentre lavorava in cucina. Poi: “di Castel di Sangro serberà un ricordo amaro”, penso che il ricordo molto amaro lo serberà il titolare del negozio, che ha avuto 40 giorni di prognosi a causa delle percosse subite. Questo è il classico modo di rappresentare plasticamente i fatti e modellarli a seconda del proprio volere e delle proprie convinzioni. La realtà è cruda e non ha bisogno di essere ricamata ed addolcita per farla sembrare quella che non è.

    • Signor Gio quanto scritto risulta dagli atti di indagine, ma sicuramente lei conosce meglio degli inquirenti cosa faceva questo ragazzo. Noi abbiamo raccontato la sua storia, ognuno può farsi la sua idea, senza modificare la cronaca però

  8. questa volta sono d’accordo con i giustizialisti… non possiamo giustificare un giovane di 22 anni che picchia un uomo che con tanti sacrifici ha aperto un’attività. articolo pessimo. la vita è dura per tutti, soprattutto per i deboli di fisico per molti aspetti e non mi sembra che voi giornalisti abbiate usato lo stesso trattamento verso il pensionato che ha picchiato il noto avvocato. magari chissà anche lui era stato vittima di un’ingiustizia. e a Mary che invoca la mano di Dio su chi non la pensa come lei voglio dire che se un domani si troverà a subire una rapina o altro spero vorrà mostrarci a tutti noi comuni mortali che compassione avrà-

    • Abbiamo raccontato anche la storia del settantacimquenne che ha picchiato l’avvocato. Se questo è un pessimo articolo lei è un pessimo lettore. PS come già detto qui non si sta giustificando il suo gesto, ma raccontando la sua storia

  9. caro Grizzly, il problema è che qui si cerca la scusa, nell’altro caso di cronaca non è stata nemmeno fatta balenare nei lettori che forse alla causa del gesto c’era una sofferenza interiore causata dall’ingiustizia subita. fatevi un esame di coscienza. e visto che siete tanto permalosi e non accettate le critiche sarò un lettore in meno per evitare di creare scompiglio.

  10. Cara o caro Verità, ho scritto che mi piace pensare alla mano di Dio che colpisce perché se ci fosse un Dio caritatevole così come tutte le religioni predicano, non permetterebbe a nessuno di rubare per fame,né tanto meno renderebbe ciechi e sordi gli esseri “umani” nei confronti dei più deboli; mi piacerebbe molto, ma purtoppo non é così .La cosa che più mi sconvolge è la consapevolezza che questi esseri ” umani ” spesso vanno anche in chiesa senza nemmeno aver compreso qual è il valore più importante della religione cattolica: ama il prossimo tuo. Negare un pezzo di pane a chi ha fame…Non ho parole. E lasciamo stare la reazione perché è difficile immedesimarsi nei panni di chi soffre vero? Per capirlo provate a pensare ad un vostro figlio ridotto così… ma continuate ad essere sordi e ciechi. Il mondo del resto é bello perché è vario…Non potremmo mai essere tutti uguali. Comunque Grazie per avermi attribuito questo modo di pensare come se fosse una mia prerogativa…Non deriva da me, qualcuno mooolto più grande di me me lo ha trasmesso. Lei mi sta attribuendo qualità divine.

  11. Dimentichiamo figli di noti professionisti locali che con tutte le loro risorse disponibilità economiche a 22 anni sono diventati criminali spacciatori conosciuti in tutta la vallata questa è la vera delinquenza

  12. Grizzly, lo specchio è liscio e non ci si può arrampicare. Io ho riportato quanto avete scritto voi ed ho fatto le mie considerazioni, non vi stanno bene? Non mi interessa per niente.

  13. Spero che non vi troviate nei panni del negoziante. Se fosse stato vostro padre sareste meno buonisti. Poi l’articolo è chiaramente stato scritto per arrivare dove voleva l’autore.

  14. Quel gesto che in cuor suo può accettare o meno. Allora si potrebbe anche accettare il fatto di essere picchiato finendo in ospedale. Ripeto: se il ferito fosse stato suo padre oppure suo figlio?

  15. Buonismo di sto ca... | 13 Luglio 2020 at 13:41 | Rispondi

    Avete rotto il c@..o con questo buonismo, me ne fotto se il giovane aveva problemi, per me poteva essere anche un italiano di buona famiglia, la sostanza non cambia. Chi compie atti illeciti va punito. Stop. Non ci sono scuse.

  16. il problema è che questi pseudo buonisti credono che ci siano delinquenti di serie A e delinquenti di serie B; la violenza sul più debole non va mai giustificata, che sia nero, giallo o bianco. l’autore voleva far leva sulla pietà umana per giustificare il pestaggio di un onesto lavoratore. ma sinceramente me ne fotto di chi è e di cosa ha passato o passerà, sbaglia e paga. così come il figlio del primario o il figlio dell’avvocato o il figlio del ferroviere..sono tutti uguali!

  17. ma a nessuno è mai venuto in mente di pulire gli spazi pubblici e chiedere qualcosa in cambio? con tutto lo schifo che c’è sulle strade di Sulmona potremmo ospitare una cinquantina di richiedenti asilo. sinceramente opterei per affidargli la gestione del verde e la pulizia degli spazi comuni? secondo Voi potrebbe esser una buona idea?

  18. Siete ridicoli.

  19. È il Germe,che è ridicolo !!!! non accetta critiche …

    • Argomentare le critiche e rispondere con argomenti. Di ridicolo c’è solo il qualunquismo e la grettezza del pensiero

  20. io trovo l’articolo molto bello. Racconta una storia guardandola da un’altra prospettiva senza mistificare la realtà. Con tratti oserei dire poetici. L’odio dei commentatori è mosso evidentemente da un preconcetto politico e culturale, e mi spiace per loro perchè non riescono a vedere oltre

  21. Lo vada a raccontare a chi ha subito il furto ed è finito in ospedale se trattasi di preconcetti o altre idee di fantasia buonista. Avete scassato sulla storia del colore della pelle e mikiate culturali. Siamo tutti uguali e chi sbaglia paga!

    • E infatti ha pagato è stato condannato ed è giusto che sia così. L’articolo parla d’altro e per favore basta con questa teoria del buonismo. Che poi che significa?

  22. E che ha pagato se sta già in libertà? Per favore…basta ad essere buonisti co….ni

    • È in libertà perché è incensurato e ha una condanna sotto i tre anni. Un po’ di diritto prima di scrivere, un po’ di studi base

  23. Ma voi state fuori di testa. Cosa significa argomentate le critiche. Una persona entra in un negozio, ruba ed alle contestazioni del proprietario picchia lui ed altre persone e fugge. Guardate che non siete normali. Non ne faccio un colore di pelle, dato che io metterei in galera anche tutti gli impuniti che a Sulmona commettono casini. Comunque se il covid riprende qui succede il far West e avrete da osannare mezza Italia che morirà di fame.

  24. Spero di dover osannare anche te John, quando sarai arrestato perché scoperto a rubare un pezzo di pane.

  25. Mi raccomando, si continui a trovare giustificazioni per chi ruba e poi picchia mandando all’ospedale le persone. Complimenti.

  26. “Ci hanno insegnato la meraviglia verso la gente che ruba il pane, ora sappiamo che è un delitto il non rubare quando si ha fame”

  27. Fame dato che sei così comprensivo verrò a mangiare a casa tua. Poi magari se ti arriva uno sganassone porgerai l’altra guancia. Ma io penso che tu mi accoglerai a fucilate.

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