
E’ un paese spaesato, una comunità attonita. Il giorno dopo la tragedia sui binari della stazione di Bugnara, i pensieri sono solo domande. Perché. Perché Gianni Di Vito, diciassette anni appena, un’estate felice davanti con il suo pieno di verdi sul registro di classe e nessuna insufficienza, indaffarato fino a poche ore prima ad organizzare con la Pro Loco la sagra del formaggio, a tuffarsi in piscina per un’ora di relax, abbia deciso l’altra sera, come certificato dalle telecamere di sorveglianza del paese, di incamminarsi da solo verso la stazione. Un chilometro e più di passi e pensieri, chissà, fino al salto contro il convoglio del regionale 4166 proveniente da Roma.
Perché: se lo chiedono anche i carabinieri e la procura della Repubblica di Sulmona che per domani ha disposto l’autopsia dopo aver ordinato il trasferimento della salma al San Salvatore dell’Aquila e che, soprattutto, ha sequestrato telefoni e computer del ragazzo, nella speranza di trovare nel mondo parallelo della Rete o in qualche chat, una risposta. Una delusione, una challange, un litigio, chissà.
“I ragazzi di oggi sembrano forti, ma nascondono profondi disagi – dice il sindaco di Bugnara Domenico Taglieri che ha ora annullato la sagra del formaggio prevista la prossima settimana e che anche Gianni aveva contribuito ad organizzare –. Gianni era un ragazzo apparentemente sereno, anche se molto sensibile e la sua famiglia è una famiglia di lavoratori. Stiamo organizzando ora una raccolta fondi per aiutarli e sostenerli in questo difficile momento e domani (oggi, ndr) attiverò i servizi sociali per fornirgli un supporto psicologico. E’ una tragedia senza precedenti per la nostra comunità e abbiamo il dovere di porci delle domande”.
Perché, appunto.
Le risposte prima che dall’esame autoptico dall’esito scontato, arriveranno chissà proprio da quei device nei quali gli adolescenti ormai crescono e vivono in “solitudine connessa”. Disabituati, mai allenati, a confrontarsi con sguardi, visi e sorrisi. Derubati dell’empatia relazionale che a volte, anche e soprattutto a diciassette anni, può spazzare un cattivo pensiero, condividere un percorso e un’emozione, sollevare da un peso, salvare una vita.
Bel articolo. Complimenti alla penna
Io ero un suo amico, la sera prima stavamo parlando del futuro cosa facevamo e che auto prenderci da grandi.gianni era è sarà un vero e proprio leone ❤️🩹
Che bel pezzo. Regala grandi riflessioni ed è scritto benissimo
Che dolore 💔🙏R.ip.Angelo bello