Lacrime di orso e di coccodrillo

Caro Juan Carrito,

ti scrivo perché volevo raccontarti quello che succede nel mondo ora che non ci sei più. Da quando te ne sei andato si è tornati a parlare di orsi, ma non per dire quanto sono soffici, burloni, carini, buffi, gentili o golosi quando appaiono nei centri abitati. Finalmente si è tornati ad interrogarsi pubblicamente – mica sempre seriamente – della vostra sopravvivenza. Quella che va per la maggiore è la soluzione tecnica: ormai unica e imperturbabile arma che pensiamo di avere nei confronti della natura. Gli orsi muoiono investiti dalle auto? E noi studiamo e costruiamo dei corridoi per animali selvatici. Tuttavia tu sei morto a poca distanza da uno di questi passaggi: hai scelto di non utilizzarlo e di attraversare la strada, chissà perché. Certo gli ecodotti sono uno strumento per tentare la coesistenza tra umani e animali, ma da soli non risolvono le tante questioni che questa coabitazione pone. Noi dobbiamo ripensare i nostri comportamenti, limitare gli atteggiamenti di confidenza, sperimentare nuove e radicali forme di vita insieme.

Ti dicevo caro Juan, la tecnica senza critica è la cura di tutto. La tua specie inizia lentamente a migrare dal Parco d’Abruzzo verso altre aree protette e qui si parla di mettere in sicurezza le strade. Lo facciamo per metterci l’anima in pace, per poter continuare a consumare suolo, ridurre gli spazi verdi, espandere le città, tagliare boschi per costruire impianti sciistici anche se nevica sempre meno. Oppure possiamo sventrare l’Appennino per 200 chilometri da Sulmona a Foligno per costruire un gasdotto che trasporterà quel gas che gli scienziati dicono che dovremmo abbandonare in vista della transizione energetica. E non sai l’ultima. Nel territorio comunale della mia città, Sulmona, nella quale tu non sei mai stato ma dei tuoi simili ogni tanto passano a banchettare, sai cosa siamo pronti a fare? Costruire una centrale di compressione del gas, proprio nell’area dove siete soliti andare a caccia. Così la prossima volta che ci chiederemo perché continuate ad apparire a ridosso dei centri abitati avremo già la risposta pronta: perché vi spingiamo fuori dai vostri ambienti naturali. Come vedi, la tecnica senza critica è la soluzione: perché tutto cambi affinché nulla cambi.

Ah quante lacrime versate in questi giorni e quanti coccodrilli caro Juan, non immagini, ma non c’è pericolo: noi siamo questa specie e geneticamente non siamo poi molto modificabili. Mi ricorda come stiamo affrontando il cambiamento climatico: sappiamo che incombe ma continuiamo a fare finta di nulla. Più avanti sperimenteremo soluzioni tecnologiche per sopravvivere e chi vivrà vedrà perché appunto solo la tecnica può salvarci, mica modificare i nostri stili di vita, produzione e consumo, no, a quelli nessuno vuole rinunciare: noi vogliamo continuare a fare quello che ci pare e poi pensare che basti solo fare la raccolta differenziata per essere a posto. Quella, più che a riciclare i rifiuti, certe volte serve a lavare le coscienze.

Siamo queste brutte bestie caro Juan e scusa pure per questa lettera: per questo racconto e queste parole. Scusa se continuo a parlarti come un umano anche se eri un animale – un orso – e troppo spesso ce ne siamo dimenticati. Ti abbiamo trattato da orsacchiotto, peluche, golosone: pensa che ti abbiamo definito persino “gentile” e secondo me lo abbiamo fatto soltanto perché non abbiamo potuto accarezzarti, altrimenti avremmo detto anche soffice, petaloso, “juancarritoso”. Ti abbiamo rincorso con le automobili, fotografato in tutte le pose, messo orde di turisti alle calcagna, ti abbiamo fatto video mentre rovistavi nei cassonetti, mentre scorrazzavi nei paesi, mentre giocavi con i cani come se tutto questo fosse normale. Ti abbiamo reso confidente e poi alla fine ti abbiamo ammazzato – non quella macchina, non solo almeno – forse la morte era iniziata un po’ prima quando ti abbiamo abituato alla presenza umana, quando sei diventato l’abruzzese più famoso al mondo, quando raccontavamo ogni tua minima incursione nei paesi, quando ti abbiamo usato come una star per attrarre turisti, quando ti abbiamo descritto come un ladro goloso dopo l’assalto al forno, quando abbiamo lasciato l’immondizia per strada, quando ti abbiamo brandizzato, quando abbiamo organizzato escursioni “a tu per tu con l’orso” per venirti ad osservare, quando ti abbiamo reso il prodotto esotico di un pacchetto turistico, quando ti abbiamo eletto a protagonista social delle stories, quando infine ti abbiamo filmato agonizzante sull’asfalto e mostrato al mondo intero, quando abbiamo guardato il dito e non la luna. Noi che sapevamo come sarebbe andata a finire sin dall’inizio, abbiamo fatto finta di nulla. Quando ti sei abituato alla nostra presenza ti abbiamo voltato le spalle dandoti il colpo di grazia – feroce e inaspettato – crudele come solo una bestia della peggiore specie è capace di fare.

Savino Monterisi

20 Commenti su "Lacrime di orso e di coccodrillo"

  1. Mara Tritapepe | 29 Gennaio 2023 at 07:55 | Rispondi

    Bravo Savino, le tue parole sono armi taglienti che scuotono le coscienze dei soliti benpensanti superficiali, almeno spero possano scuoterle.La penso come te, ma non avrei saputo esprimere, come hai fatto tu, gli stessi concetti. Complimenti per la sensibilita che ti caratterizza.

  2. Eh già… si organizzava il percorso dell’orso…nella zona turistica.. Ancora mi chiedo perché spostarlo li… A pensar male peccato non si fa…

  3. Attrazione turistica Dio denaro | 29 Gennaio 2023 at 08:09 | Rispondi

    Portarlo a Palena era troppo difficile pensarlo.

  4. Napoli e dintorni | 29 Gennaio 2023 at 08:38 | Rispondi

    In certe zone per i soldi…

  5. … “ Atteggiamento dello scrivere o del parlare, o anche dell’agire, improntato a una vana e artificiosa ricerca dell’effetto con manifestazioni di ostentata adesione ai più banali luoghi comuni.“…

  6. Meglio di così non si poteva ricordarlo. Adesso troppo tardi, le lacrime non servono passiamo ai fatti prima di fare altra stage. Grazie Savino 👍

  7. Un grandissimo e affettuosissimo abbraccio al signor Savino Monterisi.

  8. ipocriti, siete solo ipocriti!
    solo bravi a criticare!
    anche voi usate auto e gas
    ricordatevi che molte persone sono rimaste uccise sulle strade e nessuno hai mai fatto tanti commenti inutili

    • Le assicurazioni le ripagano le vittime della strada. La natura, vittima di noi tutti, non la ripaga nessuno. Paragone inutile e insensato proprio come il nome di chi commenta, indice di scarsa comprensione del testo e minima o nulla sensibilità per una morte preannunciata, dovuta, come sempre, alla miopia umana.

  9. A pasqua e natale si sgozzano centinaia di migliaia di agnellini (quelli dei commenti “che cariniiiiiii”) e l’estate in Abruzzo si mangiano tonnellate di arrosticini. Mi sono perso qualche lettera al buon agnellino o a mamma pecora?

  10. Per fortuna i vegetariani/vegani sono sempre di più.. è solo una questione culture piano piano ci arriveranno tutti…

  11. Condivido ogni parola spero solo che questa lettera arrivi a chi poteva e nn ha fatto niente x evitare tutto ciò

  12. “Ti abbiamo rincorso con le automobili, fotografato in tutte le pose…” e qualcuno, aggiungerei “non ha esitato a mostrare le immagini di te mentre morivi per qualche click in più” (Beata coerenza…)

  13. Juan Marso di Carrito | 30 Gennaio 2023 at 07:38 | Rispondi

    Bla, bla, bla, e poi ancora: bla, bla, bla.
    “ Gli Orsi che migrano, li rendiamo noi umani confidenti, il clima che cambia”… e poi ancora bla, bla, bla, bla, bla… e arrivò Savio il moralizzatore con le “ sue parole taglienti” a scuotere le coscienze del popolo “ benpensante e superficiale”… che portano ad una “ morte preannunciata dovuta, come sempre, alla miopia umana”…

  14. Grazie per questo tuo scritto che nn poteva essere più veritiero.
    Mi spiace molto per la perdita di questa creatura dei boschi che meritava di più dalla vita!!
    Meritava di viverla.
    Viverla in pace e fuori dagli occhi Umani.
    Mi chiedo come abbiano potuto credere che costruendo un condotto gli orsi lo avrebbero usato ?!!! Forse poteva succedere per puro caso una volta su mille …..e vogliamo parlare delle macchine che in quel tratto di strada dove c’è un limite di velocità non lo rispettano!!!!!!
    Un tratto di strada dove è morta nel 2019 la mamma di Juan e altri sui simili.
    Eppure Adesso è successo di nuovo e non è stato fatto niente di concreto. .. come reti metalliche o pannelli alti e robusti come si vedono in certi tratti di Autostrada!!
    O cmq altro di concreto perché oramai JUAN si era Umanizzato e in quello non si poteva tornare indietro purtroppo!!
    Almeno in quel tratto così pericoloso per gli Orsi dove hanno trovato e trovano la MORTE.
    E un altra cosa non capisco, come si è potuto stare a guardare questa creatura morire per quasi un’ora senza fare nulla …senza chiamare un Veterinario che mettesse fine alla sua Agonia sotto gli occhi di tutti.
    Si perché c’erano, Carabinieri…. Guardie forestali, Sindaco e chi altro!! Ma nessuno che gli ha dato la pace eterna.
    L’essere umano è una strana bestia e il peggiore di tutti, siamo noi che meritiamo l’estinzione non loro 🐾
    Perdonaci 💔

  15. … le Guardie Forestali non potevano esserci… le ha soppresse Renzi unitamente a tutto il Partito Democratico, a partire dal 01 Gennaio 2017, con il Decreto Legislativo del 19 agosto 2016, n. 177, appellato anche come Legge Madia…

  16. francesco.valentini1935 | 31 Gennaio 2023 at 20:06 | Rispondi

    La scomparsa dell’orso ha mobilitato l’Abruzzo:si comincia a parlare di risarcimenti,di omissione di atti d’ufficio non essendo state realizzate vie di fuga:nessuno dice che sulle strade Parco la cartellonistica stradale e turistica impone una guida tranquilla: la fauna compare all’improvviso ma chi ti segue sta “attaccato come una mignatta” al tuo mezzo impedendoti ogni tentativo di frenata:diciamobpure questo ecpoi scendiamo purevin strada a ..fiaccolare.

    • Ancora con la questione velocità??? Guarda caso Giovanni Carrito non è morto per via della velocità… PS
      La fauna muore anche investita dal treno,che facciamo? Torniamo ai tempi delle mambrucche?

  17. Francesco.valentini1935 | 4 Febbraio 2023 at 17:11 | Rispondi

    Nessuno vuolecil ritorno alle mambrucche sono decine gli animali selvatici uccisi dalla velocita’:ho semplicemente ricordato che la segnaletica stradale e di parco va osservata,come la distanza dal veicolo che precede:altrimenti prepariamoci a giustificare le migliaia di vittime della strada:niente “mambrucche” ,per carita’.E nessuna sterile polemica.

    • Nella fattispecie il CdS è stato rispettato infatti non sono stato rilevati eccessi di velocità e chi precedeva non è stato coinvolto in u Tamponamento a catena. Come la mettiamo adesso??? Piuttosto, gli esami sull’animale dicono che aveva un occhio rovinato addirittura da 1 anno! Nessuno se ne era accorto???

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