Le coliche di Ramunno

Lo avevamo preannunciato che quello di ieri sarebbe stato un consiglio di regole e regolamenti e che, anche se ormai avviata alla deriva di fine sindacatura, l’assise si sarebbe trasformata in uno sfogatoio. Annunciata è arrivata così la colica di Andrea Ramunno che, dopo le dimissioni dalla presidenza della commissione Bilancio, ha esternato in consiglio tutta la sua “delusione per il metodo che ormai da anni ha questa amministrazione. Potrei fare un lungo elenco – ha detto il consigliere di maggioranza ma non troppo – di come sia mancato il totale coinvolgimento dei consiglieri nella gestione della Cosa pubblica. E io ho perso l’entusiasmo a fare il consigliere”. Un addio chissà alla politica o forse un avviso al gruppo dei civici che lui in seconda fila non intende stare. Dietro a Di Rocco e Settevendemmie, poi, che sarebbero stati indicati come i consiglieri di punta della lista nella quale dovrebbe finire alle prossime elezioni.

Critiche di metodo, ma anche di sostanza all’amministrazione: sul Piano di protezione civile approvato “che nessuno conosce perché non avete coinvolto la cittadinanza” e sul regolamento per i volontari “che a me proprio non piace perché è diverso da tutto il lavoro che da anni faccio sul territorio”. Deluso e amareggiato Ramunno lo ha detto in faccia alla sindaca che, uno come lui, quel trattamento proprio non lo meritava, perché all’amministrazione della città ha dedicato tempo e studi, compresa la sua tesi di laurea sul volontariato, ridotto ormai ad una corsa ai like su Facebook. Solo che poi, entrambi, sia il Piano di protezione civile che il regolamento, li ha votati: una pillola di malox e tutto passa per “il bene della città”.

A spizzichi e strattoni alla fine, così, l’amministrazione Casini ha portato a casa il risultato, specie quello del Piano di protezione civile che annunciava da anni ormai e che arriva a dodici anni quasi dall’ultimo aggiornamento (quando dovrebbe essere aggiornato ogni sei mesi).

Così come è arrivato, dopo un lungo dibattito (dai toni anche aspri per le strumentalizzazioni che sono fiorite a contorno), il voto sul regolamento per i volontari, approvato nonostante al suo interno sia citata una legge ormai abrogata. La maggioranza aveva tentato di metterci una pezza, ma l’emendamento è stato ritenuto sostanziale e non formale dalla presidenza del consiglio e non è stato ammesso. Quanto basta per far passare la colica a Ramunno che ha accusato l’ufficio di presidenza di abuso di potere. Niente meno.

Le sorprese in consiglio non sono mancate neanche dall’altra sponda, quando la consigliera Elisabetta Bianchi di Fratelli d’Italia, quelli di “Dio, patria e famiglia”, ha proposto e fatto votare un emendamento sul regolamento sui matrimoni “fuori sede” (con la novità del Parco fluviale) che inserisce anche le unioni civili con pari dignità nero su bianco. 

Che alle unioni civili e civiche, in vista delle prossime elezioni, bisogna cominciare ad abituarsi.

3 Commenti su "Le coliche di Ramunno"

  1. Andate via squadra di nulla facenti

  2. E a fine mandato dice di non essere stati coinvolti? E fino a mo’? Non potevate protestare prima?

  3. Pasquale Di Toro
    be non e’ proprio cosi’! un opposizione che prima elogia l’operato dei volontari poi li accusa tramite mauro tirabassi di essere fuorilegge e addirittura di aver utilizzato il mezzo comunale gli stessi volontari !(gravi accuse di un consigliere poco attento ) poi implorano un regolamento che tuteli i volontari e comune ed alla fine per un cavillo che poteva essere un vizio di forma e quindi corretto subito hanno votato tuua l’opposizione contro il regolamento !!

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