Le proposte raccolte da Altrementi per il post emergenza, in atto il sit-in

Si sono incontrati alle 14.15 in piazza Capograssi a Sulmona il gruppo di attivisti, volontari e semplici cittadini partiti alla volta di Pescara e ora riuniti in sit-in sotto la sede della Regione Abruzzo.  L’occasione è l’incontro convocato dal presidente  Luciano D’Alfonso per valutare possibilità di  deroga alla legge sul rimboschimento in aree incendiate. Soluzione allontanata da tutti in Valle Peligna, anche dall’assessore alle Aree Interne, Andrea Gerosolimo, tornato sui suoi passi. L’intenzione è chiara, e ieri è stata ribadita anche durante l’assemblea di Altrementi dove, oltre al no al rimboschimento, sono state avanzate diverse proposte da mettere in atto nel post emergenza.

E’ stata chiesta la chiusura, prevista per legge, delle strade di montagna, eccetto agli autorizzati, una interdizione al quale potrebbe accostarsi un servizio di vedette per l’avvistamento incendi e un percorso di formazione antincendi per i volontari. Le proposte hanno riguardato anche le risorse in disponibilità della Regione Abruzzo, quelle del Masterplan in primis, dalle quali potrebbero essere decurtati i fondi necessari alla prevenzione e alla messa in sicurezza del territorio a scapito delle grandi opere.

Nel post emergenza è balenata, ovviamente, la necessità di una maggiore trasparenza e partecipazione nelle fasi decisionali anche all’utilizzo di una apposita piattaforma sul web attraverso la quale seguire passo passo le evoluzioni. Le richieste, poi, hanno coinvolto anche il Governo nazionale al quale si chiede di rendere nuovamente pubblica la flotta antincendio partendo proprio dai canadair; mentre è stata rinnovata la proposta di una commissione parlamentare d’inchiesta ampliandola a tutti gli incendi che hanno devastato l’Italia, e sono tanti.

Non solo. Alla commissione antimafia si chiede di accertare eventuali interessi e azioni mafiose che potrebbero nascondersi dientro gli incendi.  A chiudere la lista delle proposte raccolte, infine, c’è la richiesta di rivedere le modalità di selezione dei vertici del Parco in modo da premiare la progettualità ecologico-politica dei candidati.

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