
Stando ai toni trionfalistici di qualche settimana fa, quando il consiglio regionale approvò la risoluzione Pietrucci contro il gasdotto, ora il residente Marsilio dovrebbe alzare barricate contro la Snam che, a dire il vero, non sembra essere tanto scossa dal documento politico approvato dall’Emiciclo. Oggi, infatti, sono stati pubblicati sugli albi pretori dei rispettivi Comuni interessati, gli elenchi degli espropri coattivi avviati dalla multinazionale del gas per piazzare il tubo che attraversa l’Appennino.
Una risoluzione, in fondo, non si nega a nessuno: contro la Snam, prima di quella di Pietrucci, ne vennero approvate dal consiglio regionale altre quattro. Nel 2014 proposta da Andrea Gerosolimo, nel 2015 proposta da Emilio Iampieri, nel 2018 da Pierpaolo Pietrucci e nel 2021 da Vincenzo D’Incecco. Cinque risoluzioni, due legislature e nessun risultato.
Dopo le trattative con i proprietari dei terreni che riceveranno incentivi economici concordati cedendo la servitù ma conservando la piena proprietà e l’utilizzo per scopi agricoli, infatti, la Snam si accinge a chiudere la partita con i proprietari irreperibili o che non hanno raggiunto un’intesa. Oggi infatti la pubblicazione da parte di Snam sugli albi pretori dei Comuni di Sulmona, Pratola Peligna, Corfinio, Roccacasale e Popoli Terme delle particelle di terreno interessate dal passaggio del metanodotto Sulmona-Foligno. Fase preliminare della cosiddetta “servitù di metanodotto” che consentirà alla multinazionale di disporre dei terreni per costruire l’opera che, stando al cronoprogramma, è destinata ad entrare in funzione nel 2027.
Una procedura coattiva necessaria per la Snam che con circa il 90% dei proprietari ha già raggiunto un accordo bonario mentre con il restante 10% dovrà procedere in modo coattivo. Inserito nei Piani decennali di Snam 2014-2023 e nella lista dei Pci UE, il metanodotto sarà lungo 169,2 chilometri e costituirà uno dei cinque tratti funzionalmente autonomi della Linea Adriatica; l’infrastruttura, dichiarano dalla società, “consentirà di incrementare le capacità di trasporto del gas proveniente dai punti di entrata della rete nazionale ubicati nel Sud Italia, di potenziare le reti locali esistenti, di aumentare la flessibilità del sistema e di migliorare ulteriormente il livello di affidabilità per la fornitura, assumendo una valenza strategica per il sistema nazionale di trasporto del gas”. Prima di iniziare i lavori, previsti a partire dal prossimo autunno, saranno predisposte ventidue piazzole di stoccaggio per l’accatastamento delle tubazioni e di tutto il materiale necessario per l’impianto. Dopo gli scavi seguiranno le saldature e i collaudi fino alla defintiva attivazione del metanodotto.
Snam-il marchese del grillo.
Nella questione Snam che procede imperterrita nella sua opera di annientamento di una zona,della Valle Peligna qualche difensore d’ufficio ha mai pensato alle conseguenze penali in cui sarebbe incorso un privato cittadino se avesse agito con quei sistemi? Intanto la Regione ai massimi livelli tace,more solito.Ci sveglieremo?Penso proprio di no se una serie di mattoni uno sull’altro viene considerata un segno di operosita’ nella sonnolenza di questa povera Valle.
La Snam attiva,la procedura coattiva per i terreni semplicemente ignorando gli interventi della Regione che,more solito,tace ai massimi livelli:o forse per questo va avanti con la benedizione dei difensori d’ufficio che a quanto pare non mancano:ci siamo mai chiesto se questo comportamento di “massacro ecologico” lo avesse attivato un privato a cosa sarebbe andato incontro in campo penale?Stiamo aspettando che la Legge ( non quella di Tina Pica,per chi frequentava le sale cinematografiche) faccia sentire la sua voce anche se una zona orticola e’ ormai un inferno in terra:e poi ci lamentiamo se le temperature ci stanno attanagliando:un Morrone bruciato,zona Case Pente a ridosso di un Cimitero del tutto ignorato nella fattispecie e il quadro e’completato:ma sono salvi gli interessi miliardari e ingigantite lr quantita’ di polveri sottili indispensabili per la nostra salute:o no?
Oltre che essere così determinato a sventrare la nostra valle lo Stato ponga in essere, in cambio, la stessa determinazione nel risolverne la crisi occupazionale.
Perché non si impegna a portare in città, a mo’ di risarcimento, un grosso investimento produttivo in grado di innescare anche processi di sviluppo induttivo.I protestatori di professione quelli che, per intenderci, scendono in piazza puntualmente per opporsi alla costruzione della centrale, la smettano di combattere una guerra già persa in partenza e si concentrino piuttosto nel chiedere un indennizzo in termini di rilancio economico di un territorio ormai ridotto allo stremo.