Lezioni di stupro

Cividale, provincia di Udine, Friuli Venezia Giulia: sui banchi delle scuole cittadine vengono distribuiti degli opuscoli destinati agli studenti dagli 11 ai 19 anni (medie e superiori) in cui ci si premura di formulare qualche regola antistupro.
Così si consiglia vivamente di non indossare gonne troppo corte, di non utilizzare sguardi troppo ammiccanti, di non andare in giro da soli di notte.
Dunque un opuscolo che, immaginiamo, sia destinato soltanto alle ragazze… Anzi no anche ai ragazzi per i quali il messaggio subliminale (ma nemmeno tanto) è: se incontrate per strada di notte una ragazza con la minigonna stupratela pure, la colpa è sua!
Da moltissimi anni cerchiamo di portare tra i giovani un messaggio di rispetto reciproco, di parità di genere, di buona educazione di genere, cercando di sradicare quella cultura maschilista del possesso che ci caratterizza, tra l’altro senza utilizzare un euro di risorse pubbliche e troppo spesso lasciandoci chiudere in faccia molte porte.
Di fronte ad una siffatta pubblicazione realizzata utilizzando fondi pubblici e promossa da fonti istituzionali (Regione, Provincia e Comune), però , ci chiediamo se tutto questo ha un senso. Siamo abituati, noi che quotidianamente ci mettiamo cuore e fatica, ai piccoli passi, a tenere duro anche di fronte ai dinieghi, alla faccia dell’insegnante che ci “presta l’ora” annoiata. Siamo abituati alle Istituzioni che non mettono in campo risorse per le donne e le politiche di genere, ad una governance declinata principalmente al maschile ma non possiamo accettare che proprio dalle Istituzioni si produca danno.
Nessuno mette in dubbio che nella volontà di chi ha pensato questo “progetto” le intenzioni fossero buone ma il risultato è devastante: improvvisamente si torna a colpevolizzare la vittima invece del carnefice, non si condanna lo stupro in quanto tale ma la presunta provocazione di un atto che resta violento, che se non ammazza il corpo, sicuramente fa morire l’anima di chi lo subisce. Non si tratta di tornare indietro di 100 anni, come hanno scritto e commentato molti giornalisti , si tratta piuttosto di negare un futuro perché se queste cose accadono i 100 anni indietro sono il presente. La resistenza della cultura maschilista del possesso e il suo forte radicamento nella società moderna sono senza dubbio un pericolo contro cui tutti abbiamo il dovere di combattere. I fatti di Cividale dimostrano, però, che per combattere ci servono le giuste armi: formazione e consapevolezza. Tutti coloro che affrontano problematiche relative alla violenza di genere devono essere adeguatamente formati e sufficientemente consapevoli. Non si può e non si deve improvvisare soprattutto in seno a quei soggetti politici, giuridici, sociali che possono influenzare con facilità il pensare comune. L’opuscolo di Cividale va condannato senza remore e vanno condannate le Istituzioni che l’hanno prodotto, sostenuto e diffuso. Siamo sull’orlo del baratro, dipende da noi da che parte vogliamo cadere.

Gianna Tollis

1 Commento su "Lezioni di stupro"

  1. Sarebbe stato bello che a scrivere questo articolo fosse stato un uomo… ma evidentemente non siamo ancora pronti! La vergogna è che le vittime di violenza vengono sempre colpevolizzate e così la vivono , rinunciando a denunciare. Credo che i genitori abbiamo una grande responsabilità nell’ educare i figli, specialmente i maschi, all’affettività, al rispetto, all’inclusione…

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