L’infinita lite con Litigante: Comune condannato per l’ennesima causa dell’ex comandante

La settimana scorsa c’è stata l’udienza (rinviata) per il pignoramento, perché per la quinta volta, lo ha deciso il tribunale, il Comune di Sulmona dovrà mettere le mani alla cassaforte per pagare l’ex comandante della polizia municipale Antonio Litigante. Poco meno di 100mila euro (92.779) che si aggiungono alle altre diverse centinaia di migliaia di euro che palazzo San Francesco ha già sborsato.

Il motivo è sempre lo stesso, solo che cambiano le date: il riconoscimento delle mansioni superiori che l’ex comandante ha svolto pur non essendo inquadrato come dirigente.

Vicenda vecchia, che va avanti dal 2006, quando cioè Litigante subentrò al comandante Gianni Febbo (che era inquadrato come dirigente), indossando le stellette da maggiore, ma senza avere la qualifica, né soprattutto la retribuzione da dirigente. E questo, ha stabilito a più riprese il giudice del Lavoro, nonostante avesse svolto, perché comandato, le mansioni tipiche del dirigente: firmare acquisti, gestire il personale, partecipare a commissioni, gestire le entrate, attribuire progressioni economiche.

Per quattro volte, quinta con questa, il tribunale gli ha dato ragione e il Comune ha pagato: la prima causa intentata nel 2013 per il periodo dal 2006 al 2010, la seconda causa del 2015 per il periodo 2010-2013, quindi la terza del 2016 (periodo da gennaio a novembre del 2014) e la quarta intentata nel 2019 (periodo 2014-2016).

All’appello mancava quindi l’ultimo periodo della sua carriera, prima cioè che a marzo del 2019 andasse in pensione: anche qui una causa, la quinta, conclusasi a suo favore con il riconoscimento di circa 80mila euro di stipendi non pagati, a cui però si sono aggiunti gli interessi (per quasi 7mila euro) e le spese legali sostenute per oltre 6mila euro.

Soldi questi ultimi, che forse il Comune poteva evitare di sborsare, se avesse pagato in tempo e soprattutto se avesse accettato la transazione che, pure, Litigante aveva prospettato circa una decina di anni fa.

La linea scelta è stata invece quella del braccio di ferro, dal quale il Comune è uscito soccombente. E anche, se si vuole, reticente, perché ora, ancora una volta, Litigante ha dovuto ricorrere al pignoramento per avere quanto gli spetta.

Le cause, però, potrebbero non essere finite, perché il giudice ha stabilito che all’ex comandante gli spettano anche le indennità di risultato maturate: “Il relativo fondo – scrive il tribunale – deve essere diviso per il numero dei dirigenti effettivi, ivi compreso il ricorrente”. Si rischiano altre cinque cause, insomma.

Pensare che bastava una firma e una stretta di mano, a suo tempo, per chiuderla lì e far risparmiare alla collettività decine di migliaia di euro.

7 Commenti su "L’infinita lite con Litigante: Comune condannato per l’ennesima causa dell’ex comandante"

  1. Marco Porcio Catone | 12 Dicembre 2024 at 07:29 | Rispondi

    Bene, vige la REGOLA del chi sbaglia PAGA, quindi che venissero chiamati a risponderne tutti quelli che hanno sbagliato… a cominciare da chi gli ha affidato le “ mansioni superiori “ senza prevedere di corrispondergli le relative indennità dirigenziali. È facile individuarli, sicuramente sono dati già acquisiti agli Atti dei procedimenti intentati.
    Per le quattro sentenze andate in giudicato, chi di dovere, ha interessato la Corte dei Conti per il danno erariale causato alle casse del Comune?
    O come quasi sempre accade, a pagare saranno i cittadini con l’aumento della tassazione e la diminuzione dei servizi?

  2. La città sempre più infognata | 12 Dicembre 2024 at 07:55 | Rispondi

    E se si denunciasse il tutto alla Corte dei Conti di Roma visto che l’aquila nn lavora molto e bene ..?
    Fosse faremo un piacere alla collettività…

  3. Il fustigatore | 12 Dicembre 2024 at 07:57 | Rispondi

    Vicenda che ha dell’incredibile!!!!
    Una cialtroneria nell’affrontare la problematica che neanche nel più derelitto Comune del mondo……
    Chi paga oltre gli incolpevoli cittadini amministrati da cotanto scellerati??

  4. Ma chi ha deciso che dovesse subentrare a Febo senza avere la qualifica? Questa vicenda è una Vergogna Nazionale….in questo Paese poiché tutto è possibile sarebbe meglio andare a fondo della vicenda e vedere se per “amicizia” sono stati compiuti atti illeciti che vanno assolutamente puniti….basta con gli incompetenti che non pagano MAI.

  5. Scatoletta di tonno | 12 Dicembre 2024 at 08:50 | Rispondi

    Perché pagare con i soldi dei contribuenti?

  6. E la giostra gira….

  7. Certe storie fanno capire che questa è da sempre una città allo sbando.

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