Liste in divisa e candidati seriali

L’aggiornamento della normativa uscito ad inizio maggio ha finito con il favorire il fenomeno che, alla faccia del senso civico, di civico, nonostante il nome delle liste, ha ben poco.

Il caso è quello ormai annoso delle cosiddette “liste in divisa”, un fiume di candidati fantasma a sindaco e consiglieri, che non stampano neanche i santini, che il programma ce l’hanno perché obbligatorio e che di prendere voti o peggio governare i Comuni non ci pensano proprio. Le liste, con i nomi che ricorrono spesso uguali, sono costituite quasi esclusivamente da agenti di polizia, di Stato o penitenziaria, o comunque da appartenenti alle forze dell’ordine. Un mese di congedo, ovvero ferie, pagate per legge, che svilisce oltre misura la politica e il principio di rappresentanza.

La nuova normativa entrata in vigore il mese scorso ha ridotto di un terzo la quantità di firme necessarie per candidarsi: da 60 a 20 per i Comuni (come Pratola Peligna) tra i 5mila e i 10mila abitanti, da 30 a 10 per quelli (come Pescasseroli) tra i 2mila e i 5mila abitanti, da 25 a 9 nei Comuni tra i mille e i 2mila abitanti e, addirittura, nessuna sottoscrizione per i centri sotto i mille abitanti (Barrea, Civitella Alfedena e Campo di Giove).

Gli effetti non si sono fatti attendere: solo nel Centro Abruzzo sono 8 le liste in divisa nei 5 Comuni che andranno al voto. In particolare 1 a Pratola Peligna, 2 a Campo di Giove e a Barrea e ben 3 a Civitella Alfedena.

Una “passione” incontenibile per la politica e l’agone della politica che unisce molti colleghi, li separa magari nella corsa elettorale e poi li riunisce. E’ il caso ad esempio di Angelo La Vella e Andrea D’Amico, ad ottobre dello scorso anno su fronti opposti candidati a sindaco entrambi nel Comune di Ofena (zero voti il primo, quattro il secondo) che oggi si sono riuniti, come candidati consiglieri, sotto il simbolo di Pratola Futuro Insieme, la lista capeggiata dal tal Roberto Di Giangiacomo di Atri che corre, si fa per dire, nella campagna elettorale di Pratola Peligna. A distanza di una settimana dalla presentazione della lista, in verità, nessuno sa o dice chi siano i candidati e come è possibile contattarli. Persino il referente della lista, quello cioè che materialmente l’ha depositata, ci dice di non saperne nulla: “A me hanno chiesto solo di portare i documenti in Comune”. Tra i candidati della lista pratolana ci sono però anche dei locali che con un comunicato, non si sa bene da chi firmato, sostengono di essere una lista vera, fuori dagli schemi e che faranno la loro campagna elettorale. E che d’ora in poi, non si sa perché, sono “in silenzio stampa”, tanto silenzio che a nostra precisa richiesta di avere almeno un contatto mail del candidato sindaco, non è seguita nessuna risposta.

C’è, però, chi, se vogliamo, ha fatto peggio di loro: perché se i due candidati citati sono alla disperata ricerca del successo politico mancato sette mesi fa, c’è chi è stato eletto già lo scorso anno e ora tenta nuove strade. E’ il caso di Alberto Ingrosso, candidato sindaco ad ottobre scorso ad Ortona dei Marsi dove ha racimolato la bellezza di 25 preferenze, tanto da aver ottenuto 2 seggi in consiglio comunale. Sulla poltrona dell’assise, però, non si è mai seduto, perché lui, come quasi tutta la sua lista, si è dimesso prima di essere proclamato eletto. Sette mesi, però, sono bastati per fargli tornare la voglia di ingaggiare nuove sfide civiche e così oggi si candida, come consigliere comunale, a Campo di Giove.

Spulciando i candidati a consiglieri delle scorse amministrative, probabilmente ci sono decine e decine di casi come questi nascosti in liste di paesi remoti in tutta Italia, tutti accomunati dal fatto che negli ultimi otto mesi hanno lavorato solo sei mesi, intascandosi in nome della democrazia e di una legge che nessuno si preoccupa di modificare due stipendi e sessanta giorni di congedo retribuito senza lavorare.

Solo nella provincia dell’Aquila, alle amministrative dello scorso ottobre, sono state dieci le liste in divisa per un totale di 48 voti complessivi ottenuti e 4 liste che hanno ottenuto zero preferenze.

E se i numeri sono avvilenti, ancor di più lo sono i programmi: quest’anno non abbiamo letto le amenità dell’ultima consultazione (quando a Cocullo, ad esempio, si proponeva di realizzare un campo di calcio a Collarmele), ma i programmi depositati nelle segreterie dei Comuni, obbligatori per legge, sono un concentrato di qualunquismo che va dalla lotta alla criminalità a più parcheggi per tutti. Non senza sorprese: si scopre così cha a Pratola c’è una “realtà apatica e sparagnina”, ma anche un “comparto mobiliero” e il “tormento della viabilità e del traffico” che ricorda quello di Jonny Stecchino a Palermo. Oppure che a Barrea bisogna “favorire uno sviluppo moderno e armonioso delle zone industriali” e che a Campo di Giove c’è un “servizio acquedotto” che rischia di deteriorarsi.

10 Commenti su "Liste in divisa e candidati seriali"

  1. Che vergogna

  2. E come diceva il Principe
    -E io pago!-

  3. Liste fantasma, rdc, prebende varie, quanti soldi rubati a chi paga onestamente le tasse!

  4. Senza contare che non é proprio l’ideale chiamare una lista “Futuro insieme” se é espressa da poliziotti penitenziari. 🤣🤣

  5. Elisabetta Bianchi | 22 Maggio 2022 at 12:55 | Rispondi

    belle riflessioni! e invece dove sono finiti il senso civico dei cittadini, la responsabile partecipazione al percorso democratico che interessa ciascuno di noi, il senso del dovere alla partecipazione alla cosa pubblica? …in fondo da donne e uomini dello Stato sono presenti in un momento importante dell’esercizio della democrazia, quando lo Stato chiama…

    • Questa non l’ho capita. Dietro queste liste ci sarebbero gli alti valori civici cui ti riferisci? Mi auguro tu sia ironica?

  6. Quando lo stato chiama... | 22 Maggio 2022 at 13:30 | Rispondi

    Io pago…

  7. Chiù pilu pe tutti | 22 Maggio 2022 at 19:45 | Rispondi

    Qualunqunquemente vada, chiù pilu pe tutti ahahah. Io voto Cetto

  8. basterebbe dimezzare lo stipendio…

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