Lo chef e il fritto misto

Ci sono tutti gli ingredienti per un fritto misto di populismo, cerchiobbotismo, cecità politica e provincialismo becero, nella polemica scoppiata ieri in consiglio regionale per il cosiddetto emendamento Romito. Una parte della maggioranza ha infatti presentato un emendamento per l’assegnazione di 1 milione di euro, che inizialmente erano 2,3 milioni, per finanziare, o meglio co-finanziarie, il progetto del Campus e Ricerca di Alta Formazione di Niko Romito a Castel di Sangro. Un’idea nata tanto tempo fa e che lo chef pluristellato e ambasciatore d’Abruzzo nel mondo (con tanto di medaglia), aveva illustrato proprio in occasione della carica assegnatagli dalla Regione, ipotizzando che l’istituzione potesse far parte del progetto. Non che Romito ne avesse bisogno, sia chiaro, ma perché il trestelle di Castel di Sangro, ci teneva e ci tiene che la sua eccellenza diventi eccellenza della regione e del territorio.

Ma la buona fede non è bastata a scavalcare la polemica politica, cavalcata da una parte dell’opposizione, ma anche della maggioranza che è uscita dall’aula facendo mancare il numero legale.

Ad inaugurare la cavalcata è stata la consigliera Marianna Scoccia, quella eletta nel Centro Abruzzo e anche nell’Alto Sangro, che con tanto di faccine arrabbiate sul suo profilo Facebook ha spiegato che per carità nulla contro Romito ma “ci sono centinaia di partite Iva che aspettano ancora il promesso fondo perduto della Regione e centinaia di ristoratori che non sanno più cosa inventarsi per andare avanti in questo momento difficile” e che insomma “nella vita ci sono delle priorità”. Ora cosa c’entrino i sacrosanti risarcimenti ai ristoranti colpiti dalla crisi pandemica con un progetto di ricerca e di alta formazione, perché di questo si tratta, non è chiaro. Paragonare un ristoro economico con un investimento sul capitale umano, vuol dire semplicemente non avere alcuna idea della direzione in cui va il mondo e l’economia. E di come, al contrario, sia proprio la formazione e l’eccellenza la più avanzata frontiera degli asset di sviluppo.

Condito da un po’ di populismo e cerchiobbotismo è arrivato subito dopo anche l’intervento del Pd regionale: “La maggioranza di centrodestra ha deciso di investire finalmente sul comparto enogastronomico abruzzese, sostenendone le eccellenze e gli istituti formativi? Benissimo – scrive il capogruppo Silvio Paolucci -, ma che questa scelta sia più coraggiosa e ricomprenda anche gli altri enti, pubblici e privati, riconosciuti dalla Regione Abruzzo e i ristoratori che a causa della pandemia hanno i locali e personale bloccati e senza introiti da mesi”. E anche qui, che c’azzecca.

Fino ad arrivare a Rifondazione Comunista con Maurizio Acerbo che scrive che “Romito oggi le bombe (riferendosi al locale appena aperto a Pescara, ndr) potrebbe regalarle”, che con tante “scuole pubbliche per cuochi rinomate nel mondo si decide di finanziare una scuola privata al di fuori di qualsiasi programmazione e senza bando”.

Dal canto suo Niko Romito, che lo scorso anno raccontò ai nostri microfoni sul palco del Pacifico durante la premiazione come personaggio dell’anno del Germe (video) la sua straordinaria storia di imprenditore e sperimentatore, si è tirato subito fuori dalla mischia e con una lettera inviata al consiglio e alla giunta regionale, ha dato una lezione di stile a tutti: “L’Abruzzo ha la possibilità di divenire la prima regione in Europa a partecipare alla definizione di un nuovo modello di ristorazione collettiva che possa produrre i suoi benefici sulla salute delle persone che mangiano nelle mense (ospedaliere, aziendali, scolastiche), alle filiere agricole, all’economia in generale di un’area interna e svantaggiata come quella dell’Alto Sangro. Questo progetto ha certo bisogno di investimenti e di importanti partner per essere realizzato – scrive Romito -, oltre all’impegno del mio gruppo che ha la forza e la volontà di realizzarlo a prescindere dai sostegni pubblici. Il consiglio regionale attraverso la scelta dai suoi componenti è libero di valutare l’opportunità o meno di affiancare il nome della Regione Abruzzo a questa iniziativa. Non voglio che l’idea del Campus, al quale desidero dedicare parte considerevole della seconda fase della mia vita di uomo e di imprenditore, venga sporcato al suo nascere da una disputa politica e dalle inevitabili polemiche di parte che già vedo innescate”.

Il piatto è servito, altro che fritto misto.

10 Commenti su "Lo chef e il fritto misto"

  1. Sostenere con soldi pubblici? 1.000.000 di euro? Piuttosto la regione pensi a come affrontare il rientro a scuola il 7 gennaio con la questione trasporti!

  2. Stiamo vivendo un momento storico delicato che con ogni probabilità porterà ad un inevitabile cambiamento non solo qui da noi. Perciò continuare a vedere solo ad un palmo dal naso potrebbe rivelarsi deleterio anche in un prossimo futuro. Va bene non lasciare nessuno dietro ma bisognerebbe capire altrettanto che soprattutto la nostra regione ha bisogno di programmare il proprio avvenire e non solo sperare di sopravvivere.

  3. Ci sono regioni e città – anche molto piccole- con locali stellati che richia mano molte persone e promuo vono i prodotti del territo rio contribuendo al benesse re… ricordo male che x il Napoli F.c. è stata stanzia ta una cifra spropositata?

  4. Romito fa l asporto?

  5. bene,forse, per quanto accade , non e’ opportuno finanziare un’illusione,del resto di scuole di altissima formazione in “scieneze culinarie” il Mondo e’ pieno, l’offerta di corsi e’ eccessivamente sproporzionata alle richieste/numeri… Niko e’ bravissimo,eccellente nella comunicazione,il gruppo ha dei buonissimi rapporti con ottimi reporter,volendo si potrebbe finanziare “l’Alberghiero” di Roccaraso,adeguarlo all’esigenze dell’iniziativa,per un corso riservato solo a talenti,ovvio il Maestro/Genio,naturalmente la retribuzione sara’ adeguata alle stelle,un ‘aiuto vero,concreto, in tutti i termini al Territorio,alle Pubbliche Istituzioni,alle varie filiere, per/nell’Interesse generale,o no?

    • Marketing e comunicazione | 23 Dicembre 2020 at 15:52 | Rispondi

      Quando vado in un locale, sia esso un ristorante, pasticceria o panetteria, vorrei solo comprare un buon prodotto. Non mi interessa comprare prodotto+marketing. Questa è la stessa storia del vino da 7 euro a bottiglia e quello da 40. Condivido l’idea di utilizzare fondi pubblici per finanziare attività di istituti pubblici (alberghiero)

  6. Ma lo sapete quanto costa fare un corso presso la scuola chef di Romito? Chiedo per un mio amico bravo ma senza na lira ovvero un euro..

  7. Se fossi in Niko Romito sposterei il suo locale di 3 km oltre in confine, tipo a Rionero Sannitico o a a San Pietro Avellana

  8. In un momento come questo è impensabile concedere tali finanziamenti.
    I piccoli imprenditori sono al collasso, le attività stanno chiudendo una ad una.
    Trovo vergognoso anche il solo presentare un emendamento del genere.
    Le persone che lo hanno fatto, probabilmente sono alimentate da motivazioni che vanno oltre la creazione di un “Campus e Ricerca di Alta Formazione per Niko Romito”; pertanto la questione andrebbe approfondita nel dettaglio, se non addirittura indagata…
    Condivido a pieno la posizione della Scoccia, sperando solo che la sua presa di posizione questa volta si trasformi in un reale e concreto aiuto all’economia locale e non una semplice presa di parte da oppositrice.
    P.S.: forse qualche politico non ha la minima percezione del denaro, in quanto con quella somma si risolleverebbero una miriade di ristoranti Abruzzesi.

    Saluti

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